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Produttore di vini del Cilento rinuncia al marchio Dop: troppa burocrazia

E’ colpa della troppa burocrazia. Un vino cilentano rinuncia al marchio Dop per gli eccessivi problemi legati alla certificazione. L’azienda in questione si chiama De Conciliis e il primo vino che è stato sottratto alla denominazione di origine protetta è il “Donnaluna” aglianico.

“Continueremo nel futuro a far giungere gocce di Cilento nel mondo – ha fatto sapere l’azienda – anche se non potremo più scrivere Cilento sulle nostre etichette, togliendo ai consumatori inglesi, americani, giapponesi che oggi consumano due terzi del vino che produciamo il legame tra il vino e la sua terra. Una delle annate migliori di questo vino è stata bocciata, proprio alla vigilia dell’imbottigliamento, dall’organismo di certificazione per gravi difetti biologici. L’esame chimico del vino non aveva evidenziato anomalia alcuna. Siamo certi che la causa della prima bocciatura risieda nella modalità di prelievo, conservazione o trasporto del campione: non possiamo però attendere il tempo per un riesame della commissione, affidiamo questo vino al giudizio dei consumatori che da tre lustri ormai ci premiano eleggendolo a simbolo della rinascita enologica cilentana”. Ad imbottigliamento avvenuto, i difetti erano spariti ma l’azienda aveva già preso la sua decisione.

Il produttore sta pensando di declassare tutta la produzione a Dop per quest’anno e per gli anni a venire. “La decisione dei viticoltori De Conciliis di rinunciare alla denominazione dop è gravissima per il comparto vitivinicolo salernitano e rischia di creare un effetto a catena su tutto il settore – ha detto Vittorio Sangiorgio, presidente della Coldiretti di Salerno – non è possibile che la burocrazia influenzi e penalizzi in questo modo un segmento dell’economia che è trainante per il mercato e l’export”.

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