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Pensioni: ultime novità su precoci, Ape e quattordicesima

Pensione anticipata per i lavoratori precoci, requisiti per l’accesso all’Ape, estensione della quattordicesima, ricongiunzione gratuita, regole per il pensionamento di chi ha svolto lavori usuranti, aumento della no tax area. Questi i punti fondamentali dell’accordo trovato ieri fra Governo e sindacati in tema di pensioni.

Le misure saranno messe in campo nei prossimi tre anni e prevedono un investimento complessivo di sei miliardi di euro. L’entità dello stanziamento però non sarà omogena, ma crescerà progressivamente: le risorse per il 2017, infatti, non dovrebbero superare quota 1,5-1,7 miliardi.

PENSIONI PER I LAVORATORI PRECOCI

I lavoratori precoci, ovvero quelli che hanno versato almeno 12 mesi di contributi (anche non consecutivi) prima di compiere 19 anni, potranno accedere alla pensione una volta raggiunti i 41 anni di contribuzione (invece dei 42 anni e 10 mesi oggi previsti), ma solo se appartengono a una delle seguenti categorie svantaggiate: disoccupati senza ammortizzatori sociali, disabili e lavoratori che hanno svolto “attività gravose” (che saranno specificate nelle prossime settimane).

Questi stessi lavoratori, inoltre, non si vedranno più tagliare l’assegno se andranno in pensione prima dei 62 anni d’età (mentre al momento è prevista una riduzione dell’1% per ogni anno d’anticipo).  

APE: ASSEGNO MINIMO PER L’ANTICIPO PENSIONISTICO

Per accedere all’Ape, l’anticipo pensionistico su base volontaria, bisognerà avere maturato una pensione “non inferiore a un certo limite” – si legge nel verbale firmato da sindacati e governo – ma questa soglia minima non è stata ancora definita.

L’Ape consentirà ai nati fra il 1951 e il 1953 di andare in pensione con un anticipo massimo di 3 anni e 7 mesi, ma anche con un taglio dell’assegno pari al 6% per ogni anno d’anticipo (compresi gli interessi bancari e d’assicurazione).

La cosiddetta “Ape social”, cioè a costo zero, sarà garantita invece alle categoria in difficoltà (disoccupati senza ammortizzatori sociali, disabili, lavoratori con disabili a carico e lavoratori che hanno svolto “attività gravose”) ammesso che spetti loro una pensione inferiore a 1.300 euro lordi al mese (non più 1.500, come era stato ipotizzato in precedenza). Si tratta però di una soglia ancora indicativa (nel testo si fa riferimento alla Naspi, che prevede proprio quel limite) e nelle prossime settimane arriverà un’ulteriore precisazione.

In ogni caso, le persone in difficoltà con un reddito superiore alla soglia d’esenzione potranno comunque beneficiare di un taglio ridotto al 3% per ogni anno d’anticipo.

Inoltre, nell’eventualità di ristrutturazioni aziendali, il costo dell’Ape sarà a carico delle imprese, senza pesare né sullo Stato né sui lavoratori.

Chi avrà maturato i requisiti per l’Ape, infine, potrà optare anche per la cosiddetta Rita, la rendita integrativa obbligatoria.

QUATTORDICESIMA ESTESA A 3,3 MILIONI DI PENSIONATI

La quattordicesima sarà estesa fino a coprire una platea complessiva di 3,3 milioni di persone, inglobando così gli 1,2 milioni di pensionati con redditi complessivi personali fino mille euro al mese, pari a due volte il trattamento minimo Inps (oggi il tetto è a 750 euro).

Per i 2,2 milioni di pensionati che già percepiscono la quattordicesima, invece, l’importo dell’assegno extra sarà aumentato in media del 30%, ma non è ancora stata definita l’entità precisa dell’incremento, che cambierà a seconda degli scaglioni di contributi versati.

RICONGIUNZIONE GRATUITA DEI CONTRIBUTI

Per chi ha versato contributi a enti diversi, avendo cambiato lavoro nel corso della vita professionale, la ricongiunzione diventerà gratuita. La novità vale sia per i dipendenti, sia per gli autonomi, sia per gli iscritti alle gestioni separate, quelle dei precari.

Ci sarà però uno svantaggio: non si potrà più scegliere il metodo di calcolo più conveniente fra quelli dei diversi enti, perché l’assegno sarà calcolato pro-rata, cioè con le regole di ciascun ente per quanto concerne la relativa quota di contribuzione.

PENSIONI PIÙ SEMPLICI PER CHI HA SVOLTO LAVORI USURANTI

Chi ha fatto lavori usuranti (l’esempio tipico è quello del minatore) potrà andare in pensione con un anticipo fino a 5 anni. Il requisito è uno solo: aver svolto attività usuranti per almeno 7 degli ultimi 10 anni di vita professionale. Non sarà perciò più necessario aver svolto l’attività usurante nell’ultimo anno di lavoro.

Per questa categoria di lavoratori, inoltre, dal 2019 la pensione sarà sganciata dalla speranza di vita, meccanismo che oggi sposta in avanti l’età del ritiro di un mese ogni anno. In arrivo anche una serie di semplificazioni burocratiche.

NO TAX AREA

La soglia di reddito che consentirà ai pensionati di rientrare nella no tax area salirà leggermente, a 8.125 euro lordi l’anno, la stessa prevista per i lavoratori dipendenti. La novità non riguarda però solo le pensioni molto basse, dal momento che la detrazione su quella porzione di reddito si applica a tutti i pensionati che dichiarano fino a 55mila euro lordi l’anno.

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