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Non solo Expo: “Festa a Vico” celebra l’eccellenza culinaria italiana

First&Food

C’è un solo avvenimento al mondo che di questi tempi può ambire a sottrarre un po’ di attenzione alla grande kermesse del cibo che si celebra con l’Expo a Milano ed è “Festa a Vico”, la cerimonia dell’eccellenza culinaria italiana che vede dal 7 al 9 giugno riuniti in un piccolo borgo della costiera sorrentina, 350 chef italiani, l’eccellenza assoluta della nostra gastronomia.

I protagonisti del Made in Italy culinario, celebrati come vere e proprie star in Tv, sulla stampa e nei blog di tutto il mondo –  e non a caso, visto che l’Italia è il secondo paese al mondo per chef stellati –  si esibiranno a Vico Equense in una tre giorni di alta gastronomia ideata tredici anni fa  da Gennarino Esposito, icona italiana dell’alta gastronomia della “Torre del Saracino” e di “Mammà” a Capri, come una riscoperta dei valori sensoriali, culturali, sociali, umanitari della cucina italiana e del suo territorio. Quest’anno, con l’Expo, Festa a Vico è letteralmente esplosa nei numeri e nel valore della sua proposta.

A cominciare da una cena esclusiva – e irripetibile – dove venti fra i più grandi chef italiani, tutti rigorosamente stellati, provenienti da ogni latitudine della penisola da locali dove la lista di attesa si misura a volte nell’ordine delle settimane, cucineranno le loro irraggiungibili specialità in una grande serata di beneficenza. E più delle parole val la pena di fare i nomi (la lista ufficiale non è ancora resa nota) di alcuni dei protagonisti di questa serata memorabile che si terrà nel Castello Giusso: a cominciare da Massimo Bottura, dell’Osteria Francescana di Modena, terzo ristorante al mondo nella lista dei The World’s 50 Best Restaurants Awards 2014, per seguire con Niko Romito di Castel di Sangro, new entry nelle tre stelle Michelin, Chicco Cerea del ristorante Da Vittorio a Busaporto, ancora 3 stelle, e con i bis-stellati Andrea Berton, Antonino Cannavacciuolo, dell’Hotel Villa Crespi ad Orta San Giulio, star tv di Masterchef, Pino Cuttaia, de La Madia di Licata, gran sacerdote del ritorno alla cucina della memoria, Davide Scabin, Mauro Uliassi, Francesco Bracali, Antonio Guida, Giancarlo Perbellini, Valeria Piccini, Nino Di Costanzo de Il Mosaico di Ischia e infine gli stellati Pier Giorgio Parini, Salvatore Tassa, oltre che, ovviamente, Gennaro Esposito.

Se questo è l’appuntamento più esclusivo al quale potranno accedere non più di 200 fortunati che potranno riservarsi un posto via internet, Festa a Vico, in omaggio al suo nome riserva altri due appuntamenti unici per la loro originalità. Domenica 7 giugno tutta la città di Vico Equense si trasformerà in una location gastronomica di alto livello e sarà letteralmente invasa da postazioni culinarie. Strade, piazze, angoli di Vico e soprattutto negozi di ogni genere non solo gastronomici, dalle oreficerie alle pelletterie, dai negozi di tessuti a quelli di articoli tecnici, ospiteranno un giovane Chef – saranno più di 130 – per quella che è stata chiamata “La Repubblica del Cibo”, un riconoscimento alla cucina come festa di tutti e come richiamo alle sue origini popolari e quindi fortemente radicate nel tessuto cittadino. Infine Martedì 9 giugno, gran finale con la Festa a Marina d’Equa di Seiano e nel Complesso Turistico Le Axidie, dove 100 chef stellati, 10 pizzaioli e grandi interpreti dello street food tutti gomito a gomito in un lungo percorso gastronomico che si snoderà nel lungo mare di uno dei più suggestivi borghi marinari d’Italia danno appuntamento al popolo dei foodies con i loro piatti.

Anche in questo caso l’enogastronomia italiana si produrrà in una grande festa di beneficenza. Il ricavato della serata servirà a finanziare le attività dell’associazione per la lotta dei tumori al seno, cos’ come con le passate edizioni di Festa a Vico sono stati ricavati oltre 300.000 euro per l’acquisto di attrezzatture dell’Ospedale pediatrico del Santobono di Napoli.

“Se è vero che l’Italia non è solo EXPO, anche Festa a Vico, con le sue eccellenze, il suo spirito, la raccolta fondi e la ricerca della qualità, è EXPO: è  l’Expo di Nutrire il Pianeta, dell’Energia per la Vita – afferma Gennarino Esposito – e realtà come la nostra  da sempre raccontano ciò che di meglio mostriamo e offriamo al mondo: con il calore delle persone, la passione, la cucina e l’esclusività dei nostri territori. Siamo guidati da quello spirito unicamente italiano che sa portare il mondo ad innamorarsi della nostra provincia!”.

Val la pena di ricordare in proposito che uno studio realizzato dalla Alma Graduate School dell’Università di Bologna, una delle più importanti scuole di management a livello europeo ha individuato diversi punti fermi sui quali occorre  ragionare: “l’enogastronomia italiana sta vivendo una stagione di successo senza precedenti; l’export del settore agroindustriale continua a crescere, nonostante la crisi economica; i prodotti italiani beneficiano del cosiddetto “country of origin effect”, cioè vengono automaticamente associati ai valori positivi del brand Italia (alta qualità, heritage e lifestyle); oltre ai mercati “tradizionali”, anche i BRICS stanno diventando grandi clienti dei prodotti italiani (Cina e Russia in primis); la ristorazione italiana nel mondo gode dello stesso effetto, infatti tra i nuovi ristoranti che vengono aperti nelle grandi città, uno su tre è un ristorante “italiano”.

E ancora l’export di prodotti alimentari “Made in Italy” continua a crescere, ma rappresenta solo il 35%  del mercato dei prodotti “Italian Sounding”; buona parte dei ristoranti “italiani” all’estero offre prodotti che non corrispondono all’identità gastronomica italiana, sia perché rappresentano il risultato della contaminazione culturale tra emigrati italiani e tradizioni locali, sia perché il “Made in Italy” è molto collegato all’immaginario e ad alcuni stereotipi”.

Per il prof. Max Bergami che tre anni fa come Consigliere Economico del Ministro per gli Affari Regionali, il Turismo e lo Sport  ha coordinato il primo Piano Strategico per lo Sviluppo del Turismo in Italia “dobbiamo convincerci tutti e a diversi livelli di responsabilità, che la cucina offre grandi opportunità per lo sviluppo dell’export dei prodotti italiani, con l’obiettivo di conquistare  una maggior quota di mercato a scapito dell’“Italian Sounding” che, è stato calcolato, sottrae 300.000 posti di lavoro al settore agroindustriale italiano. Sotto questo punto di vista “Festa a Vico” non è solo una vetrina gastronomica ma è soprattutto una scuola di cultura gastronomica che vuole diffondere nel mondo, da quel Sud che ha dato origine alla Dieta Mediterranea, patrimonio immateriale dell’Unesco, l’invito a considerare il cibo non solo un elemento di piacere ma anche un fattore di crescita legato alla storia e al presente del territorio e delle sue valenze contadine, artigiane e imprenditoriali.

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Categories: Cultura