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Mps torna in Borsa a settembre. Fed frena sui tassi

FIRSTonline

La riduzione del bilancio della Fed dovrà cominciare entro pochi mesi. Entro fine anno oppure, come chiedono alcuni membri del board, già a fine agosto. È quanto emerso dai verbali dell’ultima riunione della Banca centrale, segnata, da quel che si legge, da cospicue divisioni tra i collaboratori di Janet Yellen. Sotto la compattezza dimostrata in occasione dell’aumento dei tassi a inizio giugno (8 voti a favore, 1 contrario) i pareri si dividono sui tagli del budget. Alcuni ritengono che si debba cominciare al più presto, altri temono che una scelta del genere verrebbe interpretata dal mercato come un brusco e veloce cambio di rotta, in netto contrasto con la filosofia adottata finora alla banca centrale.

Dai verbali emerge inoltre un’altra realtà scomoda: una parte dei banchieri (forse la maggioranza) è convinta che la Borsa sia salita troppo. Alla Fed, insomma, è in corso una discussione aperta su tempi e modi delle tappe del rialzo di tassi. Un po’ come alla Bce, del resto. La direzione sembra chiara ma un’azione troppo rapida rischia di compromettere una ripresa già complicata dalle crescenti tensioni geopolitiche.

ACCORDO SUI DAZI TRA UE E GIAPPONE

Il lento ma progressivo cambio di rotta coincide con una situazione geopolitica sempre più turbolenta. La crisi coreana si avvia a vette mai sfiorate in passato, mentre si acuisce il confronto tra Usa e l’inedita coppia Cina e Russia, contrarie a nuove sanzioni contro Pyongyang.

L’Europa a trazione tedesca si avvia a mettere sotto accusa al G20 le pulsioni protezionistiche di Washington: oggi, vigilia del G20 ad Amburgo, in cui stanno confluendo legioni di anti-global, la Ue siglerà un accordo storico con il Giappone: Tokyo farà cadere i dazi sull’alimentare, l’Europa quelli sulle auto del Sol Levante. Un brutto colpo per il Regno Unito, finora al centro degli investimenti a quattro ruote di Toyota e Nissan.

CHIPS ALLE STELLE A WALL STREET, RIPARTE ANCHE STM

Deboli le Borse asiatiche: pesano la crisi coreana, ma anche i segnali rialzisti emersi dai verbali della Fed. La Borsa del Giappone si avvia a chiudere stamane in calo dello 0,2%. In ribasso dello 0,2% anche Shanghai, Hong Kong -0,3%, Mumbai +0,2%, Seul +0,1%.

La settimana finanziaria di Wall Street si è aperta, dopo l’Indipendence Day, con una forte risalita dei tech: il Nasdaq ha chiuso in rialzo dello 0,67%. Piatto il Dow Jones (-0,01%), S&P 500 +0,15%. Il cambio euro-dollaro ha reagito in modo blando alle comunicazioni della Federal Reserve.

Leggermente più vivaci le obbligazioni. Il rendimento del Treasury Bill a due anni è sceso lievemente a 1,39%, non troppo distante dai massimi degli ultimi 11 anni. Rendimento del Treasury a 10 anni a 2,33%, da 2,35% della chiusura.

In grande evidenza il settore dei chips: l’indice dei semiconduttori di Philadelphia è salito del 2,1%. Intel (+2,6%) è stato il miglior titolo dell’indice Dow Jones.

A Piazza Affari ha tenuto banco la riscossa di Stm (+3%) dopo tre settimane di ribasso (perdita complessiva del 6%).

LA RUSSIA NON VUOLE ALTRI TAGLI. GIÙ ENI E SAIPEM

A condizionare la seduta è stata anche la brusca caduta del settore energia sotto la pressione del calo del petrolio: -4% il Brent attorno ai 48 dollari (stamane a 48,2 in Asi), Wti a 45,30 dollari, con una’interruzione della più lunga striscia di rialzi (otto riunioni di fila) degli ultimi cinque anni. L’inversione di rotta va collegata a vari fattori: la forza del dollaro, la crescita dell’export di alcuni Paesi Opec e l’elevato livello dell’attività dello shale oil Usa, ormai competitivo anche poco sotto i 50 dollari al barile.

Inoltre, la Russia ha dichiarato che si opporrà a qualsiasi proposta di aumentare i tagli alla produzione decisi a suo tempo. Mosca non vuole cambiare l’accordo in corso perché, secondo funzionari del governo russo, qualsiasi ulteriore riduzione invierebbe un messaggio sbagliato al mercato. 

La conseguenza è stata un brusco calo del settore Energy (-2% l’indice) a Wall Street. Exxon e Chevron hanno accusato ribassi superiori all’1,5%. A Piazza Affari Eni è scesa dell’1,4%, Deutsche Bank ha tagliato il target price a 14 euro da 15,25 euro. Exane ha ridotto il prezzo obiettivo da 14 a 12 euro, confermando la raccomandazione underperform.

Inverte la rotta dopo i recenti rialzi Saipem (-2,7%). Sul titolo è intervenuta Barclays che ha tagliato il target price a 4,10 euro da 5,50 euro e la raccomandazione a Equal Weight (Neutrale) da Overweight. Gli analisti hanno ridotto il rating dal momento che “non si aspettano un turnaround consistente degli utili” nel breve periodo.

SOLO MILANO IN RIBASSO. OGGI IN VISTA APERTURA POSITIVA

I future sulle borse europee anticipano un avvio in moderato rialzo. Riflettori anche sull’intervento del capo economista della Bce Peter Praet oggi a Parigi. In calo solo Milano. L’indice Ftse Mib ha ceduto lo 0,44% a 20.939 punti. Andamento analogo a Madrid -0,41%. Londra è avanzata dello 0,14%, Francoforte ha guadagnato lo 0,13% e Parigi lo 0,10%. 

Le borse europee sono state sostenute dall’indice Pmi composito dell’Eurozona definitivo di giugno, che si è attestato a 56,3 punti, in calo rispetto ai 56,8 di maggio ma al di sopra del preliminare e del consenso, entrambi a 55,7 punti. 

PADOAN OTTIMISTA. PROMETEIA RIALZA LE STIME SULLE CRESCITA A 1,2%

L’Italia crescerà dell’1,2% nel 2017, anno in cui la crescita sarà la più alta dal 2010. È quanto emerge dal rapporto di previsione di luglio del centro studi Prometeia in cui l’istituto ha rivisto al rialzo le stime di marzo, portandole a +1,2% da +0,9%.

Il ministro del Tesoro, Pier Carlo Padoan, è ottimista. “Nei trimestri davanti a noi sono convinto che si cominceranno a sentire gli effetti di quelle misure di policy che stanno cominciando a cambiare i comportamenti delle imprese”, ha detto il ministro all’assemblea dell’Ania.

TITOLI DI STATO: MAXIASTA PER FRANCIA E SPAGNA

La volatilità vista la scorsa settimana sui mercati dei bond della zona euro e del forex non è significativa e in parte riflette il disallineamento tra prezzi di azionario e obbligazionario. È l’opinione del membro del consiglio Bce Benoit Coeuré. aggiungendo che i prezzi dell’azionario riflettono meglio le prospettive dell’economia dei rendimenti dei bond ostinatamente bassi che sono destinati a riallinearsi.

Si sono fatte più consistenti nel finale di seduta le vendite sui Btp. Il decennale italiano ha terminato la seduta al 2,14%, confermandosi in prossimità dei recenti massimi da inizio giugno. Lo spread Btp/Bund si è allargato fino al massimo di 167 punti base. Oggi il mercato sarà dominato dalle offerte di titoli di Francia e Spagna per una cifra complessiva di 13,5 miliardi, indicizzati compresi. Parigi intende collocare fino a 8,5 miliardi di Oat a 10 e a 30 anni. Madrid propone fino a 4miliardi di titoli tra i 5 e i29 anni nonché un miliardo di indicizzati al novembre 2030.

PAUSA PER LE BANCHE, MA VOLANO CARIGE E FINECO

A frenare Piazza Affari sono stati i ribassi delle banche. Dopo aver segnato il massimo degli ultimi 16 mesi, l’indice dei bancari italiani ha chiuso in ribasso dello 0,96%, mentre il paniere dei bancari europei ha guadagnato lo 0,05%. Tra i più colpiti dalle vendite i protagonisti dei recenti rialzo: Bper Banca -2,4%, Banco Bpm -2,3%. Prese di beneficio anche su Unicredit (-1,5%).  Meglio Intesa (-0,2%) in attesa del via libera del Parlamento al decreto sulle banche venete.

Mediobanca -1,46%. Il Cda del gruppo si è riunito ieri per definire i numeri del budget dell’esercizio 2017-18, cominciato ufficialmente l’1 luglio, sulla base del preconsuntivo dell’anno fiscale appena concluso i cui conti sono buoni e in linea con le attese.

Ancora in rally Carige (+5,5%) dopo il +23% di martedì: il titolo dell’istituto continua la corsa sulla scia delle ultime novità in tema di rafforzamento patrimoniale e non performing exposures.

In controtendenza anche Finecobank (+1,17%). Citigroup ha confermato sul titolo la raccomandazione buy e il prezzo obiettivo a 8,2 euro. Gli analisti apprezzano la notizia che il gruppo ha avviato il progetto di costituzione di una nuova società di investimento di diritto irlandese dedicata alle attività di gestione del risparmio, interamente partecipata dall’istituto.

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Fra le assicurazioni, salgono Generali (+0,5%) e UnipolSai (+0,4%), arretra Unipol (-1,4%).

MPS, RITORNO A SETTEMBRE. GLI NPL DI SIENA FANNO VOLARE CERVED

Il nuovo Monte dei Paschi tornerà a Piazza Affari nella seconda metà di settembre, dopo essere stato ricapitalizzato dal Tesoro per 5,4 miliardi a cavallo dell’estate. Il rientro sul listino sarà preceduto da un road show per illustrare alla comunità finanziaria i contenuti del piano di ristrutturazione. Il flottante si attesterà al 30%.Il piano illustrato dall’ad Marco Morelli prevede un utile netto superiore a 1,2 miliardi entro il 2021. Ci sarà una particolare attenzione per il contenimento dei costi: sono previsti 5.500 esuberi di cui 4.800 uscite attraverso l’attivazione del fondo di solidarietà. Sul fronte delle dimissioni, invece, il Monte chiuderà le sedi in Francia e in Belgio. Tra i grandi azionisti, ha sottolineato Morelli, ci sarà “una presenza importante” di Generali, che possiede 400 milioni di bond subordinati dell’istituto. Intanto Axa, storico partner assicurativo della banca, ha sottolineato il sostegno al management: “Accogliamo con favore questa pietra miliare”, recita una nota da Parigi.

Tra le ricadute del risanamento di Mps figura anche il balzo di Cerved (+3,65%). Il titolo è schizzato dopo l’annuncio della firma con Quaestio Holding di un’esclusiva per la negoziazione di un accordo che preveda l’acquisizione congiunta della piattaforma di servicing (Juliet) di Banca Monte dei Paschi di Siena, che Quaestio tratterà in esclusiva in qualità di investitore principale nella cartolarizzazione dei 26,4 miliardi di crediti deteriorati dell’istituto.

PROMOSSE YNAP E MONCLER. JP MORGAN SPINGE LEONARDO

Effetto positivo dell’avvio della copertura di Jefferies su alcune società del settore lusso. Avanza Moncler (+1,12%) premiata dal buy (target 24 euro). Ancora più energica la risposta di Ynap (+4,49%): il broker ha assegnato un prezzo obiettivo di 33 euro.

Brilla tra gli industriali Leonardo (+1,91%) aiutata dal miglioramento di target price da parte di JP Morgan a 20 euro da 17, con giudizio overweight. In una nota sul settore europeo della difesa gli esperti hanno rivisto le stime di Eps e i target price sui titoli dopo l’Air Show di Parigi.

Prysmian (+1,81%) ha beneficiato dell’aumento di target da parte di Goldman Sachs da 30 a 31 euro (il titolo resta nella Conviction List Buy). Gli analisti hanno migliorato le stime di Ebit per tener conto di un outlook più favorevole nel settore telecom. Fiat Chrysler arretra dell’1,5%.

INTESA SPINGE RCS. AL TOP DIGITAL BROS

Rcs avanza dell’1,73% dopo l’accordo con Intesa per il rifinanziamento totale del debito bancario del gruppo editoriale per complessivi 332 milioni di euro (scadenza al 31 dicembre 2022). Banca Akros ha promosso il titolo ad “accumulate”.

In forte rialzo anche Fincantieri (+3,91%) e Maire Tecnimont (+3,56%). Barclays ha alzato il prezzo obiettivo sul titolo da 3,8 a 5,1 euro, confermando la raccomandazione overweight.

In evidenza anche Digital Bros (+6,94%), miglior titolo di giornata. Banca Akros ha migliorato il suo giudizio sull’azione da neutral ad accumulate. Il target price resta invariato a 14,5 euro. Gli analisti di Akros hanno modificato il loro giudizio dopo la “recente correzione del titolo”.

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