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Mps-Mediobanca, le adesioni balzano al 19,4%: Delfin punta sull’offerta del Monte dei Paschi

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Nel giorno in cui Mediobanca ha ricevuto dalla Bce il via libera all’ops su Banca Generali, si impennano le adesioni all’altra grande offerta, quella lanciata dal Monte dei Paschi su Piazzetta Cuccia. E il merito di questa nuova crescita (dopo quella già registrata a cavallo di Ferragosto) dovrebbe nuovamente essere di Delfin che avrebbe apportato un ulteriore, cospicuo, pacchetto di azioni Mediobanca in dote all’ops della banca senese.

Mps-Mediobanca: adesioni al 19,4% grazie a Delfin

Numeri alla mano, le quote apportate all’offerta di Mps su Mediobanca sono passate dal 13,4748% fino all’attuale 19,4168%. È quanto fa sapere la Consob. A livello di adesioni si sono registrate, nella seduta di lunedì, circa 49,51 milioni di azioni. 

Nonostante non ci siano ancora state comunicazioni ufficiali, tutti i segnali portano a Delfin. Sarebbe stata proprio la holding che fa riferimento alla famiglia Del Vecchio a consegnare una quota delle sue azioni Mediobanca all’ops di Mps sulla banca milanese, dopo la mossa compiuta a cavallo di Ferragosto, Già la scorsa settimana Delfin, che in tutto ha circa il 20% di Mediobanca, era stata già protagonista nel ruolo di principale aderente in quel 13,4% spuntato improvvisamente tra le adesioni della scalata di Rocca Salimbeni. 

A pochi giorni dall’assemblea di Mediobanca chiamata ad approvare l’offerta lanciata da Piazzetta Cuccia su Banca Generali – il via libera assembleare è necessario dato che la banca milanese è sotto passivity rule – Francesco Milleri dà dunque al mercato un messaggio chiaro: Delfin sostiene a piene mani l’offerta di Mps su Piazzetta Cuccia, mentre sembra ormai scontata l’astensione della holding (che equivale a un voto contrario) sul voto relativo all’ops Mediobanca-Banca Generali.

L’obiettivo di Mps, da qui all’8 settembre, giorno in cui si chiuderà l’offerta, è quello di raggiungere il 66,7% delle adesioni, anche se la soglia minima è stata fissata al 35%. Una soglia, quest’ultima, ritenuta abbordabile, considerando che Caltagirone, titolare a sua volta di circa il 10% di Mediobanca, non ha ancora apportato le sue azioni all’offerta. Sommando le quote di Delfin a quelle di Caltagirone si arriva al 30%. A quel punto, il restante 5% potrebbe arrivare dalle casse previdenziali e, forse, da Unicredit (1,9% di Mediobanca). Ma prima c’è da superare il 21 agosto, giorno in cui si terrà l’assemblea di Piazzetta Cuccia che potrebbe rimescolare le carte. 

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