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Monti apre al Pdl, ma senza Berlusconi

Un Mario Monti a tutto campo, ai microfoni di “Radio Anch’io” su Radio Uno. Il Professore svaria su tutto il fronte della campagna elettorale, dispensando colpi sia al cerchio che alla botte, e fissando dei paletti ben precisi, sotto la bandiera del riformismo.

A fare rumore è l’apertura al Pdl, anche se è un’apertura monca, a metà, perchè pressupone un partito che non esiste (e chissà se esisterà mai), e cioè un Pdl non guidato da Silvio Berlusconi. In tal caso, per Monti “Si potrebbe benissimo immaginare una collaborazione, una volta mondato quello schieramento dal tappo che impedisce le riforme”.

Monti, nel corso dell’intervista, non ha, però, mancato di pungolare anche Pierluigi Bersani, annunciando di non avere “nessuna intenzione di fare nessun accordo con partiti che non hanno un forte orientamento riformista”. Su un eventuale alleanza con le forze del centrosinistra, il Professore è categorico: “dipenderà da quali politiche Bersani intenderà mettere in campo. Se sono quelle espresse, legittimamente, dalle correnti massimaliste non ci sarà proprio la possibilità di un lavoro comune”. Chiaro, ed esplicito, in questo caso, il riferimento a Nichi Vendola e a Sel.

Poi arriva la stoccata ad entrambe le parti, con una sorta di appello ai radioascoltatori: “Chi è contento con ciò che è avvenuto nei vent’anni precedenti ha una scelta facile perché basta che voti per il Pd collegato con l’estrema sinistra o per il Pdl collegato con la Lega ed ha la garanzia di votare per le stesse forze che hanno tenuto in piedi, o seduta, o in ginocchio l’Italia per vent’anni”. Noi, ha concluso il leader di Scelta Civica, siamo l’unica novità politica su questo proscenio: “Ho voluto dare agli italiani una possibilità nuova”.

Un clima che si surriscalda, quello intorno alla campagna elettorale, a un mese esatto dal voto. Alle affermazioni sul Pdl ha subito controbattuto a muso il segretario Angelino Alfano, proprio colui che, prima della svolta con cui Silvio Berlusconi ha rivitalizzato un partito moribondo, sarebbe dovuto esserne il candidato premiere. Questo l’affondo al Professore: “Se c’è qualcosa da cui l’Italia deve essere mondata è Monti e il governo tecnico”. Quando si dice più realista del re.

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Categories: Politica