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Meteoborsa: sotto l’albero futures in rosa. I mercati cominciano a capire l’importanza del piano Bce

PIU’ INTERVENTI DALLA BCE? SI PUO’ FARE, DICE BINI SMAGHI

FONSAI, PASSO INDIETRO DEI LIGRESTI. MONTANI AD DI BPM

Quantitative Easing per l’Europa? Perché no. “ I banchieri non dovrebbe nascondersi dietro gli avvocati per non prendere decisioni”. Bce compresa, visto che la banca centrale ha i mezzi sia per nuovi acquisti di titoli sovrani che per operazioni straordinarie, qualora fossero necessarie per cacciare il rischio deflazione. Parole forti se a pronunciarle è uno dei membri del board della Banca centrale europea, anche se a dieci giorni dalla sua uscita dal vertice di Francoforte. Lorenzo Bini Smaghi, dal 1° gennaio presidente di Snam, ha affidato al Financial Times la sua eredità di banchiere centrale con un intervento pepato che dimostra, sottolinea il giornale della City, che sotto l’apparente convergenza di opinioni, in Bce il dibattito ferve.

Dopo la prima reazione di cautela, i mercati mostrano di gradire l’iniezione di liquidità del doktor Mario Draghi, italiano con licenza di banchiere alla tedesca. In Piazza Affari l’indice FtseMib è avanzato dell’1,4%. Londra ha guadagnato l’1,5%, Parigi +1,3%, Francoforte +1%. All’appello, però, manca la ripresa del debito sovrano “tricolore”. Sul mercato dei titoli di Stato il Btp decennale non ha registrato nessun giovamento. Al contrario, il rendimento è salito al 6,79% (+10 punti base rispetto a ieri). Lo spread con il Bund è si è allargato a 485 punti, nonostante il via libera definitivo del Senato alla manovra finanziaria.

Wall Street, intanto, reagisce con moderato ottimismo ai numeri che, giorno dopo giorno, segnalano la ripresa dell’economia. Ieri il dato più positivo è arrivato dal calo, a sorpresa, delle richieste settimanali di sussidio di disoccupazione: 364 mila, iI dato più basso dall’aprile 2008. Il Dow Jones è salito dello 0,51%, il Nasdaq dello 0,83% al pari dello S&P 500 ad un passo dai livelli di inizio gennaio. In questa cornice non ha pesato più di tanto la correzione al ribasso del pil nel terzo trimestre (+1,8% contro il previsto +2%) anche perché il Superindice, un indicatore che anticipa l’evoluzione dell’economia americana nei prossimi trimestri, ha segnato per il mese di novembre una variazione positiva dello 0,5%, superiore alle attese degli economisti che lo indicavano +0,3%. .

METEOBORSA. SOTTO L’ALBERO, FUTURES IN ROSA. I futures segnalano una partenza positiva in Europa grazie agli effetti benefici della corrente in arrivo dai mercati del Nord America. Chiusa per festività la Borsa di Tokyo, l’Hang Seng di Hong Kong segnala un rialzo attorno al punto percentuale. Moody’s ha intanto confermato il rating della Corea del Sud: il cambio della guardia in Corea del Nord dopo la morte di Kim il Jong non cambia le prospettive di Seul e il won guadagna posizioni.

 

EDISON, PROGLIO APRE CON PASSERA AL PIANO B

EDIPOWER ITALIANA, IL RESTO PASSA A EDF

Corrado Passera vuol segnare il primo punto a favore della sua carriera politica. Ieri il ministro dello Sviluppo Economico ha incontrato il pdg di Edf, Henry Proglio, a cui ha illustrato la nuova linea italiana sul dossier Edison: da venditrici di foro Buonaparte, le utility italiane guidate da A2a e Iren sono diventate compratrici di Edipower. Nel caso di mancata intesa sui concambi, il governo Monti è pronto a sostenere anche una eventuale asta che attribuirà il controllo di Edison al miglior offerente.

A quanto pare, ci sarebbe stato un assenso di massima a valutare la nuova proposta da parte dei francesi, ma prima sarà necessario trovare un accordo sulla valutazione da dare alla quota di A2a e Iren in Edison. Al momento il titolo valuta sotto 0,8 euro. Gli italiani, per cedere il controllo totalmente in mano a Edf, vorrebbero un premio aggiuntivo. Ma fino a dove sono disposti ad arrivare i francesi? La sensazione, comunque, è che ormai la vicenda sia alla stretta conclusiva. Per la fine dell’anno, se non proprio all’accordo, si arriverà a un via libera di massima.

FONSAI, AUMENTO DI CAPITALE PER 750 MILIONI

SCENDE LIGRESTI, UNIPOL SCALDA I MOTORI

Giorno della verità in Fondiaria-Sai. Stamane, preceduto da una riunione tra l’advisor Goldman Sachs e i consiglieri indipendenti della compagnia, il cda prenderà atto che, per raddrizzare i conti e ripristinare il margine di solvibilità, è necessario un aumento nell’ordine di 750 miliardi, assai superiore a quanto suggerito dal creditore Mediobanca (600 milioni). Rumors danno per scontate nuove svalutazioni di partecipazioni e di immobili oltre ad ulteriori accantonamenti alle riserve nel prossimo bilancio per un importo attorno al miliardo che andranno ad aggiungersi alle misure (1,4 miliardi) già prese dal 2009 allo scorso settembre. Che farà la famiglia Ligresti? Se non partecipasse all’operazione, la quota dell’ingegnere di Paternò potrebbe scendere al 10% o anche meno. Ma chi sottoscriverà il prossimo aumento? Le voci si sprecano, anche perché sono al lavoro su questa materia sia Mediobanca che Unicredit oltre ai Ligresti. Per ora si sa che il private equity Clessidra di Claudio Sposito è al lavoro sul dossier su cui lavorano anche compagnie straniere (Allianz e Zurich) e italiane (Unipol e Cattolica).

Ieri, infine, l’ad Emanuele Erbetta si è recato in Consob. La settimana prossima la Commissione aspetta una relazione formale sugli azionisti di Premafin, a partire dai singoli intestatari delle quote detenute tramite i fondi Evergreen Securites: il 7% abbondante della società dei Ligresti che va ad aggiungersi al 12 e rotti intestato, sempre via Bahamas, a Giancarlo De Filippo.

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BANCHE, CUCCHIANI FA IL SUO ESORDIO AL VERTICE DI INTESA

HARAKIRI DI CHIESA (BPM). ENTRO L’ANNO ARRIVA MONTANI

Le tensioni sui cieli del credito non dipendono solo dal credit crunch o dai problemi del debito sovrano. In casa Barclays, rivela The Wall Street Journal, nickel ed alluminio. si fanno i conti con più di 500 milioni di dollari sfumati nelle scommesse su rame, nickel ed alluminio.

In Piazza Affari almeno questo problema non c’è. Unicredit ha guadagnato l’1%, MontePaschi +3%. Ubi è salita del 2,2%, Banco Popolare +1,6%. Intesa è salita del 2,5% nel giorno dell’insediamento di Tomaso Cucchiani come amministratore delegato. Cucchiani si e’ presentato alle prime linee del gruppo bancario in un lungo incontro che si e’ tenuto nel tardo pomeriggio. Trasparenza ed efficienza, rigore e prudenza gestionale saranno i miei punti cardinali di riferimento, ha sottolineato Cucchiani.

Ma il balzo più significativo l’ha compiuto Pop. Milano +5%, mentre si teneva in contemporanea la tormentata assemblea degli obbligazionisti, chiamata ad anticipare la conversione dei titoli, con grave danno per i risparmiatori. A rappresentare la banca c’era solo il direttore generale Enzo Chiesa, condirettore al tempo dell’emissione del prestito, multato, proprio per il convertendo, con 175 mila euro. «Dire che sono imbarazzato è poco – ha detto Chiesa – ma non tanto per la multa, che pagherò, e non per la perdita registrata dal convertendo e dalle azioni Bpm. Ma perché si mette in dubbio la mia buona fede all’inizio».

A dispetto delle numerose critiche, dopo tre ore di discussioni, il via libera alla ristrutturazione è arrivato con il voto favorevole del 53,78% delle obbligazioni emesse, mentre è risultato contrario il 2,5% dei titoli in circolazione. Entro il 29 dicembre il consiglio di gestione della banca procederà all’aumento del numero di azioni di compendio a servizio del prestito, sulla base della delega conferitagli dall’assemblea degli azionisti dello scorso 25 giugno. Sarà l’ultimo atto dell’emergenza prima di consegnare la gestione di Bpm al nuovo ad, scelto da Egon Zehnder con l’avallo di Investindustrial (Andrea Bonimo). La scelta è caduta su Pietro Montani, già ad di Antonveneta prima della cessione a Mps.

Giornata positiva per i titoli petroliferi, spinti dal buon andamento dei prezzi del greggio: il Wti è scambiato a 99,5 dollari il barile, in rialzo dello 0,8%. Eni è salita dell’1,3%, Saipem +2%, Tenaris +2,1%. Positive Enel +1,5%, Telecom Italia +1,5%,A2A +2,7% ed Edison +5,7%. Tra i titoli finanziari, Generali è scesa dello 0,8%,Fondiaria-Sai -3,5%. Positiva Azimut +3,2%. Nel settore industriale hanno brillato Pirelli +2,4% e StM +3%, Fiat +2,5% e Fiat Industrial +2,5%. Fra le mid cap, sono salite Landi Renzo +5,6% e Amplifon +3,5%. In netto calo Yoox -4,3%.

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