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Messico, Adidas accusata di appropriazione culturale per il nuovo modello di sandali

Adidas

Appropriazione culturale. Da qualche tempo la cultura woke e la sua strenua difesa della sensibilità di persone e popoli, anche attraverso una rigorosa lettura della storia, propone anche questi termini nuovi. L’ultimo esempio è quello del Messico, chiaramente uno dei Paesi “sensibili” per il suo passato coloniale e la sua identità culturale complessa e sofferta: il Paese latinoamericano ha accusato Adidas di “appropriazione culturale” in merito al nuovo modello di sandali presentato la scorsa settimana, che si chiama secondo l’azienda Oaxaca Slip-On ma che in realtà per gli orgogliosi locali non sarebbe altro che una copia del tradizionale “huarache”, di origine indigena.

Il Messico minaccia azioni legali: “La nostra storia non è merce”

La nuova calzatura, ironia della sorte, è stata messa a punto da un designer statunitense di origine messicana, Willy Chavarria. “L’azienda Adidas, insieme allo stilista Willy Chavarria, ha preso spunto dai sandali tradizionali della gente di Villa Hidalgo Yalalag“, ha contestato il deputato messicano Isaías Carranza, riferendosi a un villaggio di Oaxaca caratterizzato da una forte presenza e cultura indigena. In realtà la scelta di Adidas sembra essere voluta: più che un plagio sembra essere stata, nelle intenzioni di chavarria, un omaggio alla terra delle sue origini. Ma in Messico non ne vogliono sapere e a guidare la reazione contro Adidas è stato il governatore di Oaxaca Salomón Jara, che mentre mostrava le immagini del “modello huarache reinterpretato” dal marchio tedesco, ha minacciato di passare alle vie legali.

“Non si tratta solo di design, ma della cultura, della storia e dell’identità di un popolo indigeno e non permetteremo che venga trattato come una merce“, ha affermato il governatore in un video pubblicato sulla rete X. Si è aggiunta poi la Segreteria della Cultura e delle Arti di Oaxaca, sottolineando in una dichiarazione che l’adozione senza consenso di elementi culturali dei popoli indigeni per scopi commerciali costituisce una “violazione dei loro diritti collettivi”. L’ente ha chiesto la “sospensione immediata della commercializzazione” del nuovo modello: adesso l’opzione per il governo di Oaxaca sarebbe quella di presentare un reclamo formale all’Istituto Messicano per la Proprietà Industriale (IMPI), l’agenzia federale messicana per la protezione della proprietà intellettuale. Adidas da parte sua non ha ancora rilasciato una dichiarazione pubblica in merito alla controversia. La scarpa non è ancora stata messa in vendita al pubblico e l’azienda non ha annunciato una data di lancio.

I precedenti: c’è anche Prada

Quello dello “huarache” peraltro non è il primo caso di questo tipo in Messico: negli ultimi anni, il Paese governato da Claudia Sheinbaum ha denunciato l’appropriazione e l’uso non autorizzato dell’arte dei suoi popoli indigeni da parte di importanti marchi e stilisti di tutto il mondo. Nel 2023 ad esempio l’azienda cinese Shein è stata accusata di appropriazione culturale di elementi della cultura e dell’identità del popolo Nahua dello stato di Puebla. All’epoca, il governo messicano lamentò il danno economico e morale arrecato a questa fascia della popolazione. Tra gli altri accusati di plagio dei popoli messicani negli ultimi sei anni figurano pure la stilista francese Isabel Marant e i marchi di lusso Zimmermann e Carolina Herrera. E poi c’è stato un caso recente che ha coinvolto l’italiana Prada, ma con l’India: un modello di sandali presentato all’ultima Milano Fashion Week sembrava copiato dai “kolhapuri”, calzature indiane risalenti al XII secolo.

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