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Mercatini e Pil: l’usato in Italia vale 18 miliardi

Il 50% degli italiani sotto i 45 anni compra e vende oggetti usati, alimentando un sistema economico che genera un volume d’affari pari a 18 miliardi di euro l’anno, circa l’1% del Pil nazionale. Il successo della cosiddetta “second hand economy” è legato alla sua convenienza (il 71% di chi compra usato lo fa per risparmiare, il 58% di chi vende per liberarsi del superfluo), ma il fenomeno non va collegato direttamente la crisi, visto che solo il 22% di chi ha venduto propri oggetti nel 2015 lo ha fatto per guadagnare o per integrare il reddito, (era il 38% nel 2014). I dati emergono dall’edizione 2015 dell’Osservatorio Doxa sulla Second hand economy commissionato da Subito.it – l’azienda che gestisce la principale piattaforma italiana di compravendita on line con oltre 8 milioni di utenti unici – e presentato oggi a Milano.

Sono tre i pilastri su cui poggia l’espansione “dell’economia del mercato rinnovato”, spiega Guido Argieri, customer insight director di Doxa. “Prima di tutto c’è il pilastro valoriale – spiega – La second hand economy viene riconosciuta come un valore che porta la persona al centro della propria economia e dei propri consumi. Il secondo asse è quello pragmatico di poter risparmiare e guadagnare qualcosa in più, impattando sul budget familiare. Il terzo asse di sviluppo è la tecnologia che permette di arrivare e accedere a più prodotto e più servizi in maniera molto rapida”.

L’online vale per il 38% dell’intero mercato dell’economia dell’usato, pari al circa 6,8 miliardi. Ma se il 40% degli under 45 compra sul web, circa il 47% dichiara di scegliere i mercati dell’usato “perché così può vedere e toccare l’oggetto”.

Sulla popolazione under 45, la metà compra o vende oggetti di seconda mano poiché considerano questa scelta un modo intelligente e non convenzionale di fare economia, mentre il 40% usa il web perché è un canale veloce (68%) per trovare ciò che si cerca. I beni usati più acquistati online appartengono alle categorie elettronica (33%), sports e hobby (31%), veicoli (28%) e casa e persona (26%).

Ai veicoli invece spetta la leadership indiscussa del volume d’affari online con 4,2 miliardi di euro, seguiti dal mondo dell’arredamento e degli elettrodomestici (980 milioni). In questo scenario sta crescendo anche il peso di altri settori come la moda, che copre un volume di affari pari a 360 milioni di euro, e l’elettronica, con 340 milioni.

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