Nei primi 9 mesi dell’esercizio Mediobanca registrato 2.767,9 milioni di ricavi e 993,2 milioni di utile entrambi in rialzo del 5%. La banca distribuirà un acconto sul dividendo di 0,56 euro per azione con stacco il 19 maggio e saldo a novembre. Il terzo trimestre ha chiuso con utile netto di 333,5 milioni (-0,4%) e ricavi di 920 milioni.
Nei nove mesi, che hanno visto una crescita di tutte le divisioni, il Wealth management (vale a dire la “gestione del patrimonio“) ha segnato un utile netto di 168,9 milioni (+10,3%) dopo ricavi per 726,8 milioni (+5,3%) sostenuti da un flusso commissionale in crescita (+13,7%). La raccolta netta si è attestata a 7,2 miliardi. Il titolo in Borsa guadagna terreno dopo la presentazione dei dati.
Mediobanca: i conti nel dettaglio
Il Corporate & Investment Banking chiude con ricavi a 677,3 milioni (+26%) e un solido terzo trimestre a 225,9 milioni di ricavi (+17%). La componente commissionale (+52%) è stata favorita dalla vivace attività di advisory (+86,6%). La banca ha confermato il suo posizionamento di advisor di riferimento in Italia, partecipando alle più importanti operazioni annunciate, e completando 68 operazioni nell’arco dei nove mesi. L’utile netto si attesa a 225 milioni.
Nel credito al consumo Compass nei nove mesi segna un utile netto record di 308 milioni (+5,6%) di cui 104,6 nel trimestre (+3,5%) e ricavi di 954,4 milioni (+7,4% e +2% rispettivamente) ai massimi storici. Il margine di interesse beneficia del consolidamento della marginalità della nuova produzione e dei maggiori volumi medi, realizzando una crescita che compensa l’evoluzione della base costi. La divisione Insurance, vale a dire la quota in Generali, dà un apporto importante all’utile del gruppo con un utile netto di 350 milioni (di cui 109,7 milioni nell’ultimo trimestre), pressoché in linea con lo scorso anno (353 milioni) con valorizzazioni ad equity method per 336,6 milioni. Il risultato dell’equity method risulta in lieve flessione (-2% a 336,6 milioni) con un contributo di Generali in calo del 2,5% (da 337,7 a 329 milioni) per la presenza di plusvalenze da dismissioni realizzate l’anno precedente. Il book value della partecipazione in Assicurazioni Generali aumenta da 4.000,7 a 4.076,7 milioni per effetto principalmente dell’utile di periodo (102,4 milioni).
Infine le Holding Functions chiudono i nove mesi con un passivo di 49,7 milioni, con un apporto trimestrale di circa 20 milioni, condizionato principalmente dal calo dei tassi di mercato e dall’andamento dei proventi di negoziazione. A livello patrimoniale il Cet1 ratio è in aumento nel trimestre di circa 40 punti base.
Nagel: “Per Mediobanca crescita malgrado incertezze”
“Mediobanca ha confermato nei nove mesi, malgrado le incertezze dello scenario, la crescita di tutte le sue divisioni, consolidando le principali iniziative del Piano 2023-26″. Lo ha detto Alberto Nagel, amministratore delegato di Mediobanca a commento dei conti. “L’aggregazione tra Banca Generali e Mediobanca, che abbiamo annunciato lo scorso 28 aprile e che porteremo per approvazione da parte degli azionisti nell’assemblea del 16 giugno, completa il percorso di trasformazione del gruppo Mediobanca in player diversificato, focalizzato su business ad elevata crescita e basso assorbimento di capitale, eccellente per creazione di valore per gli stakeholder. Con oltre il 50% dei ricavi nel Wealth managemente ed oltre 210 miliardi di masse della clientela, Mediobanca diventerà un leader del Wealth management, punto di riferimento nel panorama finanziario italiano ed europeo”, ha aggiunto.
Sui risultati il banchiere ha sottolineato che “tutte le piattaforme distributive fisiche e digitali sono state potenziate, attraendo i migliori talenti; l’offerta di servizi è stata ampliata e riposizionata sempre più sul modello Private Investment Banking, con un ottimo riconoscimento da parte dei clienti e dei consulenti.
Nagel: confermata guidance 2025 e remunerazione ai soci
Il gruppo Mediobanca sulla scorta dei risultati finora ottenuti e del potenziale insito nel modello di business conferma, per la chiusura dell’esercizio corrente: una raccolta netta di 9-10 miliardi; ricavi in crescita, con commissioni in aumento low double digit e margine di interesse resiliente (nonostante l’attesa discesa dei tassi di interesse) per la forza del Consumer finance (Compass), in grado di assorbire la riduzione dei rendimenti degli altri attivi; rapporto costi/ricavi e costo del rischio sotto controllo; crescita dell’ utile per azione nel range atteso del 6/8%; una remunerazione degli azionisti che vedrà il completamento del piano di buyback in corso (385 milioni già attuato per il 71%), un cash-pay out del 70% (acconto di dividendo a maggio 2025 e saldo a novembre 2025) e ulteriori decisioni sui buyback che verranno comunicate entro la fine dell’esercizio.
Nagel su Banca Generali e incontro a Palazzo Chigi
“La nostra intenzione, come già detto, è spiegare nei dettagli lo spirito che sta dietro questa operazione” su Banca Generali “e nel farlo “noi incontreremo tutti i principali azionisti, incontreremo le istituzioni, le autorità e spiegheremo l’operazione ai nostri dipendenti: questo è previsto nelle prossime settimane e durerà fino alla nostra assemblea”. Così Nagel durante la call con i giornalisti nel rispondere a una domanda sugli incontri avuti in merito a Banca Generali, anche alla luce di quanto filtrato su un colloquio a Palazzo Chigi con il capo di gabinetto Caputi.
“Lo spirito – spiega Nagel – è quello di avere un’operazione che fa fare un progresso a una parte del sistema finanziario e che quindi possa essere sostenuta in maniera più larga possibile”. Sulla conferma dell’incontro con il capo di gabinetto, Nagel risponde: “Sapete che noi siamo da questo punto di vista sempre piuttosto laconici nel dire quello che facciamo e quello che non facciamo”.
“Abbiamo ricevuto un feedback molto positivo dagli investitori in merito all’offerta per Banca Generali”. Il manager ha ribadito che la loro offerta genera valore mentre quella lanciata da Mps comporta dei rischi anche perché, ha spiegato, Banca Generali e Mps hanno due storie “completamente diverse”.
Nagel: “Per Mps meglio una operazione fra pari”
“Avendo una qualche esperienza nel M&A bancario – ha proseguito Nagel – ritengo che le operazioni che generano valore siano quelle tra pari, tra pari nel senso all’interno della stessa categoria bancaria, perché ci sono sinergie evidenti e affinità strutturali. Quindi ritengo che le migliori operazioni per Mps siano operazioni di combinazione con banche commerciali che abbiano con loro una complementarietà in cui ci siano quindi la possibilità di fare reali sinergie e di espandere la dimensione loro e la presenza geografica, le quote di mercato nelle regioni dove sono”.
“Nell’operazione con noi tutto questo non si verifica, viceversa si verificano delle sinergie importanti che vengono estremamente amplificate nella misura in cui in Mediobanca invece che la partecipazione in Generali c’è Banca Generali e qui è facile capire il perché”, ha aggiunto parlando dell’alternativa per Mediobanca di unirsi a Banca Generali.
“Nell’attuale configurazione di Mediobanca – ha detto ancora – una parte importante della superficie di bilancio è rappresentata da due asset che sono Compass e Generali che hanno una loro dinamica particolare nel caso di Generali addirittura è un asset gestito da terzi, quindi sostanzialmente è relativamente ininfluente quello che succede in Mediobanca rispetto ai risultati di Generali. Una volta completata l’operazione Banca Generali, è completamente diverso perché il 70% del business della nuova Mediobanca dipenderà da due divisioni, una di Wealth management e una di Cib dove il marchio, il posizionamento, la ritenzione dei talenti diventano l’elemento chiave del successo. Quindi da questo punto di vista avendo esperienza di M&A bancario penso che la nostra operazione possa generare molto valore, l’altra operazione abbia dei rischi di esecuzioni altissimi e quindi metta a rischio anche una parte importante di valore della combinazione”.