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L’olio extravergine di oliva fa bene al cuore: lo dice l’Agenzia Usa

L’olio extravergine d’oliva fa bene al cuore. Potrebbe sembrare un accattivante spot pubblicitario pagato da qualche multinazionale del settore per conquistare nuovi consumatori, e invece è il messaggio lanciato negli Stati Uniti dalla Food and Drug Administration. La severa agenzia americana che si occupa dei controlli su farmaci e prodotti alimentari ha infatti invitato a indicare sulle confezioni degli oli contenenti almeno il 70% di acido oleico che il loro consumo porta benefici cardiovascolari, in quanto sostituisce il grasso saturo dannoso per il cuore.

Una patente di salubrità, quella rilasciata al prodotto simbolo della dieta mediterranea e condimento principe della cucina made in Italy, che può dare un ulteriore impulso al successo già conquistato negli ultimi anni sui mercati internazionali, tra i quali primeggia proprio quello nordamericano (export per 300 milioni di euro nel periodo gennaio-agosto 2018) vista la crescente attenzione che nelle loro scelte i consumatori tendono ad attribuire al rapporto cibo-salute

Inoltre, l’autorevolezza della fonte di questo messaggio dovrebbe contribuire a diradare alcune ombre che il sistema delle famigerate etichette a semaforo rosso rischia di allungare, per ragioni opposte a quelle richiamate ora dall’agenzia statunitense, anche sull’olio extravergine d’oliva, l’oro verde dell’ agricoltura italiana

L’iniziativa della Food and Drug Administration è stata accolta con soddisfazione  dalle associazioni degli olivicoltori italiani .“Un riconoscimento significativo per l’olio extravergine italiano che ha percentuali di acido oleico ben superiori al livello indicato dall’Fda – spiega David Granieri, presidente di Unaprol, la più importante associazione degli olivicoltori italiani – Il nostro è un prodotto unico per qualità, biodiversità e sicurezza che purtroppo deve combattere non solo contro contraffazioni e speculazioni, ma anche contro gli attacchi di Paesi che adottano politiche fiscali punitive o sistemi di etichettatura a semaforo fuorvianti e penalizzanti per i consumatori”.

Buone notizie arrivano anche dal fronte della guerra dichiarata alle etichette-semaforo contro le quali si è schierata anche l’Italia: nei giorni scorsi è stata comunicata la decisione di alcune delle maggiori multinazionali che operano nel settore alimentare, tra cui Coca Cola e Unilever, di rinunciare al progetto di utilizzare sui propri prodotti lo stesso sistema a semaforo adottato in Inghilterra.

Un sistema che potrebbe mettere a rischio il futuro di alcuni dei più blasonati formaggi e salumi dop italiani, come il Parmigiano Reggiano e il Prosciutto di Parma. Ma nel paniere dei prodotti con il bollino rosso potrebbe finire, incredibile a dirsi (almeno per noi profani), anche lo stesso olio extravergine d’oliva. Ma ora, con in tasca il passaporto rilasciato dalla Food and Drug Administration, questo “attentato al buon senso” dovrebbe essere sventato.

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