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Lo spread s’impenna e i dazi mandano in tilt le Borse

FIRSTonline

Il tormentone dazi torna a innervosire i mercati. I listini europei chiudono in rosso e Wall Street si muove negativa, in scia all’entrata in vigore delle nuove tariffe fra Usa e Cina e all’annullamento della visita a Washington del vicepremier Liu He. Un chiaro segnale che i negoziati sono a un punto morto. Francoforte chiude in calo dello 0,62%, Parigi -0,33%, Madrid -0,84%, Londra -0,44%, Zurigo -0,58%. 

Piazza Affari soffre anche più degli altri listini, -0,91%, 21.339 punti, ma è soprattutto lo spread a impensierire. Il differenziale di rendimento fra Btp 10 anni e Bund di pari durata s’impenna del 9,13%, 242.70 punti base. Il rendimento del benchmark italiano si avvicina nuovamente alla soglia del 3% (2,94%). 

A muovere i titoli di stato della zona euro è in certa misura Mario Draghi che, nel pomeriggio, di fronte al Parlamento europeo, definisce l’accelerazione dell’inflazione core “relativamente vigorosa”. Un lessico che mette in moto supposizioni a proposito di un possibile rialzo dei tassi a ottobre 2019 e addirittura un altro entro l’anno. In corrispondenza anche l’euro s’impenna, fino a superare 1,18 contro il dollaro, per poi ripiegare in area 1,177.

La carta italiana però paga un prezzo più alto in vista delle aste di fine mese che prenderanno il via domani con il collocamento del Ctz marzo 2020 e del Btpei. 

Gioca un ruolo inoltre la politica interna, in attesa della nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza con gli obiettivi 2019. In un tweet Luigi Di Maio scrive: “La Francia per finanziare la sua manovra economica farà un deficit del 2,8%. Siamo un Paese sovrano esattamente come la Francia. I soldi ci sono e si possono finalmente spendere a favore dei cittadini. In Italia come in Francia”. Il riferimento è alla decisione dei cugini d’Oltralpe di tagliare le tasse per 24,8 miliardi di euro nel 2019, con un aumento del rapporto deficit/Pil al 2,8%. Lo spread fra decennale francese e tedesco però sale soltanto dello 0,62%, a 32.40 punti base.

Il petrolio prosegue la sua cavalcata dopo il vertice Opec. Brent +2,65%, 79,92 dollari al barile. In Piazza Affari è proprio un titolo “oil” oggi a conquistare il podio. Si tratta di Saipem, miglior blue chip di giornata con un rialzo del 3,61%. Bene Tenaris, +1,01%, mentre Eni -0,94% soffre lo stacco dell’acconto sul dividendo. Fra le performance migliori Ferrari +0,9% e Poste +0,48%.

Le vendite colpiscono ultility e banche, con l’eccezione di Bper +1,15%. Italgas perde il 2,45%; Terna -1,86%. Intesa -2,1%. Sprofonda Carige, -10,71%, per timore che la mancanza di un’aggregazione a breve costringa la banca a un nuovo aumento di capitale. Prysmian -2,37%.

Male la moda. Ferragamo cede il 2,05%. A Wall Street Michael Kors è in profondo rosso (-9%) a seguito delle indiscrezioni sull‘acquisto di Versace per circa 2 miliardi di euro. Sempre alla Borsa di New York anche Comcast paga a caro prezzo la vittoria nella corsa a Sky. Il gruppo americano perde oltre il 7% dopo aver vinto l’asta per il colosso della tv via satellite con un’offerta di 40 miliardi di dollari, il 60% in più di quella che era stata l’offerta iniziale messa di 21st Century Fox nel 2016. L’azionario Usa, già debole in mattinata, sta peggiorando dopo che il sito web Axios ha scritto che il vice procuratore generale Red Rosenstein ha rassegnato le dimissioni prima di essere licenziato dal presidente Donald Trump.

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