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L’indice di fiducia tedesco dà fiato alle Borse

Il bel tempo, una volta tanto, arriva dalla Germania. A rasserenare i mercati europei (+0,5% sia Piazza Affari che Londra e Parigi) dopo la gelata del lunedì nero ci hanno pensato infatti i dati in arrivo da oltre Reno. L’indice Ifo, che misura la fiducia delle imprese, è risultato invariato rispetto ad aprile contro le previsioni di un lieve calo. Ma, soprattutto, dai dati sulla crescita economica del primo trimestre risulta che, finalmente, si è messa in moto la domanda interna che ha contribuito per i due terzi alla crescita del Pil (+1,5%) mentre le esportazioni, a conferma del rallentamento di alcune economie emergenti, hanno segnato un più modesto +0,5%.
La ripresa della domanda interna tedesca è senz’altro una buona notizia per l’Italia. Ancor più confortanti i segnali in arrivo da Atene: rompendo, dietro forte insistenza dei partners, gli indugi, il Governo greco ha finalmente avviato la procedura di vendita della quota in Ote, nelle Poste e nel porto del Pireo. Riprende ossigeno la quotazione dell’euro, che risale sopra quota 1,40 sul dollaro e si allontana, seppur di poco, il rischio default dell’area più debole dell’eurozona che inevitabilmente metterebbe sotto pressione l’Italia, come ricorda Alastair Wilson, responsabile di Moody’s per l’area Emea. E come ha ben presente Giulio Tremonti che, rivela il New York, è stato il critico più spietato nel vertice del 6 maggio delle inadempienze greche.

IL RECUPERO DELLA FIAT

Rimbalza (+2%) il titolo del Lingotto, il più bersagliato nel lunedì nero. In giornata Sergio Marchionne festeggerà il “payoff day”, cioè la restituzione dei debiti dovuti ai governi di Usa e Canada, da parte di Chrysler. Ieri, parlando con i cronisti all’inaugurazione di una delle 58 nuove succursali di vendita Fiat oltre Oceano, lo stesso Marchionne ha detto che l’azienda si ripromette di salire fino al 76% del capitale di Chrysler (sono in corso le trattative con il sindacato Uaw, cui fanno capo la maggio parte delle quote) per poi procedere, entro l’anno, all’Ipo del restante 24 per cento.

Giornata positiva anche per i petroliferi, Eni (+0,9%), Saipem (+1,2%) sulla scia del rimbalzo del greggio. Il cane a sei zampe ha annunciato l’accelerazione dei progetti per lo sviluppo del giacimento iracheno di Zubair: saranno perforati altri 68 pozzi per portare la produzione dagli attuali 270 mila a 700 mila barile.

Rallenta la flessione di Banca Intesa (-0,1%), ma le minori pressioni sul mercato obbligazio (stabile il rendimento del Btp a quota 4,79%) non si riflette sul resto del comparto bancario. Fa eccezione Mediobanca (+0,8%), tra l’altro impegnata, pare con successo, nella costituzione di una rete finanziaria di investitori pronti ad entrare in Bpm al momento dell’aumento di capitale. Al contrario, riemerge il made in Italy: +1,2% Luxottica dopo l’acquisizione di una catena di 270 punti vendita in Sudamerica e Tod’s (+2%).

Non si riprende invece Maire Tecnimont, ieri sotto dell’1.7 per cento. Nel corso dell’ultimo mese il titolo della società ha perduto il 45 per cento del valore, una frana che non si giustifica certo con le turbolenze politiche in Nord Africa o nel Medio Oriente.


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Categories: Finanza e Mercati