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Libia devastata da inondazioni, 5 mila morti e 10 mila dispersi ma il bilancio potrebbe essere più grave

FIRSTonline

Catastrofe in Libia. In seguito al passaggio dell’uragano Daniel, la Libia orientale è stata colpita da violente inondazioni senza precedenti, causando una tragedia di proporzioni devastanti. Le precipitazioni, accompagnate da venti fino a 180 chilometri orari, hanno portato quantità di pioggia stimati tra 50 e 250 mm, con fulmini e tuoni su tutta la regione della Cirenaica, colpendo le città di Shahat e Al-Bayda.

L’area maggiormente colpita è però quella della città portuale di Derna a 200 chilometri dal confine con l‘Egitto, dove hanno ceduto anche due dighe facendo aumentare le inondazioni nella zona.

Le prime stime parlano di oltre 5 mila morti e almeno 10 mila dispersi ma la situazione potrebbe essere ancora più grave.

La tempesta si prevede che continuerà a spostarsi verso est, raggiungendo zone come Jaghbub e le regioni al confine con l’Egitto. L’uragano Daniel aveva colpito precedentemente Grecia, Turchia e Bulgaria, causando almeno 27 morti.

Derna devastata. Distrutto il 25% della città

Al momento “sono oltre 3.000 le vittime della tempesta Daniel, e 6.000 dispersi a Derna, la città maggiormente colpita dalle inondazioni. I corpi giacciono ancora in molti luoghi” ha detto il ministro della Sanità Abdul jalil, del governo di Tobruk.

“Ancora in molti luoghi, ci sono famiglie bloccate nelle loro case e ci sono vittime sotto le macerie. La situazione nella città di Derna sta diventando sempre più tragica, e non ci sono statistiche definitive sul numero delle vittime”, ha spiegato Abduljalil “Molte zone erano inaccessibili”.

“Non sto esagerando quando dico che il 25% della città è scomparso. Molti, molti edifici sono crollati” ha detto Hichem Chkiouat, ministro dell’aviazione civile.

Intere zone della città sono state spazzate. Più di 700 corpi sono accumulati nel cimitero in attesa di essere identificati.

Croce Rossa: bilancio delle vittime è enorme

“Confermiamo dalle nostre fonti di informazione indipendenti che finora il numero delle persone scomparse ha raggiunto le 10.000 persone.”. Lo ha segnalato ai giornalisti a Ginevra, in collegamento video da Tunisi, Tamer Ramadan della Federazione internazionale delle società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa. Si prevede che il bilancio delle vittime aumenterà drammaticamente, con migliaia di persone scomparse, ha avvertito oggi l’organizzazione. “Il bilancio delle vittime è enorme e potrebbe raggiungere le migliaia“, ha aggiunto.

Allerta per i giacimenti petroliferi della zona

Massima allerta per le infrastrutture petrolifere, che sono concentrate proprio nelle zone più interessate dalle inondazioni.

La produzione petrolifera è stata drasticamente ridotta, e i voli fra i terminali sono stati sospesi per ragioni di sicurezza.

Meloni: Italia vicina alla Libia, pronti ad intervenire

La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha espresso il suo dolore per i gravi danni causati dall’uragano Daniel nella parte est della Libia, includendo morti, feriti e distruzione. L’Italia ha dichiarato la sua piena vicinanza e solidarietà alle famiglie delle vittime e al popolo libico, e ha attivato la Protezione Civile per fornire assistenza alla Libia in questa emergenza.

Anche il Ministro della Difesa Guido Crosetto, con un post su X ha espresso la vicinanza al paese offrendo immediatamente aiuto al paese africano.

Intanto il Ministro degli Esteri Antonio Tajani ha annunciato la partenza di un team della Protezione civile per la Libia.

Vicinanza arriva anche dall’Ue con le parole dell’Alto Rappresentante Ue Josep Borrell: “Siamo rattristati dalle immagini di devastazione in #Libia, devastata da condizioni meteorologiche estreme che hanno causato la tragica perdita di molte vite. L’Ue segue da vicino la situazione ed è pronta a fornire il proprio sostegno”, ha scritto in un tweet.

Le Nazioni Unite in Libia stanno monitorando da vicino la situazione e diverse nazioni, tra cui Tunisia, Egitto, Algeria e Qatar, stanno offrendo aiuto umanitario e logistico alle autorità libiche per affrontare l’emergenza.

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