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L’effetto Bce fa bene a Piazza Affari e allo spread

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Si conclude in rialzo l’ennesima seduta sulle montagne russe nell’era del nuovo coronavirus, ma oggi il bazooka delle banche centrali, a partire da quello della Bce, arriva finalmente a bersaglio.

Piazza Affari guadagna il 2,29% e risale a 15.466 punti base. Chiudono in verde Francoforte +2,06%; Parigi +2,68%; Madrid +1,96%; Londra +1,99%. Il balzo maggiore avviene a Zurigo, +5,44%. Dopo numerosi cambi di passo i listini europei trovano pace quando anche Wall Street, partita in ribasso, sembra volgere al bello stabile. Il presidente Usa Donald Trump ha dichiarato che ci sono terapie che possono essere implementate rapidamente ed è risultato ottimista sulle possibilità di ottenere centinaia di miliardi di dollari di aiuti con il Congresso.

Le misure decise dalle banche centrali e quelle dei governi contro le conseguenze del fermo economico da pandemia, sembrano sortire gli effetti sperati anche sui mercati,  benché il dollaro resti il bene più ricercato di questa fase. Il cambio con l’euro si restringe ulteriormente a 1,067.

L’intervento deciso nella notte dalla Banca centrale europea, con il Pandemic Emergency Purchase Programme da 750 miliardi di euro, che in sostanza porta gli acquisti di Qe a 110 miliardi di euro al mese da qui a fine anno, allenta le tensioni sull’obbligazionario, tanto più che, a prescindere dal rating, Francoforte s’impegna a comprare (nei limiti della capital key) anche Bond greci. Le decisioni sarebbero state prese a maggioranza e difese da Christine Lagarde contro le obiezioni di Germania e Olanda. Un deciso cambio di registro da parte della presidente dopo l’imprudente commento “non siamo qui per ridurre gli spread” della scorsa settimana. L’intervento annunciato dalla Bce mostra la volontà “molto determinata” di sostenere senza limiti l’economia italiana ed europea, dice al Tg1 Fabio Panetta, membro del comitato esecutivo di Eurotower.

Lo spread fra decennale italiano e tedesco precipita di conseguenza, in apertura, per fermarsi alla fine a 196 punti base (-26,95% rispetto alla vigilia), con il rendimento del Btp che retrocede a 1,79%. 

In linea con le altre banche centrali si è mossa oggi anche la BoE, che ha tagliato i tassi di interesse di 15 punti base a 0,10% da 0,25% e allargato il suo programma di Qe da 200 a 645 miliardi di sterline. Negli Usa la Fed, oltre ad aver tagliato i tassi di interesse e aver varato una serie di misure d’urgenza per garantire la liquidità necessario al sistema finanziario, ha annunciato invece che creerà delle linee di swap in dollari temporanee per facilitare il rifornimento in dollari da parte di altre 9 banche centrali: Australia, Brasile, Danimarca, Corea del Sud, Messico, Norvegia, Nuova Zelanda, Singapore e Svezia. Nei giorni scorsi, con il taglio a sorpresa dei tassi, la Banca centrale Usa aveva annunciato accordi simili con la Banca centrale canadese, la Bank of England, la Bank of Japan, la Bce e la Banca centrale svizzera. La Casa Bianca, sostiene Booomberg, starebbe pensando di emettere titoli del debito pubblico Usa con scadenze a 25-50 anni per finanziare gli stimoli del governo all’economia.

Il clima di maggior fiducia aiuta il rimbalzo del petrolio: Brent +9,49%. 22,27 dollari al barile. Rimane alla finestra l’oro, che scambia a 1478 dollari l’oncia.

In Piazza Affari è spettacolare la rimonta di Unipol, che guadagna il 17,73%. La moda si apprezza con Ferragamo +11,80%, però Moncler cede l‘1,75%. Bene i petroliferi, Saipem +10,70%. Impennata di Poste +8,54%. 

Le banche accolgono con un sospiro di sollievo il crollo delle spread: la migliore è Unicredit, +5,29%, che ha deciso di chiudere il 70% delle sue filiali a causa del coronavirus con il plauso dei sindacato. Bene Snam, +4,99%, dopo risultati 2019 migliori delle attese e con la proposta del dividendo di 0,2376 euro per azione 

In maglia nera è Fca, -5,13%, che da inizio anno ha perso il 56%. A pesare oggi è l’annuncio di una temporanea interruzione della produzione anche negli Usa. In scia Exor -1,64%.

Male Nexi, -2,8% (8,62 euro per azione), sotto il prezzo di collocamento a 9 euro dell’aprile scorso. Lettera per Hera -2,22% e Buzzi -1,86%. 

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