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L’economia marittima punta su un hub sostenibile

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L’economia marittima italiana e la protezione dell’ambiente non hanno raggiunto ancora un grado di maturità accettabile. Il giro d’affari che ruota intorno alla nautica, allo shipping ed alle attività commerciali hanno scoperto solo da poco tempo i vantaggi dei sistemi circolari tipizzati. Si iniziano ad. apprezzare  l’uso intelligente delle risorse delle fonti di energia é dei risparmi. Ripensare il settore in maniera aggregata con obiettivi definiti é quello che promette di fare da qualche giorno , l’Hub Blue Economy. È promosso dal Gruppo H2biz e dalla Lauro Holding per cercare di riscattare in modo sostenibile un settore fortemente radicato nel nostro sistema industriale. Per ora é un progetto in progress, ma ha l’ambizione di voler ristrutturare tutta la filiera marittima

Le navi restano il principale veicolo del commercio internazionale. Il 90% delle merci viaggia via mare ed utilizza carburanti non green. Le città di mare ne risentono, gli impatti sull’ecosistema sono gravi e spesso sono denunciati dagli stessi amministratori locali. La logistica navale secondo SRM, il   Centro Studi di  Intesa Sanpaolo, vale il 12% del PIL mondiale. Blue Economy vuole aggregare i fornitori dell’ecosistema del mare ma senza tralasciare le opportunità finanziare del Piano di Resilienza italiano. I due soggetti partner hanno lunghe storie alle spalle, sia nel campo dei servizi che dei traffici marittimi. Così i due manager Luigi De Falco (H2biz) e Salvatore Lauro (Lauro Holding) hanno pensato ad “ un contenitore di progettualità che possa portare a sistema la convergenza sempre più spinta tra il settore marittimo e quello dell’energia e ambiente.” Entrambi i manager sanno che il governo sta lavorando al rinnovamento ecosostenibile degli scali italiani. Su Napoli, Bari,Trieste,Barletta si stanno investendo 112 milioni di euro per aumentare funzionalità ed efficienza.

Il nuovo Hub è stato concepito per cogliere le opportunità di mercato ed è composto da fornitori qualificati. H2biz, del resto, gestisce già altri hub che erogano servizi alle imprese. Quelle legate al mare restano strategiche nel passaggio ad un’economia sostenibile e quindi sono in campo con tutto il,proprio potenziale. Pensare di affrontare il futuro con strutture ed organizzazioni obsolete, infatti, vuol dire mettere a rischio oltre 206 miliardi di euro di fatturato. Si tenga conto che nei primi tre mesi di quest’anno l’import-export via mare ha segnato un +3% dopo un 2020 disastroso. L’attenzione delle compagnie di navigazione è concentrata sui porti del Mezzogiorno che “con 207 milioni di tonnellate di merci gestite nel 2020 incidono per il 47% del totale sul traffico italiano”. Il nome Lauro ha uno storico radicamento a Napoli e in Campania. Un motivo in più affinché il nuovo hub sostenibile abbia al Sud la spinta iniziale per il successo.

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Categories: Economia e Imprese