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Le famiglie più indebitate? Quelle della Valle d’Aosta

Indovinello: qual è la regione italiana che ha la quota più alta di famiglie indebitate? Per chi non legge i rapporti della Banca d’Italia, la risposta è: la Valle d’Aosta. Forse sorprendentemente, la quota delle famiglie indebitate abitanti nella regione alpina è salita al 37,6% (dato 2015, ultimo disponibile), mentre era ancora al 35,2% nel 2010 e al 30,3% nel 2005. In seguito a questo balzo, la Valle d’Aosta è risultata al primo posto nella classifica nazionale, precedentemente occupato dalla Sardegna, la cui quota 2015 è del 36,4%, mentre era del 36,6% nel 2010 e del 33,5% nel 2005.

La quota media italiana delle famiglie indebitate è del 23,5% (25,7% nel 2010 e 25,5% cinque anni prima). In Piemonte, la quota è scesa al 21,4% dal 24,1% dei due periodi precedenti indicati dalla Banca d’Italia); in Liguria, invece, è aumentata al 24,5%, dal 17% del 2010 e il 18,6% del 2005.

La Valle d’Aosta è prima in Italia anche per il tasso di famiglie con mutuo: 23,2% (sempre nel 2015, quando il secondo posto è stato attribuito al Friuli-Venezia Giulia, con il suo 19,6%), a fronte del 14,3% medio nazionale, il 13,6% del Piemonte e il 15,4% della Liguria. Ancora la Valle d’Aosta figura ai vertici per la quota di famiglie indebitate sia per mutuo sia per crediti al consumo; però, evidenziando l’8,6%, è preceduta dalla Sardegna, per il suo 9,5%.

A sua volta, Unimpresa, associazione che raggruppa imprese micro, piccole e medie, recentemente ha comunicato che, nel nostro Paese, le famiglie sono indebitate per un totale di 928 miliardi di euro, per oltre il 60% con le banche. Ha aggiunto che nel 2016 i debiti delle famiglie sono cresciti di 13,1 miliardi rispetto all’anno precedente.

Unimpresa ha precisato che oltre 624 miliardi delle passività delle famiglie, pari al 67,2%, sono con gli istituti di credito e questa somma è costituita per 571,1 miliardi da debiti a medio-lungo termine (principalmente mutui per la casa) e per 230,3 miliardi da debiti commerciali e prestiti personali.

Comunque, per evitare che queste cifre possono incutere qualche preoccupazione, va subito riferito che innanzi tutto i debiti a medio-lungo termine corrispondono sostanzialmente a investimenti e a una forma sana di risparmio; poi, che le famiglie italiane, nel loro insieme, hanno attività, finanziarie e non, di gran lunga superiori alle passività. Il saldo è nettamente positivo.

Il valore delle sole attività finanziarie delle famiglie (depositi bancari, titoli di stato, obbligazioni, azioni, partecipazioni societarie, quote di fondi comuni e altri strumenti) a fine 2016 ammonta a 4.168 miliardi, ancora 33,2 miliardi in più rispetto al 31 dicembre 2015.

Aggiungendo ai beni finanziari quelli immobiliari, emerge un patrimonio netto vicino ai 9.000 miliardi di euro. Cifra che spiega tante cose e, fra l’altro, spiega perché l’Italia continua ad avere la fiducia degli investitori internazionali, nonostante il colossale indebitamento pubblico (2.281 miliardi al 30 giugno 2017, nuovo record storico) e tutti gli altri problemi del Bel Paese.

Dal blog Enordovest, di Rodolfo Bosio.

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