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Le Borse tornano a soffrire: a Piazza Affari corre Tim e affonda la Ferrari, Spread Btp-Bund oltre 200

Imagoeconomica

Il nuovo record dell’inflazione nell’area euro (+8,1% a maggio) getta nello sconforto le borse del blocco, che chiudono negative con l’eccezione di Amsterdam (+0,64%). La corsa dei prezzi nella Ue influisce inoltre sull’avvio stonato di Wall Street, che guarda anche con cauta preoccupazione all’incontro di oggi tra il presidente Usa Joe Biden e il presidente della Fed Jerome Powell, presente la segretaria al Tesoro Janet Yellen. 

A peggiorare il quadro contribuisce poi il petrolio che si muove in deciso rialzo (Brent +1,23%, 123,17 dollari al barile), dopo l’accordo a sorpresa trovato nella notte dal Consiglio europeo sull’embargo al greggio russo

In generale per l’Italia oggi i rischi sono alti, osserva il governatore Ignazio Visco nella sua relazione annuale e “la guerra ha radicalmente accentuato l’incertezza”.

In questa situazione Piazza Affari perde l’1,22% e arretra a 24.505 punti base, mentre il timore di una Bce falco fa impennare il rendimento dei titoli di Stato. Il Btp decennale supera ampiamente il 3% e chiude a +3,13%; il Bund di pari durata sale a 1,12%, per uno spread a 200 punti base (+3,35%).

L’euro prende fiato e arretra dello 0,5% contro dollaro, per un cambio attorno a 1,072.

Listini europei in panne

Nel resto d’Europa Parigi è in maglia nera con un calo dell’1,43%; Francoforte -1,3%; Madrid -0,85%. Fuori dall’area della moneta unica Londra galleggia sulla parità, favorita dalla buona intonazione dei titoli petroliferi. Il Ftse 100 beneficia inoltre del balzo di Unilver (+9,43%), che svetta anche sul principale listino di Amsterdam dopo la nomina dell’investitore attivista Nelson Peltz nel consiglio di amministrazione del gruppo.

In Piazza Affari brilla Tim, male Ferrari

In Piazza Affari la blue chip regina del giorno è Telecom (Tim), +2,91% con il mercato che continua a premiare il progetto per la rete unica con Open Fiber.

Il settore bancario è contrastato. Tra le migliori blue chip del giorno c’è Bper, +1,7%, dopo che gli analisti di Exane che hanno alzato a 3,2 euro il target price e confermato il giudizio “Outperform” (farà meglio del mercato); si apprezza leggermente Banco Bpm +0,19%, mentre Intesa perde l’1,41%.

La seduta è debole per i titoli oil: Eni si salva, ma Tenaris perde il 3,67%. Tra le utility si rianima Italgas +0,25%, male invece Enel -1,91%.

Il rosso oggi è particolarmente fiammante per Ferrari, che arretra del 4,3%. Il cavallino rampante ha terminato la sesta tranche del suo programma di acquisto di azioni proprie, mentre gli analisti di Citigroup hanno tagliato a 140 euro il prezzo obiettivo e confermato l’indicazione di vendere. In scia perde terreno Exor, -2,53%. Sono negative inoltre Prysmian -2,69% e Recordati -2,59%.

Generali limita il cattivo umore a -0,53%. Il Ceo del Leone, Philippe Donnet, ascoltato in commissione parlamentare, ha detto che una aggregazione di Generali con Unicredit (-0,15%) non avrebbe senso e ha liquidato le ipotesi di mire francesi come fantasia. Donnet ha osservato poi che “le Generali non devono essere la proprietà di alcuni imprenditori”. La compagnia triestina è così importante da essere “un bene di tutti, un bene comune e dunque ci vuole una governance da public company”, come avvenuto nell’ultima assemblea.

Tra i titoli minori si distingue Tinexta +9,32%, che ha stretto accordi vincolanti per la cessione a CRIF della divisione Credit Information and Management per un enterprise value di 237,5 milioni.

Giorgio Fedon Figli spa, quotata su Euronext Growth Milan, sale dell’1,2%. Luxottica (-1,58% a Parigi) ha reso noto che con l’acquisto in data odierna di oltre il 90% del capitale della società si sono verificate le condizioni per un’opa totalitaria, promossa al prezzo di 17,03 euro per azione e finalizzata al delisting. 

Sfrenata inflazione a maggio

Il tema del giorno è l’inflazione. Secondo la stima flash di Eurostat l’andamento dei prezzi al consumo nella zona euro ha registrato a maggio un aumento annuale dell’8,1%, il massimo storico da quando ci sono queste rilevazioni. Il dato è superiore alle attese e sfida nuovamente la Bce.

Per il premier italiano Mario Draghi in realtà bisogna muoversi con cautela, perché la corsa dei prezzi nella Ue è molto diversa da quella negli Usa. Al netto dell’energia e degli alimentari la crescita non è così alta, secondo l’ex presidente di Eurotower, per questo le aspettative future sono diverse. Negli Usa è necessaria una stretta più rapida, mentre in Europa è giustificata una gradualità.

Non la pensa così il membro del Consiglio direttivo della Bce, Peter Kazimir, che è pronto a parlare di un rialzo di 50 punti base fin dal mese di luglio. In ogni caso “mi aspetto che a luglio si arrivi a 25 punti, mentre a settembre si potrebbe arrivare a 50 punti base”, ha detto in un’intervista a Reuters.

Il ciclone inflattivo sferza anche l’Italia, dove l’Istat rivela che a maggio il dato a +6,9%, un livello che non si vedeva dal 1986 e che risulta superiore alle attese di mercato. L’inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, è al 3,3% dal 2,4% di aprile e quella al netto dei soli beni energetici a +3,7% da +2,9%.

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