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Le Borse tentano il primo rimbalzo dopo la bufera, ma sui mercati la tensione resta molto alta

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Dopo la bufera, le Borse, almeno all’inizio, dovrebbero vivere un momento di quiete. I listini europei, a giudicare dai future sull’Eurostoxx, sembrano avviati ad aprire in rialzo. Anche i future sull’indice S&P 500 segnalano un rimbalzo dell’1% circa. La coda del violento ribasso scatenato dalle decisioni della Bce e, più ancora, dal prossimo rialzo dei tassi Usa, colpisce stamane l’Asia.

Tokyo perde l’1,5% nonostante lo yen debole. Hong Kong -0,9%. CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzen -1,8%. Kospi di Seul -1%.

Bini Smaghi: “Non c’è un complotto contro l’Italia”

Il peggio è passato? Assolutamente no. Il forte aumento dei rendimenti delle obbligazioni, oltre il 4% per i Btp, segnala che la stagione del denaro a basso costo, la “benzina” del Toro, è ormai alle spalle. Non solo per l’Italia, fa notare Lorenzo Bini Smaghi, già membro del board della Bce. “Negli ultimi tre mesi – dice – sono saliti i tassi ovunque, in Germania di 120 punti base, in Francia di 140: i Btp sono saliti di più, 200 punti, perché sono considerati più rischiosi. Ma se ci fosse un complotto dovrebbe essere contro tutti. Compresa l’America, dove pure i tassi sono saliti”. Si moltiplicano, del resto, i segnali negativi.

Wall Street, la ripresa arriverà a fine estate

Ieri sera a Wall Street l’indice S&P500 è arretrato del 3,88%. Dai massimi storici toccati all’inizio dell’anno, il benchmark della Borsa Usa perde il 23%, un movimento che, secondo i canoni del mercato, equivale all’ingresso in una fase ribassista, quella che si verifica quando un indice perde più del 20% dai massimi. Un segnale statistico molto seguito oltre Oceano, che trova tra l’altro conferma nella voragine del Nasdaq (-4,68%), che dai massimi perde più del 30%. Le statistiche ci insegano che, in media, servono 52 sedute per arrivare al pavimento dal quale inizia il rimbalzo: quindi, circa dieci settimane. Il rimbalzo dovrebbe arrivare intorno alla fine dell’estate, forse prima o forse dopo, in quanto, ogni mercato orso, così come le famiglie infelici dell’’Anna Karenina di Tolstoij, è orso in modo diverso.

I rendimenti dei Btp al top dal 2013. Giavazzi: necessario il tetto al gas

Il tracollo dei listini Usa fa passare in secondo piano la Caporetto delle Borse europee, a partire da Piazza Affari, -2,79%, sotto i 22 mila punti, travolta dall’impennata del rendimento dei Btp, ai massimi dal 2013 oltre la barriera del 4%, con lo spread a 237 punti. In entrambi i casi, all’origine del crollo c’è la svolta delle banche centrali in funzione antinflazione. Ma in Italia, così come nel resto dell’Europa più fragile, la caduta delle obbligazioni di Stato è la conseguenza delle scelte annunciate da Francoforte giovedì scorso. Come ha spiegato Francesco Giavazzi, servirebbe un tetto al prezzo del gas piuttosto che il ricorso all’aumento dei tassi. Ma questo richiede un intervento dei governi, che incontra forti opposizioni.

Cresce così il rischio che la zampata sarà probabilmente abbastanza energica da frenare i tentativi di ripresa delle borse europee, a partire dalle blue chip. Ma un rimbalzo, dopo la frana che ha investito i bancari, a partire da Intesa Sanpaolo, è nell’ordine delle cose.

L’andamento dei Treasury anticipa la recessione

L’andamento dei mercati monetari anticipa comunque la recessione in Usa. Il Treasury Note a due anni si è spinto fino al 3,38% di rendimento, livello che non si vedeva dal 2007. Il decennale è passato da 3,16% di ieri a 3,34%. Il mondo è al rovescio: il differenziale tra i due tassi è negativo per quattro punti base. Quando la curva dei tassi è più alta sulla parte a breve scadenza, rispetto alla parte alla lunga scadenza, ci sono ampie possibilità di una recessione economica. In questo contesto, giovedì la Federal Reserve dovrebbe come minimo alzare i tassi di cinquanta punti base, a 1,25-1,50%. Ma quattro grandi banche d’investimento prevedono un rialzo di 75 punti base in luglio, più altri due di cinquanta punti entro l’anno.

Tech e Bitcoin, crollo gemello

Una sola blue chip ha chiuso con il segno più: la vecchia inossidabile Coca Cola. Continua la frana della tecnologia, complicata dall’aumento di valore del dollaro e dal conseguente calo dei profitti esteri delle multinazionali, già in netta frenata: Microsoft -25% da gennaio (come Apple), mentre Meta (ex Facebook) arretra del 50% e Amazon del 35%.

Non va certo meglio per le criptovalute: il Bitcoin ha perduto ieri il 19%, scivolando sotto i 24 mila punti.

Tim, Stellantis e il resto. I titoli da seguire

Non mancano comunque i temi da seguire in Piazza Affari. L’operazione di vendita della rete Tim avrà tempi velocissimi, scrive stamattina Il Sole 24 Ore: nel giro di un mese dovrebbe arrivare un’offerta vincolante dai compratori, Open Fiber, Cdp ed altri.

Stellantis ha annunciato l’uscita dall’associazione dei costruttori europei d’auto Acea entro la fine di quest’anno, nell’ambito di un approccio più ampio per affrontare le sfide della mobilità sostenibile, che prevede anche il passaggio dalla tradizionale attività di lobbying a un’interazione più diretta con le parti coinvolte.

In casa Brunello Cucinelli, il presidente ha detto che maggio ed aprile sono stati due mesi positivi, soprattutto in Europa e Nord America.

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