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Le Borse festeggiano la tregua Usa-Cina. Milano piatta con Atlantia

FIRSTonline

Le borse festeggiano la tregua sui dazi fra Usa e Cina e i listini europei, come quelli asiatici prima di loro, chiudono in rialzo, anche se rallentano nel finale. Francoforte +0,98%, Parigi +0,52%, Madrid +0,72%, Londra +0,97%. Più arretrata Piazza Affari, +0,09%, con Atlantia, -3,23%, che soffre per il rischio della revoca delle concessione e le banche che perdono progressivamente terreno, per fermarsi negative, con l’eccezione di Mps, +4,45%, dopo l’annuncio, nel weekend, dell’esercizio del recesso nei confronti di Juliet, la piattaforma per la gestione dei crediti deteriorati che fa capo a Cerved-Quaestio.

Nel pomeriggio l’apertura di Wall Street è in verde e lo S&P 500 segna subito un nuovo record. Anche il petrolio ci mette lo zampino e vola sulle indiscrezioni dei tagli alla produzione, ma si raffreddata quando queste trovano conferma. Reuters scrive che a Vienna l’Opec ha trovato l’accordo per estendere i tagli alla produzione di greggio di nove mesi. Brent, +0,77%, 65,24 dollari al barile; Wti +1,14% 59,14 dollari al barile. 

Il ritorno della propensione al rischio spinge l’obbligazionario italiano, con il rendimento del Btp 10 anni che arretra sotto il 2% e lo spread con il Bund chiude a 231,1 punti base, -4,5%. Secondo le agenzie di stampa la Commissione europea non assumerà domani alcuna decisione sulla possibile procedura di infrazione contro l’Italia a causa della nuova riunione del Consiglio Ue sulle nomine dei vertici comunitari. E’ probabile che l’esecutivo Ue si riunisca mercoledì a Bruxelles. All’ordine del giorno ci sarà anche la decisione se raccomandare all’Ecofin l’avvio della procedura sul debito.”Noi crediamo che la procedura di infrazione non abbia ragione di essere aperta” sostiene il presidente Sergio Mattarella rispondendo a Vienna alla domanda di un giornalista dopo un colloquio con il presidente austriaco Alexander Van der Bellen.

L’euro perde sul dollaro, con il cross che si muove intorno a 1,131. La moneta unica soffre il clima economico stagnante nell’Unione Europea. L’attività delle imprese della zona euro si è contratta infatti a un ritmo più sostenuto del previsto il mese scorso, segnalando che una rapida ripresa è lontana.

L’indice manifatturiero Pmi, elaborato sulla base di interviste ai direttori acquisti a cura di IHS Markit, si attesta a giugno a 47,6, sotto la stima preliminare di 47,8 (47,7 di maggio). Si tratta del quinto mese consecutivo sotto la soglia di 50 che separa l’espansione dalla crescita. l’Ism manifatturiero scende  anche negli Usa (51,7 punti) però meno del previsto. Il settore manifatturiero italiano nel mese di giugno mostra la nona contrazione consecutiva su base mensile e peggiore delle attese, indicando che l’economia continuerà ad arrancare nel breve termine. Migliora però la disoccupazione che, nello stivale, a maggio, tocca il minimo dal 2012.

In declino l’oro che scambia attualmente a 1392,15 dollari l’oncia.

In Piazza Affari blue chip migliore di oggi è Stm, +4,2%, rincuorata dall’esito dell’incontro sulle tariffe a Osaka e alla luce dell’allentamento della pressione sul suo cliente Huawei. Gli acquisti premiano Pirelli +2,08%, Tenaris +2,52%, Saipem +2,38%. In calo Ubi -1,62%, Unicredit -1,5%; Mediobanca -1,28%; Banco Bpm -1,01%; Intesa -0,77%. 
Fuori dal paniere principale Italiaonline, +20,26%, si adegua al prezzo dell’Opa di Libero Acquisition e Sunrise Investment.

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