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LE BORSE DI OGGI 2 DICEMBRE: salgono i posti di lavoro Usa e le borse UE scivolano, paradosso economia-finanza

Photo by Rick Tap on Unsplash

I listini europei chiudono deboli e Wall Street si muove in calo, nel giorno del rapporto sul lavoro Usa che mostra come le aziende statunitensi abbiano assunto, a novembre, molto più del previsto e abbiano aumentato i salari in misura superiore alle stime. Questo preoccupa per gli effetti sull’inflazione e perché potrebbe complicare il lavoro della Federal Reserve, orientata a rallentare il passo nella stretta monetaria, come annunciato pochi giorni fa da Jerome Powell.

L’uscita del rapporto sul lavoro, tenuto in gran conto dalla banca centrale Usa, ha provocato inizialmente un’ondata di vendite, che si sono parzialmente ridimensionate nel corso degli scambi successivi.

La forza dell’economia a stelle e strisce ha inoltre spinto al rialzo il dollaro, ma anche questo sta progressivamente attenuando la sua performance. L’euro tratta oltre 1,05, ai massimi da giugno.

Giornata debole in Europa

In Europa si chiude un’altra settimana positiva, la settima di seguito, anche se il bilancio di giornata vede Piazza Affari arretrare dello 0,26% a 24.621 punti base insieme a Madrid -0,3%, Parigi -0,17 e Amsterdam -0,1. È Londra, mentre Francoforte si apprezza dello 0,27%.

Le vendite hanno colpito soprattutto i settori energetico e finanziario. In particolare, i titoli oil guardano con un certo nervosismo al potenziale tetto dell’Ue al prezzo del petrolio russo consegnato via mare. L’accordo deve ancora essere approvato formalmente prima che le sanzioni del blocco sul greggio di Mosca entrino in vigore il 5 dicembre.

Domenica inoltre ci sarà la riunione del cartello e alleati.

Nell’attesa di queste novità i future di Brent e Wti rimangono alla finestra e si muovono vicino ai prezzi di ieri. 

T-Bond, salgono i rendimenti dopo il rapporto sul lavoro

Dopo il rapporto sul lavoro viaggia in rosso che il mercato dei T-Bond, che vede prezzi in calo e rendimenti in crescita. Il Treasury decennale mostra un tasso del 3,605%, in rialzo del 2,21% dalla chiusura di ieri.

In novembre l’economia Usa ha creato 263mila posti, contro attese a 200mila. La disoccupazione è rimasta invariata al 3,7%. Le paghe orarie sono cresciute dello 0,6% su base mensile e del 5,1% su base annua, mentre il mercato si attendeva che l’aumento si fermasse rispettivamente allo 0,3% e al 4,6%.

Spread in crescita

In Europa il clima odierno ha favorito gli acquisti sui titoli tedeschi e penalizzato leggermente la carta italiana che chiude la seduta in calo.

Lo spread tra Btp 10 anni e Bund di pari durata torna a 191 punti base (+7,28%) con rendimenti rispettivamente a +3,76% (da 3,7% di ieri) e +1,85% (da 1,93%).

Piazza Affari, anche Dea Capital si prepara all’addio

In Piazza Affari la performance migliore del giorno è la tra i titoli minori e riguarda Dea Capital, che chiude con rialzo teorico del 28,85%, a 1,474 euro per azione. A metter le ali al titolo è stata l’Opa totalitaria lanciata da De Agostini a 1,5 euro per azione, con l’obiettivo del delisting. Si tratta dell’ennesima uscita dalla Borsa milanese in un anno di addii importanti.

Sul Ftse Mib svettano soprattutto titoli difensivi e risparmio gestito. A guidare l’indice è Amplifon +3,22%, seguita da Banca Generali +2,38% e Campari +1,99%. Quest’ultima ha annunciato ieri l’acquisizione del capitale ancora non detenuto di Tannico. Un’operazione che viene condotta con Moët Henessy e che viene giudicata positivamente da Bestinver, poiché aiuta Campari a far crescere il canale dell’e-commerce e a migliorare la sua capacità di raggiungere nuovi consumatori.

Tra le utility bene A2a +1,63% ed Hera +0,75%.

Leonardo conquista un post nella top dieci del giorno con un rialzo dello 0,75%. L’azienda, come scrive FIRSTonline, ha siglato un’alleanza con la britannica Bae System e il colosso giapponese Mitsubishi oggetto di una lunga analisi del Financial Times. L’intesa dovrebbe culminare entro l’anno in un accordo multimiliardario per la realizzazione entro il 2035 di un aereo da combattimento che, secondo il quotidiano britannico, “sembrerà uscito dalla fantasia di uno sceneggiatore di Hollywood”.

La maglia nera tra le blue chip va a Moncler, -3,23%, dopo alcuni giorni sugli scudi a seguito delle aperture cinesi su un allentamento delle misure restrittive anti Covid.

In rosso Telecom, -2,06%, che chiude una settimana in altalena tra indiscrezioni e incertezze sul futuro.

Perde quota Stellantis -2,05%, dopo i dati sulle immatricolazioni che, in Italia, a novembre sono salite dell’1,4% annuo, in un mercato che però è cresciuto molto di più, +14,7%. Bestinver mantiene il Buy sul titolo, ma osserva che ”Stellantis sta continuando a perdere quote di mercato in Italia e Francia, che insieme rappresentano circa il 17% dei volumi e il 16% dei ricavi totali”. Ci sono grossi problemi di approvvigionamento di chip e per questo il gruppo sta dando priorità ai mercati più redditizi come il Nord America.

Tra gli energetici si affievoliscono Erg -2,03%, Tenaris -1,61% ed Eni -1,4%.

Chiudono una seduta poco mossa e priva di una direzione precisa le banche. Unicredit cede lo 0,11%, dopo aver siglato un accordo sindacale sul ricambio generazionale e aver stabilito un riconoscimento economico per un totale di 2400 euro a tutti i dipendenti in Italia grazie alla definizione anticipata del premio collettivo di produttività (1600 euro) e del contributo straordinario per contrastare il caro energia beneficiando delle novità legislative introdotte dal Governo con il Decreto Aiuti quater (800 euro in conto welfare).

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