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Le 10 bufale del No smontate dal costituzionalista Clementi

Il costituzionalista Francesco Clementi, spiega sul sito Basta un Sì i motivi per i quali alcune delle ragioni addotte dal fronte del No alla riforma costituzionale siano errate e facilmente smentibili.

Di seguito vi proponiamo i video attraverso i quali Clementi, con poche e semplici parole, elenca le “10 bufale del No”. 

1) L’elezione dei senatori:

Francesco Clementi smentisce l’affermazione dell’on. Alessandro Di Battista, che definisce il nuovo Senato un “dopolavoro”. Falso! Altro che dopo lavoro, cambia il ruolo del Senato che fungerà da raccordo tra cittadini, Enti Locali e Parlamento.

2) L’articolo 70

Il giornalista Luca Telese polemizza sulla lunghezza dell’articolo 70. Il nuovo articolo 70 semplicemente specifica cosa deve fare la Camera e cosa il Senato, la lunghezza serve a chiarire le competenze.

3) La deriva autoritaria

Il giudice Ferdinando Imposimato sostiene che la riforma conferisce molti poteri al Presidente del Consiglio. Falso! La riforma non modifica di una virgola i poteri dell’esecutivo, e da’ alla Corte Costituzionale un potere in più: quello di controllare preventivamente le leggi elettorali.

4) Il combinato disposto

Silvio Berlusconi afferma che il “combinato disposto” porta un uomo solo al comando. Falso! Il combinato disposto non esiste per due ragioni: 1) perché la legge elettorale è sottoposta al giudizio della Corte Costituzionale a prescindere dal referendum; e 2) esiste già un dibattito in Parlamento sulla modifica dell’Italicum.

5) Stato e Regioni

L’on. Matteo Salvini ha dichiarato che la riforma complica il rapporto tra Stato e Regioni. Falso! La riforma fa tutto l’opposto: semplifica il rapporto Stato-Regioni, attribuisce meriti e responsabilità, e facilita quindi la vita ai cittadini.

6) L’immunità parlamentare

Il giornalista Marco Travaglio confonde l’immunità parlamentare con l’impunità: oggi chi è colpevole non resta impunito. L’immunità è garanzia di separazione dei poteri, senza di essa muore la democrazia.

7) I costi della politica

L’on. Luigi di Maio sostiene che la riduzione dei costi della politica ammonterà a 50 milioni di euro l’anno. Falso! La riduzione dei costi diretti se vince il Sì al referendum ammonta a ben 500 milioni di euro.

8) L’Unione Europea

Matteo Salvini sostiene che la riforma introduce l’Unione Europea nella nostra Costituzione. Falso! In realtà l’UE è già presente nel testo costituzionale da ben 15 anni e se vincesse il No non cambierebbe nulla.

9) La Riforma frettolosa

Ciriaco De Mita, come altri, afferma che questa è una riforma frettolosa. Falso! In realtà ci sono voluti più di 2 anni di lavori parlamentari.

10) Si poteva fare diversamente

Massimo D’Alema sostiene che sia possibile realizzare, in caso di vittoria del No, una proposta alternativa in breve tempo. Falso! Per fare una riforma costituzionale bisogna seguire un iter lungo e articolato disciplinato dall’art. 138 della Costituzione.

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