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La Fed rassicura i mercati: nessun aumento dei tassi in vista. E le Borse stamani salgono

Missione compiuta: Janet Yellen, nella conferenza stampa al termine del comitato monetario della Fed, ha convinto i mercati che l’ora dell’aumento dei tassi è ancora ben lontana. La risposta non si è fatta attendere. Wall Street, incerta fino a metà seduta, è entrata in terreno positivo: il Dow Jones ha chiuso a +0,58%, S&P500 +0,8% e Nasdaq +0,59%. Ancor più vivace stamane la reazione di Tokyo: l’indice Nikkei sale dell’1,5%, al traino dei titoli più legati all’export verso gli Usa, da Toyota +2,8% a Sony +3,8%. Più cauta la reazione di Hong Kong +0,23%.

E’ assai probabile che il messaggio della Fed spinga al rialzo in avvio le anche le Borse europee ieri ingessate nell’attesa dell’esito della riunione di Washington. La Borsa di Londra è salita dello 0,2%, Francoforte +0,1%, Parigi -0,1%. A Milano il Ftse Mib ha chiuso in rialzo dello 0,15%. Sul mercato dei titoli di Stato il Btp a 10 anni è stato scambiato in rialzo a un rendimento del 2,83%, spread a quota 146. Non ha pesato più di tanto la decisione della Commissione Ue di notificare all’Italia una lettera di messa in mora per violazione della direttiva europea sui ritardi nei pagamenti alle imprese della pubblica amministrazione.

USA, CRESCITA PIU’ BASSA, DENARO BASSO ANCHE NEL 2015

La Federal Reserve ha ieri deciso, come previsto, di procedere con un altro taglio del tapering, abbassando di 10 miliardi il valore mensile degli acquisti di mortgage back security e di treasury bond a 35 miliardi. La banca centrale, però, ha abbassato le stime di crescita dell’economia per il 2014 al 2,2% conto il 2,9% previsto a marzo. La frenata, imputata al gelo che ha colpito gli Usa nel primo trimestre, è superata, come dimostra il miglior andamento dell’occupazione, né preoccupa l’inflazione ancora sotto controllo. Ma gli Usa, ha più volte sottolineato Yellen, richiedono ancora per un bel po’ una politica monetaria più accomodante di quella che suggerisce il quadro dei dati. 

“Anche se inflazione, crescita ed occupazione migliorassero in maniera significativa – ha sottolineato Yellen – è nostra intenzione tenere i Fed Fund ad un livello più basso rispetto ad un quadro normale”. Per almeno tre ragioni: l’esistenza nell’economia di “sacche” negative, eredità della crisi; la fiducia delle famiglie che resta scarsa; infine, non meno importante, il basso livello del reddito dei lavoratori, che resta la parte più debole della Corporate America, fattore che frena la ripresa dei consumi.

MEDIASET, E’ ARRIVATA L’OFFERTA DI TELEFONICA

Nell’attesa di svelare le sue strategie in Telco/Telecom, il colosso spagnolo Telefonica muove le sue pedine sul fronte Fininvest. La società spagnola ha presentato un’offerta vincolante che può arrivare a 355 milioni il 22% della pay-tv Digital+ detenuto dal gruppo italiano.

Mediaset è salita del 2,03%. Non è stata l’unica novità di giornata per la galassia Berlusconi: Mondadori ha perso il 7,2%, in linea con la valutazione dei titoli ( 29,95 milioni di azioni, pari a circa il 12% del capitale) collocati presso investitori nella serata di martedì : 15 milioni sono nuove azioni e la restante parte sono titoli propri detenuti dalla società. Dopo la cessione, Fininvest resta al di sopra del 50%.Dal collocamento il gruppo editoriale incassa 30 milioni circa che vanno a ridurre l’indebitamento (394 milioni a fine trimestre). Intanto Telecom Italia rimbalza e risale dell’1,1%.

MPS FRENA, CARIGE PURE. TONFO DI POP. ETRURIA

Procede a strappi l’aumento di capitale di Banca Monte Paschi, ieri – 4,61%. Il diritto al contrario è scambiato a 19,99 euro, in rialzo del 2%. In ribasso anche Banca Carige -3,31%, diritti +1,13%. Mediobanca +0,3% ha avviato un’attività di arbitraggio fino a un massimo di 151 milioni tra le azioni ordinarie dell’istituto ligure e i corrispondenti diritti d’opzione. Da rilevare anche il pesante tonfo della Banca Popolare dell’Etruria -12,5% dopo il passo indietro della Popolare di Vicenza. L’istituto presieduto da Gianni Zonin, dopo aver preso atto del rifiuto dell’offerta amichevole per 222 milioni, non ha ritenuto di dar l’avvio ad un’Opa ostile. 

Tra gli altri titoli del comparto scende il Banco Popolare -0,2% nonostante che Standard & Poor’s abbia alzato il rating. Unicredit +0,3%. La stampa tedesca scrive che Société Générale è interessata all’acquisto del broker online Dab Bank controllato dal gruppo italiano attraverso Hvb. Secondo la rivista Manager Magazin, un accordo potrebbe essere raggiunto in agosto. A Francoforte Dab Bank ha segnato un rialzo del 3,5%. Generali + 0,7%. Sembra vicino l’accordo di massima con Btg Pactual per la cessione di Banca della Svizzera Italiana (Bsi). Il Leone sarebbe in gara per la polacca Bre Ubezpieczenia. 

GOLDMAN CANCELLA YOOX, IL BUY BACK SPINGE AUTOGRILL

Tra le note positive della giornata Autogrill +2,06% nel giorno dell’avvio del piano di buy back fino al 5% del capitale che potrà essere realizzato, anche in più tranches, entro il 27 novembre 2015. Fa sensazione al contrario l’ennesimo tracollo di Yoox -5,1% dopo che il titolo è stato depennato dalla lista dei preferiti di Goldman Sachs. In ribasso anche il resto del lusso: Brunello Cucinelli -2,4%, Tod’s -0,7%, Ferragamo -1%. Brillante, nel comparto industriale Prysmian +1,9%.

Cnh Industrial sale dell’1%. Fiat -0,5%, Debole StM – 1,6%%. Finmeccanica perde l’1,6% in attesa delle prime mosse del nuovo amministratore deletato Mauro Moretti, in procinto di avviare il piano di riorganizzazione della holding: alcune controllate potrebbero essere inglobate e trasformate in divisioni operative. La controllata Ansaldo Sts è salita invece dell’1,5%

Tra 15 giorni Enel -0,23% metterà a punto la lista di attività da dismettere per poter conseguire l’obiettivo di riduzione dell’indebitamento che per il 2014 prevede cessioni per un valore di 4,4 miliardi di euro. Lo ha detto l’amministratore delegato Francesco Starace. Resta sui massimi il greggio (Brent a 114,26 dollari al barile). Eni sale dello 0,8% e Saipem dell’1%.

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