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La Fed porta Wall Street al record, ma la debolezza economica cancella la festa. Milano inizia bene

FIRSTonline

E’ un rialzo di portata storica per la Borsa degli Stati Uniti, l’indice Dow Jones sale dello 0,9% a 14.253,77 punti, un livello che non aveva mai raggiunto in precedenza. L’indice delle blue chip americane si era spinto fino a 14.150 punti alla fine dell’estate del 2007 e da quella vetta, nel giro di un anno e mezzo era precipitato nel marzo del 2009 al minimo di 6.554 punti.

Eppure, come nota il New York Times, non si respira clima di festa o di euforia: “La ripresa – si legge – sorprende perché il mercato immobiliare resta debole, l’Europa vive una fase di grande instabilità e la battaglia fiscale infuria a Washington”. Sull’altro piatto della bilancia c’è, però, la determinazione della Fed a sostenere i mercati per rilanciare l’occupazione: dallo scoppio della crisi, le banche centrali hanno riversato sui mercati ben 6 mila miliardi di dollari. Ma contano anche i profitti in ascesa delle Corporations. Ma queste ultime, come nota un’inchiesta del quotidiano apparsa nei giorni scorsi, “continuano a tagliare i costi, a partire dal personale. I guadagni di produttività servono ad aumentare il fatturato ed i profitti con meno dipendenti”. 

L’indice Standard &Poor’s sale dell’1 per cento. Meglio fa il Nasdaq +1,3% a quota 3.224,13 punti ben al di sotto di quota 5.000 toccata nel Duemila. 

GLI INDICI 

La galoppata del Toro è proseguita stamane sui listini asiatici: Tokyo +1,90% grazie al traino di Toyota +1,4% e degli altri grandi esportatori. Sale anche Hong Kong +0,9%. In ascesa anche Shanghai +0,3%. Il vento in arrivo dall’Atlantico ha favorito la ripresa delle Borse europee, a partire da Milano. Piazza Affari ha brillato mettendo a segno il migliore rialzo fra i listini europei: +2,8%. Sono migliorate le quotazioni dei titoli di Stato: il Btp a 10 anni ha finito la seduta a un rendimento del 4,71% con spread Btp/Bund a quota 326, diciotto punti base in meno di ieri. La Borsa di Londra è salita dell’1,3%, Parigi +2%, Francoforte +2,3%, Madrid +2,1%. In Europa i settori in maggiore rialzo sono stati: automotive (indice Stoxx +3,4%), banche (+2,2%), assicurazioni (+2,5%). 

L’euro è invariato nei confronti del dollaro a 1,301, stabile anche il cambio con il franco svizzero a 1,227. La scomparsa di Hugo Chavez non provoca scossoni nel prezzo del petrolio: Brent a quota 111,91 +0,27%. Lo stallo politico in Italia non ha immediato impatto sul rating del paese. E’ l’opinione di Moritz Kraemer, responsabile europeo per i rating sui debiti sovrani di Standard & Poor’s. “Le elezioni italiane non hanno implicazioni sul rating – ha spiegato Kraemer – la nostra visione è che le ampie politiche di bilancio rimarranno intatte e che l’avanzo primario che abbiamo in Italia sarà predominante”. Per l’agenzia, perciò, “i risultati delle elezioni generali non hanno implicazioni immediate per i rating sovrani dell’Italia (BBB+/Negative/A-2)”. Secondo S&P i “negoziati per formare un nuovo governo dureranno circa un mese”. 

INSIDE PIAZZA AFFARI

Grande giornata per Fiat, salita del 5,8% dopo che l’ad Sergio Marchionne ha confermato i target del 2013 e ha ribadito la volontà di salire al 100% di Chrysler. Marchionne, a margine del salone di Ginevra, ha affermato che le banche sono disponibili a collaborare con il gruppo sull’acquisto della partecipazione nell’azienda di Detroit, ma è escluso che si faccia ricorso a un aumento di capitale. Sulla valutazione della società Usa è in corso un contenzioso tra Veba e Fiat, che sarebbe ovviamente risolto se la società, dopo un Ipo che Marchionne dà al 50% di possibilità, registrasse un prezzo ufficiale a Wall Street.

Tutto esaurito, infine, per la supercar Ferrari da un milione di euro. I 499 veicoli sono stati tutti venduti, ha detto il presidente Luca Cordero di Montezemolo. Suzuki, potenziale partner asiatico di Fiat punta a risolvere “entro l’anno” il contenzioso con Volkswagen. Lo ha detto Toshihiro Suzuki, executive vicepresident di Suzuki e figlio maggiore del presidente Osamu Suzuki parlando a margine del Salone dell’Auto di Ginevra. La casa giapponese ha avviato nel novembre 2011 una azione legale contro Volkswagen presso il tribunale della Camera di commercio internazionale di Londra per costringere Wolfsburg a cedere il 20% che detiene in Suzuki. La casa tedesca ha accusato Suzuki, che detiene l’1,5% del capitale di Vw, di non aver rispettato le clausole contrattuali a seguito di un accordo con Fiat sulla fornitura di motori diesel. 

Pirelli +2,7%, Finmeccanica +1,7%, StM +1,2%. Fiat Industrial è salita del 4,8%. Brembo ha guadagnato l’8% dopo la presentazione dei dati del 2012. Prysmian è scivolata in calo dello 0,2% dopo avere annunciato un prestito convertibile da 300 milioni di euro. Fra le banche milanesi, Unicredit è salita del 3,4%, Intesa +4,5%, Montepaschi +2%, Mediobanca +6,1%. Banco Popolare ha perso il 2,7%: ieri sera la banca veronese ha annunciato un profit warning avvertendo che i conti 2012 saranno peggiori delle attese del mercato. In ribasso anche Pop. Milano -0,8%. Nel comparto assicurativo, Generali è salita del 4,4%, Unipol +3%. Nel risparmio gestito Azimut ha messo a segno un balzo del 6,5%, Banca Generali +7%. Enel è salita del 2,3%, A2A +4,2%, Eni+3%. Balzo di Saipem +8,2%, promossa da Goldman Sachs a buy da neutral. Telecom Italia è salita del 4,2%. La controllata Telecom Italia Media è precipitata in ribasso dell’11% dopo avere raggiunto l’accordo per la vendita di La7 a Cairo Communication, che al contrario ha guadagnato il 4,4% Nuovi massimi storici, infine, per Luxottica +2%.

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