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La Fed non soddisfa le Borse. Exor cede Partner Re per 9 miliardi

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“Chi governa il mondo in questi giorni è l’Organizzazione Mondiale della Sanità, non le banche centrali: se vuoi risolvere una pandemia con un taglio dei tassi, hai un problema”. Così Davide Serra di Algebris sintetizza la risposta dei mercati al taglio dei tassi a sorpresa praticato ieri dalla Fed: mezzo punto in meno che, lungi dal soddisfare la richiesta crescente di liquidità da parte dei mercati sotto stress, hanno scatenato nuove ondate di vendite a Wall Street che, dopo un rialzo iniziale, ha vissuto un’altra giornata all’insegna del panico: Dow Jones -2,94&, S&P 500 -2,81%. Nasdaq -2,99% sotto la pressione delle vendite su Microsoft (-4,8%) ed Apple (-3,2%).

SOTTO TIRO I BIG DELLA TECNOLOGIA

E adesso? L’incertezza ha dominato la seduta asiatica e lascia prevedere un avvio contrastato anche dei mercati europei. Anche l’Asia è entrata in azione. L’autorità monetaria di Hong Kong ha tagliato i tassi, la Corea del Sud ha stanziato quasi dieci miliardi di dollari fuori bilancio per sostenere l’economia, il ministro delle finanze della Filippine ha detto che sono pronte le misure di stimolo e il governatore della Banca centrale dell’India ha dichiarato che, se ce ne fosse bisogno, saranno prese misure appropriate. Insomma, governi ed istituzioni finanziarie sono in fase di mobilitazione.

I listini tengono le posizioni grazie alle continue iniezioni di liquidità. Poco mossa la Cina, che tenta faticosamente di rimettersi in piedi (torna in attività Foxconn, la fabbrica degli iPhone), in parità l’Hang Seng di Hong Kong.

Scende Sidney (-1,9%), all’indomani del taglio tassi da parte della banca centrale dell’Australia.

Il Nikkei di Tokyo guadagna lo 0,3%, mentre il cross dollaro-yen rimbalza dai minimi di ottobre toccati ieri. Il Kospi di Seul è in rialzo del 2%, il JSX di Kuala Lampur dell’1,5%. La Borsa dell’India ha aperto in lieve ribasso.

Grandi movimenti naturalmente anche sul fronte dei mercati monetari e valutari.

T-BOND AI MINIMI STORICI, DOLLARO IN RITIRATA

Il T-bond decennale è sceso sotto la soglia dell’1% e tratta stamane a 0,9861%, su livelli mai visti in un secolo e mezzo, ad indicare che ci si aspetta dell’altro: un altro taglio, forse anche due, da qui a fine anno.

Non si placa la richiesta di liquidità, come dimostrato dalla forte domanda in sede di operazioni repo overnight e a 14 giorni.

Giù il dollaro come vuole Donald Trump. La valuta Usa è scivolata ai minimi da cinque mesi sullo yen, l’euro veleggia sui massimi da otto mesi: ieri sera ha toccato i massimi da inizio anno a 1,121.

ORO ANCORA SU, GRANDI MANOVRE SUL PETROLIO

Prosegue la corsa dell’oro, in rialzo dello 0,2% a 1.644 dollari.

Il petrolio Brent è stabile attorno a 52,5 dollari il barile. Domani a Vienna i delegati dell’Opec + cercheranno un accordo sui livelli di produzione. I consulenti del cartello hanno consigliato un taglio da almeno 600.000 barili al giorno, con la possibilità di arrivare ad un milione.

PRIMARIE: AVANZA JOE BIDEN, BLOOMBERG FUORI GIOCO

Da segnalare l’esito del “Super Tuesday”, la maratona delle primarie democratiche che ha sostanzialmente decretato la fine dell’avventura elettorale di Michael Bloomberg. Joe Biden è in fortissima rimonta e sembra in grado di superare Bernie Sanders, che l’ha però spuntata in California. L’ex vice di Barack Obama conquista l’Arkansas, l’Oklahoma, la Virginia, la Carolina del Nord, il Tennessee, l’Alabama ed il Massachusetts.

I future su Wall Street hanno girato al rialzo dopo la pubblicazione dei primi dati dai seggi.

JOHN ELKANN SI PREPARA A FAR SHOPPING

In questo clima depresso fa piacere sottolineare che il mondo degli affari non si ferma. È il caso di Exor: dopo una trattativa durata un mese, la capofila del gruppo (+1,15%) ha ceduto il controllo della compagnia di riassicurazione Partner Re per 9 miliardi di dollari. A comprare è la francese Covea, che in questo modo rafforza la sua presenza nel settore (23 miliardi di premi). La cassaforte di casa Agnelli aumenta così la potenza di fuoco in vista di probabili acquisizioni favorita dalla debolezza dei mercati.

L’EUROPA SI SALVA DAL CALO DI WALL STREET

I mercati europei hanno chiuso i battenti prima che Wall Street prendesse la via del ribasso. Il taglio a sorpresa dei tassi Usa è stato così accolto in maniera positiva nel Vecchio Continente. Positiva ma non troppo Piazza Affari, espressione di un’economia fragile, impoverita dalla frana del turismo e dell’export (è saltato anche Vinitaly), che accentua le debolezze della finanza pubblica.

MILANO IN FRENATA PRIMA DELLA CHIUSURA

La Borsa di Milano ha ridotto i guadagni della mattinata, chiudendo in rialzo dello 0,43%, a 21.748 punti.

Nel resto d’Europa, Francoforte +1,01%; Parigi +1,12%; Madrid +0,77%; Londra +0,98%; Zurigo +1,62%.

L’epidemia di coronavirus dovrebbe avere un impatto significativo sull’economia italiana, già sofferente, con una recessione dell’attività industriale che dovrebbe intensificarsi nella prima metà dell’anno e una contrazione nei servizi. Lo scrive Loredana Federico, capo economista per l’Italia di Unicredit.

IL RENDIMENTO DEL BTP SCENDE SOTTO L’1%

IL calo dei tassi ha favorito il calo dei rendimenti del mercato obbligazionario. Il Btp decennale è sceso sotto l’1%, fino allo 0,98%.

Particolarmente forte la discesa del trentennale, scivolata sotto la soglia del 2%.

Il differenziale di rendimento Italia-Germania sul tratto decennale è sceso fino a 161 punti base da un massimo di 174.

LA BCE VERSO UN TAGLIO DI 10 PUNTI, TLTRO IN VISTA

A questo punto i riflettori sono rivolti al direttorio Bce del 12 marzo: il mercato prezza al 90% la probabilità di un taglio di 10 punti base da parte di Francoforte, in rialzo rispetto a circa il 75% della vigilia.

Tre fonti hanno detto a Reuters che la Bce sta lavorando a una serie di misure per fornire liquidità alle aziende colpite dall’epidemia, tra cui una Tltro rivolta alle piccole e medie imprese.

IL MERCATO BOCCIA IL PIANO BPM  

Giornata in altalena per le banche. L’indice di settore passa dalla parità a +2% dopo la decisione della Fed sui tassi e affonda nel terreno negativo in meno di 30 minuti per chiudere sui minimi di giornata in calo di oltre il 2%.

Protagonista negativo Banco Bpm (-8,2%) dopo il piano industriale che non impressiona il mercato, anche perché non contempla ipotesi di M&A. L’ad Giuseppe Castagna, però, non esclude intese: “Abbiamo un buon futuro su base stand alone. Se poi ci sarà un consolidamento di banche di medie dimensioni vedremo come muoverci e come si muoverà il mercato”. La Banca vede una tenuta del piano anche nell’ipotesi di uno scenario macroeconomico negativo nel 2020, su cui ci sono “non poche incertezze”, ha spiegato Castagna.

Tornano a scendere gli altri istituti di medie dimensioni, che in una situazione di normalità sarebbero i primi candidati a essere protagonisti della nuova fase di consolidamento del settore. Bper Banca -2,3%, Pop Sondrio -3,8%, Credito Valtellinese -7%. Giù anche Intesa Sanpaolo (-0,8%). Pesante Unicredit (-4,2%).

BALZO IN AVANTI DI DIASORIN, CORRE STM

Tra le note positive spicca il balzo in avanti di Diasorin (+2,93%) dopo l’offerta di Thermo Fisher sul 100% di Qiagen a 39 euro (+23%). Equita ricorda che “Diadorin ha una partnership con la stessa Qiagen”.

Tra gli industriali, avanza Stm (+2,8%). Bene anche Prysmian (+1,03%) e Buzzi (+2,42%). In evidenza Leonardo (+1,45%), su cui Banca Imi ha confermato la raccomandazione buy e il prezzo obiettivo a 14 euro in attesa dei conti 2019.

MEDIOBANCA FRENA PIRELLI

Nell’automotive salgono Fca (+1,03%) e Ferrari (+1,52%). Arretra Pirelli (-2,1%): Mediobanca Securities ha ribadito il rating neutral e il prezzo obiettivo a 5,10 euro sul titolo.

Piaggio +0,56%. Banca Imi ha confermato il rating buy e un prezzo obiettivo a 3,4 euro, valutando positivamente i dati sulle vendite di due ruote in Italia

Atlantia cede l’1% dopo che Moody’s ha declassato la società e la controllata Autostrade a Ba3 con prospettive negative in seguito alla conversione in legge del Decreto Milleproroghe.

Telecom Italia (-1,7%) fa peggio dell’indice principale: pesa lo stop al progetto rete unica da parte di Enel.

BANCA IMI PROMUOVE SNAM, TANTI BUY PER SARAS

In evidenza Snam (+2,45%), promossa da Banca Akros da neutral ad accumulate, con prezzo obiettivo che passa da 4,8 a 4,9 euro, dopo il completamento del piano di buyback.

Da segnalare anche Saras (+1,75% a 1,05 euro), in scia ai giudizi degli analisti dopo i conti 2019. Kepler Cheuvreux ha confermato la raccomandazione buy e il prezzo obiettivo a 1,56 euro sul titolo; buy anche per Equita Sim, con target price rivisto da 1,65 a 1,5 euro, mentre per Mediobanca Securities il rating è neutral, con Tp che scende da 1,65 a 1,60 euro. Da notare che i nuovi target price restano molto al di sopra degli attuali prezzi di Borsa.

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