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La Fed frena i mercati sui tassi, petrolio in caduta libera, dollaro vicino ai massimi

LA FED FRENA I MERCATI, PETROLIO IN CADUTA LIBERA. S&P CONFERMA IL RATING FCA, FINMECCANICA ALLE STELLE

Potenza delle parole. Secondo Joseph Hinsenrath, il giornalista di The Wall Street Journal specializzato negli scoop sulla Fed, nel prossimo comunicato della banca centrale Usa al termine del Fomc (fissato per il 16-17 dicembre) non si dirà più che occorrerà un “considerable time” prima del rialzo dei tassi.

E’ bastato questo segnale di un possibile irrigidimento della politica monetaria per imprimere una svolta ai listini azionari ed alle valute. Rallentano Tokyo -0,4%, Hong Kong -0,8% e Sidney -1,5%. Fa eccezione Shanghai +1,2%, lanciata in un rally infinito: nelle ultime quattro settimane il listino è salito del 25%.  

Robusta la correzione sui mercati americani: Dow Jones -0,59%. S&P -0,73% e Nasdaq sotto dello 0,84%. Vicino ai massimi il dollaro: 120,94 sullo yen, 1,235 sull’euro. Non s’arresta nemmeno stamani la frana del petrolio: Brent a 66,12 dollari il barile (-7 cent) dopo la batosta di ieri, quando i prezzi sono arretrati del 4%.

Morgan Stanley ritiene che senza un intervento dell’Opec, i mercati rischiano un grave squilibrio, con un picco di sovraproduzione probabilmente nel secondo trimestre del 2015, capace di spingere il prezzo del Brent fino a 43 dollari. Diversa l’opinione del ministro dell’energia del Kuwait: il greggio oscillerà attorno ai 65 dollari fino a giugno, salvo una ripresa delle economie dei Paesi consumatori.

PIAZZA AFFARI REGGE ALL’IMPATTO DEL DOWNGRADING

Anche le Borse europee hanno iniziato la settimana in ribasso: l’indice Stoxx 50 perde lo 0,6%, un modesto ripiegamento dopo il balzo del 2,3% di venerdì che ha portato il benchmark delle blue chip sui massimi da luglio. L’indice Ftse Mib chiude in ribasso dello 0,68%. Il taglio di Standard & Poor’s del rating del debito dell’Italia non ha provocato danni rilevanti né a Piazza Affari né sul fronte del debito.

Il decennale, tornato in mattinata brevemente sopra il 2%, ha chiuso all’1,94%, nuovo minimo storico. In salita lo spread a 124 punti base dai 118 della chiusura di venerdì ma soprattutto per il rialzo del Bund, bene rifugio per eccellenza, che ha beneficiato degli ulteriori segnali di rallentamento dell’economia giunti dalla Cina e dal Giappone.

UE: Il QE SI FARA’, MA NIENTE SCONTI SUL FISCAL POLICY

“A questo punto l’acquisto di bond governativi è un’opzione da prendere in considerazione per affrontare il massiccio deterioramento dell’economia della zona euro”. Parola di Ewald Nowotny, banchiere centrale austriaco e consigliere della Banca centrale europea, che in passato ha anticipato cambi di rotta nella politica monetaria di Francoforte.

Si torna dunque a parlare di Quantitative Easing, dopo il falso allarme della scorsa settimana. Di riflesso, l’euro viaggia ai minimi da oltre due anni fino ad un minimo a quota 1,2247 dollari. Ma mentre accenna a muoversi, probabilmente con forte ritardo, la politica monetaria, sul fronte del fiscal policy non i registrano novità apprezzabili dopo il duro monito lanciato da Angela Merkel ad Italia e Francia “perché facciano di più”.

I ministri delle Finanze della zona euro hanno chiesto ieri all’Italia di adottare “misure efficaci” per riportare il deficit strutturale del 2015. “Rileviamo – si legge nella dichiarazione finale – che in base alla valutazione della Commissione, lo sforzo strutturale dell’Italia nel 2015 sarà dello 0,1% del Pil, mentre viene richiesto lo 0,5% del Pil secondo il Patto di stabilità e crescita). Su questa base, saranno necessarie misure efficaci per consentire un miglioramento dello sforzo strutturale”.

ENI AI MINIMI DA 3 ANNI, OGGI IL CDA SAIPEM

Continua il tiro al bersaglio sui titoli petroliferi. L’indice Stoxx europeo del settore è in calo del 2%. A Milano è affondata Eni -3,3% scivolata a 15 euro, minimo degli ultimi 3 anni. Tenaris perde il 2,5%. Alla vigilia del cda di stasera, invece, si registra un timido rimbalzo di Saipem +0,2% dopo il crollo della scorsa settimana. All’esame dei vertici ci sarà la revisione degli obiettivi del piano industriale per il 2015, a rischio dopo la decisione della Russia di cancellare il progetto South Stream con un impatto di 1,25 miliardi di mancati ricavi per la controllata del cane a sei zampe.

FCA, RATING B PER IL CONVERTENDO  

Frena sul listino FCA -1,7%, dopo aver ritoccato in avvio i massimi toccati da Fiat nel 2000. Si sono conclusi gli incontri di Sergio Marchionne a New York. Il road show proseguirà oggi a Boston, domani sulla Costa Occidentale degli Stati Uniti.

Intanto ieri Standard & Poor’s ha deciso di confermare il rating di lungo termine ‘BB-‘ con outlook stabile, assegnando un rating ‘B-‘ al bond convertendo da 2,5 miliardi di dollari che il gruppo si accinge a collocare sul mercato.

Secondo l’agenzia sia il bond che la vendita di azioni ordinarie in portafoglio “sostengono il profilo di rischio di Fca e dunque mitigano i rischi di un downgrade. Tali rischi sarebbero altrimenti saliti visto il flusso di cassa operativo negativo, causato dalle notevoli spese in capitale legate al piano industriale al 2018, in un contesto operativo debole in alcuni mercati come quello dell’America Latina”.

FINMECCANICA NELLA TOP TEN DELL’EUROSTOXX 600

Finmeccanica rimane sui massimi di periodo con un guadagno dell’1,3%. Il titolo è reduce da cinque settimane consecutive al rialzo, l’ultima si è chiusa con un progresso del 3,8%. La performance del titolo da inizio anno sfiora il +50% e colloca Finmeccanica all’ottavo posto all’interno dell’indice Eurostoxx 600 (+4,7% nel periodo).

Fioccano, in attesa della riorganizzazione del business,  le promozioni. Gli analisti di Jp Morgan hanno alzato il target price a 7,5 euro da 6 euro, confermando il rating Neutral. Anche Deutsche Bank ha fissato un target di 7,50 euro, alzando il giudizio a Hold da Sell. Tra gl industriali in evidenza anche Prysmian in rialzo dello 0,8%: gli analisti di Barclays hanno alzato il prezzo obiettivo sul titolo a 18 euro da 17 euro. Pirelli perde l’1,7%. 

BANCHE, KBW PROMUOVE SOLO INTESA

Contrastati i bancari, le società potenzialmente più penalizzate dal taglio del rating del debito italiano da parte di Standard&Poor’s. Unicredit ha perso lo 0,9% nonostante Federico Ghizzoni abbia parlato venerdì di un possibile aumento del dividendo. Sale Intesa +1,5%: Keefe Bruyette ha alzato il giudizio a Outperform da hold.

In terreno positivo anche Ubi Banca +1,34% e Banco Popolare, nonostante Kbw abbia tagliato il giudizio a Market Perform da Outperform. Il target price è stato ridotto a 10,30 euro da 16 euro. Deboli Monte Paschi -1,9%, Banca Popolare di Milano -0,4% e Bper -1,11%.

TOD’S PAGA L’EFFETTO PRADA

Da segnalare nel resto del listino il passo in avanti di Mediaset +1,46% e la frenata di Telecom Italia –0,79%. Nel lusso, Tod’s -1,95% a 67,8 euro ha pagato lo scotto dei dati inferiori alle attese di Prada, ieri in pesante frenata (-8%) alla Borsa di Hong Kong. Stamane il titolo è invariato. 

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Categories: Finanza e Mercati