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La Fed accelera sui tassi, incognita energia per l’Europa

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La crociata contro l’inflazione è partita. Ieri, in audizione al Senato, Lael Brainard, nuova vice del presidente Powell, ha anticipato il primo rialzo dei tassi a marzo, appena terminato il programma di acquisto titoli in via di esaurimento. A favore di un aumento del costo del denaro appena possibile, quindi a marzo, anche Patrik Harker della Fed di Philadelphia e Thomas Barkin della Fed di Richmond. Meno netto sul timing dell’avvio del ciclo rialzista dei tassi Charles Evans della Fed di Chicago, anche se pure lui, come tutti gli altri, è a favore di almeno tre (ma probabilmente quattro) rialzi nel 2022. Nell’attesa, già si avvertono i primi segnali sul mercato del denaro: i bond a rendimento sottozero sono scesi sotto i 10 mila miliardi per la prima volta dopo venti mesi. Perfino il Giappone fa sapere che, dopo nove anni di tassi negativi, torna a farsi sentire l’inflazione, attesa come le rondini in primavera.

In questo quadro, come logico, perdono colpi i titoli tech, mentre assume grande importanza il test dei bilanci bancari, da oggi in sfilata a Wall Street (si comincia con JP Morgan, Citigroup e Wells Fargo): riusciranno i Big del credito a convincere gli operatori che i conti sono così solidi da sopportare il rialzo dei tassi?

TOKYO -1,4%, BENE L’EXPORT CINESE

La settimana si sta per chiudere in Asia Pacifico con ribassi generalizzati. Il Nikkei di Tokyo è in calo dell’1,4%, stessa variazione per la settimana. Hang Seng di Hong Kong -0,9% (+3% la settimana). CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzen -0,4% (-1,6% la settimana). Taiex di Taipei -0,6% (+0,9% la settimana). Kospi di Seul -1,5% (-1,1%). La borsa dell’India ha aperto in ribasso dello 0,4%: se dovesse chiudere a questi prezzi, il bilancio settimanale sarebbe positivo (+2%).

Nel corso della notte è uscita la bilancia commerciale della Cina: le esportazioni sono salite a dicembre del 21%, in rallentamento dal +31% di novembre, ma meglio delle aspettative del consensus (+20%). Sotto le previsioni le importazioni, +19,5%.

SEUL (-1,5%) ALZA I TASSI

La Banca centrale della Corea del Sud ha alzato i tassi di interesse di 25 punti base, portandoli a 1,25%, ovvero sui livelli precedenti la pandemia. Nella nota che dà conto dell’intervento, la Banca della Corea avverte che l’inflazione dovrebbe rimanere intorno al 3% per un periodo di tempo considerevole, un cambio di tono e di parole rispetto al comunicato di novembre che lascia presagire altri rialzi. La decisione arriva a due mesi dalle elezioni politiche e dalla scadenza del mandato del governatore Lee Ju-yeol.

OGGI I NUMERI DI JP MORGAN, CITIGROUP E WELLS FARGO

Future poco mossi sui mercati Usa. Ieri, dopo un avvio positivo per un dato sui prezzi alla produzione meno allarmante del previsto, Wall Street ha imboccato la via del ribasso dopo le parole in arrivo dalla Fed: Dow Jones -0,49%, S&P 500 -1,42%. Peggio il Nasdaq: -2,5%.

Gli utili societari del quarto trimestre sono previsti in calo, ma ancora positivi, con un buon 22,4%. Si comincia alle 13 con i conti di JP Morgan.

Il dollaro si è indebolito anche nelle ultime ore contro quasi tutte le controparti: euro a 1,147. Treasury Note a dieci anni quasi invariato a 1,72%. Oro a 1.827 dollari, in rialzo dello 0,2%: a questi prezzi la settimana si chiude con un rialzo dell’1,7%.

Petrolio WTI debole a 81,9 dollari il barile, il bilancio settimanale provvisorio è +3,8%. Si profilano nuove difficoltà sul fronte del gas in Europa. La Russia ha fatto sapere di ritenere “del tutto insoddisfacente” l’andamento dei colloqui di Ginevra con la controparte americana sull’Ucraina.

LA BCE CONFERMA: NUOVI STIMOLI DOPO IL PEPP

In attesa delle scelte della Bce si scalda il dibattito sui prezzi. Il vicepresidente Luis De Guindos rileva che “l’inflazione non sarà così transitoria come previsto solo alcuni mesi fa” e che la crescita dei prezzi quest’anno rischia di superare le proiezioni. Ma al fianco di madame Lagarde si schiera il Bollettino Economico della Banca centrale: l’inflazione “rimarrà oltre il 2% per la maggior parte del 2022, ma dovrebbe ridursi nel corso dell’anno”. La Bce condurrà gli acquisti di titoli di Stato tramite il programma per l’emergenza pandemica a un ritmo più basso da qui a marzo, quando il Pepp sarà terminato. Tuttavia i reinvestimenti dei bond che giungono a scadenza saranno estesi “almeno sino alla fine del 2024” e “in caso di ulteriore frammentazione del mercato connessa alla pandemia, i reinvestimenti del Pepp potranno essere adeguati in maniera flessibile nel corso del tempo”.

BROYER (S&P): SUI PREZZI UE MEGLIO DEGLI USA

Anche S&P si schiera con Lagarde, contro le tesi della Bundesbank. “Ci sono segnali che i colli di bottiglia si vanno progressivamente risolvendo e, per quanto l’incertezza rimanga alta, è facile che l’inflazione tenda a ridursi meo prossimi mesi”. Sylvain Broyer, capo economista per l’Europa di S&P Global Ratings, sposa così la tesi per cui la Bce non ha motivo di alzare i tassi nel 2022. “Siamo passati da una fase in cui vi era un rischio di scenario deflattivo a una fase in cui è più probabile che venga centrato l’obiettivo di inflazione di medio termine”, dice Broyer, rilevando che, a differenza di quanto accade in Usa, il carovita europeo è soprattutto legato al caro-energia, mentre la crescita dei salari appare contenuta. La Bce non sarà così costretta ad agire, ma “a fare un uso attento ed efficace della comunicazione”.

SALGONO IN ASTA I RENDIMENTI DEL TESORO

In questo quadro non rallentano più di tanto le tensioni sui Btp, assai più forti, rileva il bollettino della Bce, che sui titoli spagnoli e portoghesi. Lo spread tra decennale italiano e tedesco si conferma a 135 punti base (-0,59%) con rendimenti in lieve calo: rispettivamente +1,21% e -0,13%.

Salgono però i tassi sul primario dei titoli a tre e sette assegnati in asta dal Tesoro. Per la terza tranche del Btp a 3 anni scadenza 15/12/2024 il rendimento è salito di 24 centesimi, tornando in positivo per la prima volta dal 2020 e attestandosi allo 0,14%. Per quanto riguarda la terza tranche del Btp a 7 anni scadenza 15/02/2029 il rendimento risulta in salita di 29 centesimi sull’asta del mese scorso, allo 0,89%.

PIAZZA AFFARI +0,47%, FRENA LA PRODUZIONE INDUSTRIALE

In Europa, i listini si spengono nel finale di seduta: l’indice EuroStoxx 50 chiude a +0,3%. A Milano Piazza Affari si è apprezzata dello 0,47% a 27.844 punti.

Prometeia vede un indebolimento della produzione industriale italiana dopo il forte rimbalzo registrato a novembre. L’istituto stima la produzione in flessione dello 0,9% congiunturale a dicembre e dello 0,4% a gennaio e in rialzo dello 0,1% a febbraio. L’Istat ha fotografato ieri a novembre un rialzo dell’1,9% su mese e del 6,3% su anno, ben oltre le attese.

LUSSO SOTTO TIRO A PARIGI

Chiude in rosso Parigi (-0,5%). Sono appena sopra la parità Francoforte (+0,06%), Amsterdam (+0,11%) e Londra (+0,15%). Meglio Madrid (+0,54%).

Vola Renault, ma Parigi è azzoppata dalla caduta della flotta dei titoli del lusso.

STELLANTIS, UN BUON COMPLEANNO GRAZIE A JEFFERIES

A Milano, in occasione del primo compleanno della nascita di Stellantis, prendono il volo i titoli di casa Agnelli. La stessa Stellantis mette a segno un rialzo del 2,9% sull’onda del buy di Jefferies, che ha alzato il target price a 25 da 22 euro, confermando il rating buy. “Stellantis non ha ancora catturato l’immaginazione degli investitori – si legge nel report – le azioni hanno seguito il settore, ma i multipli sono del 45-60% inferiori a Ford e General Motors. Ma vogliamo vedere questa come un’anomalia che l’azienda potrà correggere continuando a mettere in atto la sua strategia e precisando gli obiettivi al 2030”, come previsto dal piano che sarà illustrato a inizio marzo.

Prosegue intanto la corsa di Iveco (+4,9%) e di Cnh Industrial (+2,3%).  Banca Akros rileva che ieri sono stati diffusi i dati sulle immatricolazioni dei trattori a dicembre, ben sopra le attese del broker per il quarto trimestre in Nordamerica: “Notizie moderatamente positive e non scontate”. Rallenta solo Ferrari: -1,94%.

CREDIT SUISSE LANCIA STM, UNICREDIT RECUPERA

Accelera Stm (+2,5%): Crédit Suisse ha avviato la copertura del titolo con un rating “outperform” e prezzo obiettivo a 60 euro da 49,50, “con il consensus che sembra sottostimare la crescita e il potenziale legato ai profitti”.

Tra le banche recupera Unicredit (+0,6%) all’indomani dello stop (-3,2%) in un mercato scettico sull’opportunità di un’eventuale acquisizione di Otkritie Bank per le incognite in termini di visibilità, execution e rischi geopolitici di un deal sul mercato russo, nonostante gli attraenti rendimenti attesi.

Poco mossa Intesa Sanpaolo così come Pop. Sondrio dopo lo strappo della vigilia: sale dell’1,9% Bper.

GIÙ DIASORIN: IN FUTURO MENO TAMPONI

In deciso calo Diasorin (-3,34% a 149 euro), incurante della notizia del lancio di un nuovo test per individuare la variante Omicron nel campo della ricerca, con gli investitori che oramai scommettono sulla fine del virus, e quindi a un progressivo venir meno del ricorso ai tamponi.

Ripiegano anche Brunello Cucinelli (-2,45%) e Moncler (-1,63%).

EDIZIONE, TUTTI I POTERI AD ALESSANDRO

Edizione, la holding della famiglia Benetton, si trasforma in Spa e indica come presidente Alessandro Benetton e come AD Enrico Laghi. L’assemblea straordinaria ha approvato un nuovo statuto che conferma la missione di Edizione quale holding pura di partecipazioni (Atlantia, autogrill e Benetton Group). Il nuovo statuto prevede la nomina di un Cda composto da quattro consiglieri diretta espressione della famiglia Benetton (salita al 33,4% del capitale) e sino a cinque consiglieri indipendenti, uno dei quali sarà l’AD.

ENTRA WATERWHEEL, VOLA DOVALUE

Strappa Dovalue (+10,25%) dopo che la società ha reso noto l’arrivo di un nuovo investitore, Waterwheel Capital Management, nel proprio portafoglio clienti attraverso il completamento di Progetto Mexico, una cartolarizzazione da 3,2 miliardi di euro in Grecia. Intensi i volumi scambiati sul titolo, pari a più di sei volte la media a 30 giorni.

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