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La crisi vista dal green: dopo la vittoria di Tiger il mondo del golf tira un sospiro di sollievo

Tiger Woods vince il suo settantaduesimo torneo sul Pga tour, dopo due anni e mezzo di digiuno, e il mondo del golf tira un sospiro di sollievo. In ballo ci sono 750 milioni di telespettatori sul pianeta (dato riferito alla Ryder Cup), in gran parte trascinati dal campionissimo. Il golf ha ancora bisogno del divo Tiger, di un atleta che possa essere definito il “più grande campione di tutti i tempi”, “lo sportivo più pagato”. Per attrarre tifosi e praticanti infatti ci vogliono record, miti e leggende. Così, a pochi giorni dall’inizio del Masters in Georgia, Woods, tornato sesto nella classifica mondiale, è di nuovo numero uno al botteghino, più quotato anche del giovanissimo e rampante Rory McIlroy. Tutti hanno una grande voglia di crederci, persino i suoi colleghi. Per Malcom McDowell perdere da Tiger, all’Arnold Palmer Invitational, è stato un onore: “è stato bello avere un posto in prima fila per vedergli fare quello che sa fare meglio: vincere tornei”. L’inglese Ian Poulter, spesso aspro nei confronti del fuoriclasse americano, ha profetizzato che al Masters Tiger farà meraviglie. Insomma il coro è unanime ed entusiasta. Per Tiger vincere è stata “gioia pura” e per il mondo del golf una indispensabile iniezione di marketing. 

La stagione è appena cominciata e giocarla con l’ex numero uno in forma smagliante vuol dire mettere il turbo in quella macchina da soldi che è il golf: diritti, sponsor, premi, nuovi adepti, case, abbigliamento e turismo. Il golf è lo sport più praticato al mondo, eppure soffre la crisi economica, in sintonia con la middle class che lo pratica. Un’inchiesta pubblicata dal mensile Golf &Turismo titola “La crisi economica mette in ginocchio il golf negli Usa” e riferisce che negli ultimi 6 anni hanno smesso di giocare 4 milioni di golfisti americani e che in due stagioni hanno chiuso 107 campi. Una situazione critica che avrebbe spinto il governo a emanare una legge per tutelare chi ha casa nel club falliti. Più ottimistica la lettura della situazione italiana, anche se la rosea visione solleva qualche perplessità. In Italia i golfisti sono solo centomila (e nella cifra sono compresi anche i non giocatori-frequentatori di circoli, perché comunque tesserati). Un numero esiguo e sempre meno disposto a spendere. I Club sono spesso costretti a farsi una concorrenza spietata a suon di promozioni, per conquistare qualche green fee o nuovo socio. Dai primi di marzo in un bel complesso ligure è scattata la cassa integrazione e le situazioni a rischio sono molte di più di quanto non si sappia. Secondo un‘indagine di Golfitaliano il 4% dei club ha sentito la crisi. E’ indispensabile quindi tenere viva l’attenzione verso uno sport che richiede forti investimenti. 

Anche il golf insomma ha bisogno di eroi, per continuare a crescere e per continuare ad attrarre. Viva Tiger allora, che tiene accesa questa fiamma dall’alto di un miliardo di dollari già guadagnato in carriera, fra montepremi e sponsor. Tiger che non si accontenta mai e che soffre (o mostra di…) su ogni colpo come l’ultimo dei dilettanti. Tutti hanno da intascare la loro fetta di dividendo in questa partita. Compreso il suo ex allenatore Hank Haney che esce in questi giorni con il libro “The big miss”, sul suo lavoro con Tiger e su qualche storiella inedita della vita privata del campione.

Nel golf anche l’Italia ha il suo testimonial, un Tiger in erba che, si spera, vivrà una lunga e felice carriera golfistica ai  vertici del tour europeo e americano: Matteo Manassero, 19 anni, due tornei vinti e oltre 2 milioni di euro già incassati in carriera. Matteo, che non è riuscito a qualificarsi per il Masters, ma che ha comunque portato a termine gli ultimi due tornei in modo eccellente, piazzandosi secondo in Andalusia e sesto in Marocco, sull’European Tour. A partire da giovedì sarà l’etoile del Sicilian Open, che si disputerà al Verdura Golf & Resort di Sciacca, in Sicilia. E in campo ci sarà anche il mitico Costantino Rocca, primo degli italiani a giocare un grande golf (si piazzò secondo al British Open). 

Assenti giustificati i fratelli Molinari, che parteciperanno al Masters grazie al piazzamento nei primi venti del prestigioso major dello scorso anno.

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