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La Bce rivede al ribasso le stime su inflazione e crescita. Lagarde: per il taglio dei tassi si aspetta giugno

Imagoeconomica

Tutto come previsto. La Bce ha lasciato i tassi d’interesse invariati. È la quarta pausa nel ciclo di dieci rialzi consecutivi cominciato a luglio 2022. E dunque: Il tasso sui rifinanziamenti principali è rimasto fermo al 4,50%, quello sui depositi al 4%, e quello sui prestiti marginali al 4,75%. Per il tanto atteso taglio si dovrà aspettare giugno, quando con ogni probabilità ci saranno dati sufficienti per pensare a una riduzione dell’orientamento restrittivo. Nel frattempo, l’Eurotower ha rivisto al ribasso le stime sulla crescita e sull’inflazione dell’area euro.

Le nuove stime della Bce su inflazione e crescita

La Banca Centrale ha tagliato la stima sull’inflazione per l’area euro rispetto alle previsioni di dicembre. Secondo le nuove stime, l’inflazione segnerà 2,3% nel 2024 (dal 2,7% precedente), 2% nel 2025 (da 2,1%) e 1,9% nel 202 “Anche se gran parte degli indicatori d’inflazione sono ulteriormente rallentati, restano pressioni inflazionistiche interne, specialmente la crescita dei salari”, ha detto la presidente Lagarde nella consueta conferenza stampa al termine della riunione di politica monetaria dell’Eurotower, aggiungendo che: “Siamo nel mezzo del processo di disinflazione, facciamo buoni progressi e siamo più fiduciosi ma non siamo ancora sufficientemente sicuri” del ritorno dell’inflazione all’obiettivo.

Le previsioni sulla crescita per il 2024 scendono invece dallo 0,8% di dicembre allo 0,6%. L’attività economica dovrebbe rimanere moderata nel breve periodo, per poi crescere dell’1,5% nel 2025 e dell’1,6% nel 2026, sorretta inizialmente dai consumi e, in seguito, anche dagli investimenti. Su questo fronte, ha sottolineato Lagarde, “permangono i rischi dalle tensioni geopolitiche”. “L’attività economica resta debole, i consumatori continuano a non spendere, gli investimenti restano moderati e le aziende esportano meno, ma i sondaggi indicano una ripresa graduale grazie all’inflazione in calo e agli stipendi che continuano a crescere”, ha continuato la numero uno della Bce.

A quando il taglio dei tassi?

Per quanto riguarda il tanto atteso taglio dei tassi, all’interno del comunicato, il Consiglio direttivo della Bce si è detto “determinato ad assicurare il ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo del 2% a medio termine”. In base alla sua attuale valutazione, il board dell’Eurotower “ritiene che i tassi di interesse di riferimento della Bce si collochino su livelli che, mantenuti per un periodo sufficientemente lungo, forniranno un contributo sostanziale al conseguimento di tale obiettivo. Le decisioni future del Consiglio direttivo assicureranno che i tassi di riferimento siano fissati su livelli sufficientemente restrittivi finché necessario”. 

“Chiaramente ci servono più dati che arriveranno nei prossimi mesi, ne sapremo di più ad aprile e molto di più a giugno“, ha detto Lagarde in conferenza stampa, aggiungendo che la decisione odierna sui tassi è stata unanime. La numero uno dell’Eurotower ha ribadito che “la Bce agirà in maniera indipendente (dalla Fed, ndr.), faremo quello che dobbiamo fare, quando lo dobbiamo fare. Se le condizioni sono soddisfatte e la nostra diagnosi è che la politica monetaria è stata restrittiva abbastanza a lungo, prenderemo la nostra decisione”. 

In questo contesto, occorre Sylvain Broyer, Chief Economist Emea di S&P Global Ratings fa notare che: “Da quando la Bce si occupa di definire i tassi d’interesse per l’Eurozona, li ha abbassati 21 volte, e mai quando l’inflazione core era al di sopra del 2,2%. Oggi l’inflazione core è al 3,1% e non scenderà sotto il 2,2% prima dell’estate. A meno che non si verifichi un imprevisto che influisca sulla crescita o sulla stabilità finanziaria, un taglio dei tassi della Bce a giugno è quindi lo scenario più probabile”.

La Bce spinge sull’Unione del mercato dei capitali: “Imperativo muovere più velocemente”

Il Consiglio direttivo della Bce ha “concordato all’unanimità una nuova presa di posizione sull’Unione del mercato dei capitali europea, che afferma l’imperativo di muovere più velocemente” nella direzione di un’unificazione dei mercati finanziari europei, ha detto la presidente della Banca centrale europea, ricordando che la Bce aveva preso posizione nel 2020, in occasione del piano d’azione della Commissione europea, ma ha ora deciso di “rafforzare significativamente” la sua posizione.  

La reazione delle Borse

Le decisioni della Bce e le parole della presidente Christine Lagarde spingono le Borse europee con lo Stoxx 600, l’indice che raccoglie le principali capitalizzazioni di mercato, che guadagna l’1% e i principali listini sembrano aver ritrovato il giusto piglio: Madrid sale dello 0,9%, Parigi (+0,6%), Francoforte (+0,5%). Più arretrata Milano (+0,2%), zavorrata da Telecom (-9,9%), Azimut (-3,7%), Pirelli (-2,8%) e Nexi (-2,4%). 

Per quanto riguarda i titoli di Stato, lo spread tra Btp e Bund prosegue a 130 punti, con il tasso del decennale italiano che scende di sette punti base al 3,57% e quello tedesco al 2,57% (-5 punti). Sul fronte valutario l’euro è stabile a 1,0886 sul dollaro. 

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