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L’8 marzo si apre il Salone dell’Auto 2012 di Ginevra: ecco le novità

140 anteprime assolute mondiali. Riflettori sparati su tante vetture molto attese da mercato e appassionati: la nuova Audi A3, ma anche la Hunday i30 Wagon, la Kia Cee’d, la Porsche Boxster. E inoltre, giusto per concentrarsi su casa nostra, la Fiat 500L, versione ‘grande’ della piccola di Torino, puntata senza tanti complimenti a rivaleggiare con un’altra grande-piccola di successo e molto glamour, la Mini Countrynman, e destinata (affermano gli esperti) a vendere molto bene. Per non parlare della nuova berlinetta Ferrari F12: cavalli ed emozioni a raffica, come da migliore tradizione del Cavallino, insieme a tecnologia super di livello mondiale.

Questo, in numeri e aspettative, è il principale Salone dell’Auto 2012, che aprirà l’8 marzo i battenti a Ginevra. Tutto esaurito, a livello di spazi ed espositori: è questa la tradizione del più ricco salone e completo salone delle quattro ruote. “Partiamo sotto i migliori auspici – parola di Maurice Turrettini, neo presidente della rassegna elvetica -. Non mancherà nessuno dei grandi costruttori e abbiamo affittato (a costi record, è il caso di ricordare) tutti gli spazi disponibili”.

Quindi, crisi dell’auto finita, direbbe un osservatore arrivato dallo spazio direttamente a Ginevra e dintorni. Macché! La crisi dell’auto c’è, eccome. E colpisce duro particolarmente in Europa: 12 milioni e mezzo di immatricolazioni previste per quest’anno; nel 2007 furono oltre 3 milioni in più. E se la contrazione in termini numerici fa paura, quella in percentuale è da panico: -20 per cento. Abbondante.

Lungo è l’elenco dei marchi auto in forte perdita. Si va dal rosso profondo delle francesi Peugeot, Renault e Citroen, alle difficoltà di Opel e Ford-Europa. Il recente ingresso di General Motors in Peugeot, per una quota del 7%, fa pensare che si tratti soltanto del primo di una lunga serie di passi verso una percentuale ben maggiore. Perfino l’armata Volkswagen, ufficialmente fonte di numeri di massimo prestigio, in realtà è difficilmente conteggiabile in ambito continentale, perché il gruppo tedesco non fa tante distinzioni all’interno delle sue vendite (fortissime) a livello planetario. E soprattutto non fa mistero sul fatto che ormai le vendite, e i guadagni, non si fanno in Europa, bensì sui cosiddetti mercati emergenti, ovvero in Asia.

Oggi, insomma, l’Europa non sembra più amare l’auto. Dappertutto (la Germania fa eccezione) si vende meno e piazze fondamentali per le quattro ruote quali Italia, Francia e Gran Bretagna sembrano non in grado di reagire. Oltre Manica l’industria dell’auto è un ricordo; in Francia i numeri fanno paura e si profila una serie di riduzioni produttive, di licenziamenti. Da noi la situazione è sotto gli occhi di tutti: Fiat, unico costruttore nazionale (Ferrari e Maserati, pur di massimo prestigio, offrono numeri da nicchia: di lusso, ma nicchia) pensa più a delocalizzare che a proporre novità in grado di affascinare. 

E del resto, chi avrebbe immaginato che in pieno 2012 la crisi economica non sarebbe ancora stata conclusa? Siamo davanti a un momento difficile che rivaleggia, per durata e portata, con la Grande Crisi del 1929. Le quattro ruote non vanno controcorrente. E dietro ai riflettori di svizzeri sempre più operatori sembrano avere smarrito molte delle speranze ancora vigorose soltanto un paio di anni fa. Speriamo che lo spirito, a Ginevra, non sia quello un po’ depresso che si respira negli autosaloni, sempre più depressi dalle scarse vendite e non certo aiutati dalle sempre maggiori difficoltà delle banche a erogare il credito necessario a tanti potenziali clienti.   

Speriamo che anche la parte verde del Salone, dedicata all’auto pulita con molta meno timidezza rispetto a quella del passato anche recentissimo, aiuti a comunicare l’idea di un’auto a emissioni zero al di là dell’idea e del progetto. Anche se difficilmente, per non dire impossibilmente, sarà la gentilezza verso l’ambiente a rendere nuovamente simpatico e attraente, per non dire affascinante, l’oggetto auto, anno dopo anno sempre più non-amico causa multe, traffico da panico e centri cittadini blindati.  

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Categories: Cultura