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Jobs Act e articolo 18: l’accordo nel Pd fa insorgere Ncd

La riconciliazione all’interno del Partito Democratico rischia di costare al Governo una nuova spaccatura, stavolta con il Nuovo Centrodestra. La materia del contendere è ancora una volta la modifica all’articolo 18 da inserire nel Jobs Act allo studio della Camera.

Oggi il Governo presenterà un emendamento per recepire l’accordo raggiunto all’interno del Pd sulla reintroduzione dell’opzione del reinserimento per i licenziamenti senza giusta causa per motivi disciplinari. Una mossa che ha scatenato l’ira di Ncd, perché il nuovo testo non corrisponderebbe a quanto concordato. La spaccatura rischia di mettere in forse i numeri della maggioranza al Senato. 

Il sottosegretario al Lavoro, Teresa Bellanova, ha parlato di “riformulazione” senza novità ma ha spiegato che nella delega sarà inserita la previsione del reintegro nel posto di lavoro in caso di licenziamenti disciplinari “per un motivo dichiarato da un giudice nullo o inesistente”. 

Il capogruppo Ncd, Maurizio Sacconi, ha replicato che l’emendamento “non corrisponde a quanto concordato. Se vedessimo un testo diverso da quello che conosciamo ce ne andremmo dalla Commissione e si aprirebbe un bel contenzioso nella maggioranza”. 

Per Ncd in caso di licenziamenti giudicati illegittimi la regola dovrebbe essere l’indennizzo economico con il mantenimento del reintegro solo nei licenziamenti discriminatori (peraltro già disciplinati dal Codice Civile) e in casi molto limitati di licenziamenti disciplinari.  

La controreplica di Bellanova non si è fatta attendere: “Non c’è nessuna forzatura, siamo persone serie, non faccio il gioco delle tre carte. Dobbiamo stare calmi e sereni. Per i licenziamenti disciplinari ingiustificati sarà previsto il reintegro ma le fattispecie le scriveremo nei decreti delegati”. 

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Categories: Politica