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Irlanda del Nord: torna il terrorismo, pericolo Brexit

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Torna il terrore in Irlanda del Nord dopo i vent’anni di pace garantiti dagli accordi del 1998. Si ricomincia a sparare e lo spettro degli attentati messi a segno dall’Ira contro il Governo britannico fa di nuovo paura.

Una giornalista ventinovenne, Lyra McKee, è stata uccisa a colpi di arma da fuoco mentre seguiva i disordini nella città di Derry. La polizia non usa mezzi termini e parla di “atto terroristico”. “Stiamo trattando questa morte come un attentato terroristico e abbiamo aperto un’inchiesta sull’omicidio”, ha detto il vicecapo della Polizia Mark Hamilton.

Nelle numerose testimonianze pubblicate sui social network si vedono un’auto e un furgone che bruciano, mentre persone incappucciate scagliano bombe carte contro la polizia. Secondo le prime informazioni, la giornalista si trovava vicino alle auto della polizia.

La giornalista Leona O’Neill è stata testimone dell’omicidio. “Ero in piedi accanto a questa giovane donna quando è caduta accanto a una Land Rover della polizia stasera. Ho chiamato un’ambulanza per lei, ma la polizia l’ha messa nella parte posteriore della propria Land Rover e l’ha portata all’ospedale dove è morta, a soli 29 anni. Ho il voltastomaco stanotte”.

Gli scontri sono cominciati dopo alcune perquisizioni svolte dalla Polizia, impegnata ad indagare sull’autobomba di gennaio, in una zona residenziale di Londonderry, Creggan, dove si pensava potessero conservate armi da utilizzare durante il fine settimana, quando si svolgeranno le celebrazioni della “Pasqua di Sangue”, la rivolta dell’aprile del 1916, quando l’Irlanda del Nord dichiarò l’indipendenza e l’esercito inglese reagì sparando colpi di cannone.

Da alcuni mesi, in l’Irlanda del Nord è tornata la violenza. Secondo la polizia dietro i disordini ci sarebbe la New Ira, un gruppo repubblicano dissidente che non riconosce gli accordi di pace del Venerdì Santo del 1998. Il gruppo, spiega il Guardian, è nato nel 2012 grazie “all’unione tra varie fazioni che si oppongono al processo di pacificazione ed è stato collegato agli omicidi di due guardie carcerarie e a diversi altri attacchi.”

Ciò che si teme è che la cosiddetta New Ira potrebbe causare nuove violenze sfruttando la situazione delicatissima creata dalla Brexit sul confine tra la Repubblica d’Irlanda e l’Irlanda del Nord. Soprattutto se, dopo il fallimento dell’accordo tra Regno Unito e Unione Europea, si tornerà a parlare di un confine fisico tra i due territori.

D’altronde alla base del fallimento dei negoziati e del triplo No del Parlamento britannico alla Brexit (almeno in origine) c’era proprio il backstop, un meccanismo di emergenza che secondo l’accordo sarebbe entrato in vigore alla fine del periodo di transizione (2020) nel caso in cui Uk e Ue non fossero riusciti a trovare un’intesa in grado di garantire un confine non rigido tra Irlanda e Irlanda del Nord e che prevedeva la permanenza a tempo indefinito del Regno Unito nell’Unione Doganale e regole speciali per Belfast, tra le quali la sua permanenza nel mercato unico.

La Brexit è stata rinviata, in attesa che Westminster riesca finalmente a trovare una maggioranza che approvi un accordo, ma sulle “due Irlande” è crollato il silenzio. Nessuno ad oggi sa come risolvere una questione che potrebbe non solo causare problemi politico-economici ingenti, ma diventare un vero e proprio focolaio di violenza sul territorio. La miccia, purtroppo, sembra ormai accesa.

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