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Intesa Sanpaolo alza il prezzo dell’Ops Ubi con più cash

Imagoeconomica

Intesa Sanpaolo rilancia e va a meta. Il gruppo ha aumentato il corrispettivo per l’Ops su Ubi Banca e pone le premesse per spianare la strada alla conquista del 66,67% di Ubi le adesioni all’Ops lanciata lo scorso febbraio. conquistando così il sì dei grandi soci bresciani che già venerdì, avevano aperto all’acquisizione chiedendo però un miglioramento. E il miglioramento è arrivato nella misura di 0,57 euro per azione che si sommano al corrispettivo in azioni pari a 1,7 azioni ordinarie di Intesa Sanpaolo per ogni azione Ubi Banca.

Sulla base del prezzo ufficiale delle azioni di Intesa Sanpaolo al 14 febbraio (pari a 2,502 euro), l’offerta – spiega il comunicato diffuso dalla banca dopo la decisione del Consiglio d’amministrazione in riunione straordinaria – esprime una valorizzazione pari a 4,824 per ciascuna azione di Ubi Banca e incorpora un premio del 44,7% rispetto al prezzo dell’azione Ubi Banca.

In caso di adesione integrale all’offerta, il corrispettivo in denaro ricevuto dagli azionisti di Ubi Banca diventerebbe secondo Intesa quantificabile in circa 80 milioni di euro per le Fondazioni a sostegno delle erogazioni alle comunità locali, e a circa 310 milioni di euro per le famiglie e gli imprenditori del territorio. Nel complesso, Intesa mette sul piatto ulteriori 652 milioni.

Intesa Sanpaolo spiega le ragioni alla base del rilancio sull’offerta iniziale . Da un lato, si tratta di “generare benefici per tutti gli stakeholder dei due Gruppi – gli azionisti, le famiglie e le imprese clienti, le persone che vi lavorano, la comunità e l’ambiente in cui i due Gruppi operano – e di rafforzare al contempo il supporto all’economia reale e sociale dell’Italia, valorizzando le realtà locali”. Dall’altro, la nuova offerta si presenta come un riconoscimento ai territori come Bergamo e Brescia maggiormente colpiti dall’epidemia di Covid-19. Intesa Sanpaolo “ha ritenuto di tenere in considerazione la difficile situazione del territorio in cui si concentrano gli azionisti retail e più in generale gli stakeholder di UBI Banca – come noto, duramente colpito dalla pandemia da COVID-19 – e di non aggravarla ulteriormente con effetti divisivi, seppure non intenzionali, che si possano ingenerare tra stakeholder favorevoli e contrari all’Offerta”.

L’accelerazione è arrivata negli ultimi giorni, a ridosso anche della decisione Antitrust, l’ultima attesa per completare il quadro delle autorizzazioni all’Ops.

Leggi anche: Intesa-Ubi: ok Antitrust, ma dovrà cedere 500 sportelli

Che un miglioramento dell’Ops fosse nell’aria si era capito dopo l’apertura del Car, il comitato dei grandi azionisti bresciani di Ubi con sede a Bergamo che aveva aperto una breccia nell’iniziale muro alzato contro la proposta di Intesa. Chiedendo però un rilancio che ora è arrivato. E’ di pochi giorni fa l’adesione di Cattolica e anche la Fondazione Banca del Monte di Lombardia, tra i primi soci con una quota vicina al 4%, ha optato a mercati chiusi all’unanimità per aderire all’Ops di febbraio. Il cerchio si chiude.

Per approfondire: Intesa lancia a sorpresa un’offerta su Ubi Banca

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