X

Internet via satellite, anche Amazon scalda i motori. E le connessioni diventano planetarie

Foto di Alexander Fox PlaNet Fox da Pixabay

Internet sempre e dovunque, a costo di combattere una battaglia nello spazio. In senso buono, naturalmente. Nella sfida dell’Internet via satellite a prezzi finalmente abbordabili si fronteggiano i colossi. Ha aperto la strada Elon Musk con il suo StarLink, a cui si deve un meritorio regalo ai popoli e agli eserciti che stanno dalla parte dei “buoni” nella guerra in Ucraina (non solo tra i campi di battaglia ma anche al servizio dei cittadini russi che il regime ha tagliato fuori dalle comunicazioni non “ufficiali”). StarLink continua a crescere: attualmente il servizio offerto da SpaceX di Musk conta oltre 3.600 satelliti e copre 25 paesi con oltre 145.000 utenti. E ora si dice pronto a partire Jeff Bezos, patron di Amazon, che vorrebbe rendere operativa la sua rete Internet satellitare “Kuiper” (il nome evoca il padre delle moderne scienze planetarie) entro il 2026 con almeno la metà degli oltre 3.200 satelliti che negli anni successivi dovrebbero coprire quasi tutto il globo: nelle prossime settimane dovrebbe essere pianificato (dopo qualche ritardo rispetto alla tabella di marcia originale) il lancio dei primi due satelliti, che faranno da prototipo, utilizzando il nuovo razzo vettore “Vulcan Centaur” della United Launch Alliance, partnership tra i due big Boeing e Lockheed.

ECONOMIA DELO SPAZIO: LA SFIDA DI BEZOS A MUSK

Il sistema di Bezos, che prevede un investimento complessivo attorno ai 10 miliardi di dollari, si annuncia con caratteristiche innovative anche rispetto a StarLink. È infatti concepito sin dall’inizio per offrire una doppia modalità di fruizione: oltre al collegamento diretto ai satelliti attraverso piccole antenne da puntare verso il cielo, come per il sistema concorrente, promette di fare anche da ponte tra le grandi dorsali mondiali di Internet per connettere sistemi cellulari analoghi a quelli già diffusi (4g-Lte e 5g), che potranno dunque arrivare anche in quelle zone dove la connessione con le reti internazionali necessaria per realizzare sistemi cellulari locali è ora difficile o impossibile. Una modalità che naturalmente può essere usata (la questione riguarda le strategie commerciali) anche dagli altri sistemi concorrenti, come del resto sta già pianificando StarLink che sta già mettendo a punto una soluzione che intanto permetterà il collegamento satellitare diretto a normali apparati cellulari predisposti per questa modalità.

Anche il sistema Kuiper di Bezos prevede, come StarLink, satelliti a orbita bassa capaci di connettere con potenze di trasmissione relativamente basse terminali terrestri collegati a piccole antenne a pannello più piccole di quelle che tutti noi usiamo per la tv via satellite. Antenne di cui gli artefici di Kuiper hanno già diffuso in questi giorni le caratteristiche. L’antennina prevista per gli utenti consumer e per le piccole imprese ha un’area rettangolare non più grande di un foglio di carta A4 con uno spessore di 2,54 centimetri (un pollice) e un peso appena superiore ai due chili: dovrebbe garantire, con il router dato in dotazione, velocità di circa 400 megabit al secondo (Mb/s) in download con un costo per gli apparati a carico dell’utente (che potrà piazzare l’antennina da solo con una semplice guida interattiva, come del resto accade per StarLink) attorno ai 400 dollari.

SATELLITI, ANTENNE E COSTI FINALI

E’ prevista anche un’antenna più economica ancora più piccola (equivalente ad un piattino da frutta e del peso inferiore a mezzo chilo) che limiterà però le prestazioni a 100 Mb/s in download. Per chi ha bisogno di prestazioni superiori è prevista invece un’antenna solo un po’ più grande, dall’area equivalente a una padella satellitare ma di forma sempre rettangolare, che dovrebbe permettere di raggiungere velocità attorno a un gigabit al secondo (come una buona connessione terrestre in fibra ottica). I prezzi per gli abbonamenti? Ancora da definire, ma se guardiamo alle prime tariffe lanciate da StarLink i costi finali, sicuramente proporzionali alla velocità di connessione garantita, non dovrebbero essere molto superiori a quelli di un normale collegamento a larga banda garantito dalle infrastrutture terrestri.

Related Post
Categories: Tech