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Inter e Napoli, notte amara di Champions

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Altro che serata di festa! Inter e Napoli chiudono il martedì di Champions con una sconfitta e un pareggio, complicandosi non poco la vita in chiave qualificazione. Ma se per gli azzurri, tutto sommato, la strada verso gli ottavi resta in discesa, così non è per i nerazzurri, che ora dovranno necessariamente battere Slavia Praga e Barcellona, quest’ultimo ancora in piena bagarre e dunque impossibilitato a fare “regali”, per non dire addio alla coppa più importante.

Il rammarico è tanto, perché l’Inter del primo tempo è stata semplicemente fantastica, legittimando lo 0-2 e dando l’impressione di poter segnare ancora. Poi però, proprio come successo al Camp Nou, ecco il tracollo della ripresa, con i tedeschi capaci addirittura di rimontare e di andare a vincere la partita. Lecito dunque attendersi un Conte furioso ed effettivamente è stato così: solo che il mirino, ancora una volta, è finito sulla società, rea di avergli dato (a suo dire) una rosa troppo corta per reggere il doppio impegno campionato-coppa ad alti livelli.

“Faccio fatica a rimproverare i ragazzi, devo solo ringraziarli per quello che stanno dando – ha tuonato il tecnico nerazzurro. – Sono successe le stesse cose di Barcellona, anche peggio perché eravamo avanti di due gol. Mi sono stufato di ripetere sempre gli stessi concetti, venga qualche dirigente a parlare… Si poteva programmare tutto molto meglio, non voglio tirare fuori alibi ma spero che queste sconfitte facciano capire le cose a chi deve capirle”.

Il crollo fisico del secondo tempo sembra dargli ragione, quasi i suoi, dopo aver speso tanto nella prima parte, avessero finito la benzina. Al di là di questo però l’Inter ha anche delle colpe, perché l’atteggiamento della ripresa non si può spiegare solo con la stanchezza. La squadra ha dato quasi la sensazione di essersi adagiata sugli allori, quasi lo 0-2 del primo tempo avesse già chiuso la partita. Peccato mortale, perché così facendo si è passati da una qualificazione quasi certa a una, diciamo così, piuttosto complicata.

L’inizio era stato eccezionale, con l’Inter subito in vantaggio dopo appena 5’ grazie a un’azione personale di Lautaro Martinez, che prima spostava letteralmente Akanji, poi bruciava in velocità Hummels, infine batteva Burki. Il Dortmund si buttava in avanti ma i nerazzurri, ancora col serbatoio pieno, chiudevano alla perfezione tutti gli spazi, ripartendo col piede sull’acceleratore e geometrie perfette. Su una di queste arrivava il gol di Vecino, perfetto nel finalizzare un’azione nata sull’asse Brozovic-Candreva (40’).

Sembrava fatta, invece il secondo tempo ricominciava in modo opposto. I tedeschi trovavano fiducia e, soprattutto, la rete dell’1-2 con Hakimi (51’), anche fortunato nel battere Handanovic con un tocco sporco. Da lì in poi però era una vera e propria marea gialla, che portava al 64’ portava all’inevitabile 2-2, questa volta grazie a una rimessa laterale gestita malissimo da Candreva e Brozovic e chiusa in porta da Brandt.

Conte provava a correre ai ripari inserendo Lazaro, Sensi e Politano al posto di Biraghi, Vecino e Lukaku, il prodotto però, nonostante l’inversione di fattori, restava lo stesso e dunque con gli uomini di Favre ad attaccare ferocemente in cerca del 3-2. Che, fatalmente, arrivava al 77’ ancora con Hakimi, lanciato in porta da Sancho per l’inevitabile, a questo punto, gol del sorpasso.

Ora l’Inter, per passare il turno, dovrà vincere a Praga e ripetersi a San Siro contro il Barcellona, oppure limitarsi a fare 4 punti nella speranza che il Borussia non ne raccolga più di uno.

Situazione decisamente migliore per il Napoli, che invece, nonostante il match point fallito di ieri, resta più che favorito in chiave qualificazione. Ma gli azzurri non dovevano vincere solo per la classifica, bensì per rasserenare un ambiente nervosissimo, quasi sull’orlo di una crisi di nervi, nel quale il presidente ordina il ritiro e l’allenatore si dichiara pubblicamente contrario.

L’1-1 del San Paolo non ha certo migliorato la situazione, tanto che a fine partita, in barba a tutti i regolamenti Uefa (multa in arrivo?), Ancelotti non s’è presentato in conferenza stampa, preferendo invece tornare direttamente in ritiro. Decisione già presa in precedenza o figlia di qualche ulteriore screzio? Le prossime ore chiariranno tutto, intanto però l’aria attorno al Napoli resta pesante, indipendentemente da un girone che, a meno di clamorosi colpi di scena, verrà superato.

Il Salisburgo ha comunque provocato diversi brividi, anche perché Koulibaly, dopo appena 11’, stendeva Hwang con un intervento sconsiderato, consegnando al giovane (ma bravissimo) Haaland la palla dello 0-1. Lì sì che il San Paolo ha tremato, consapevole che la qualificazione si era messa davvero a rischio. A riportare, se non il sorriso, almeno il respiro ci ha però pensato Lozano, finalmente decisivo: il suo destro nell’angolino basso a battere Coronel (44’) ha rimesso il match su un binario che non è più cambiato, permettendo così ad Ancelotti di tirare un sospiro di sollievo. Il clima però resta pesante in casa Napoli e anche l’Inter, dopo l’ennesimo sfogo di Conte contro chi lo paga, non vivrà ore serene. Potere della Champions, capace di portarti dal cielo alla polvere nel giro di una notte.

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