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Imu, esodati e cassa integrazione: ecco il decreto

L’Imu 2013 su prima casa, terreni agricoli e abitazioni rurali viene cancellata. Al suo posto, dall’anno prossimo arriverà una service tax, ovvero una tassa che ingloberà diversi prelievi comunali, compresa la Tares sui rifiuti. La nuova imposta avrà tuttavia una natura maggiormente progressiva, perché terrà conto della metratura delle abitazioni. 

Dal punto di vista politico, il Consiglio dei ministri che si è tenuto ieri sera è stato un successo. Il Pdl canta vittoria, sostenendo di aver mantenuto la promessa fatta agli elettori. Il Pd, invece, riesce nell’intento di non fornire agli alleati-avversari un buon pretesto per incrinare la maggioranza e allo stesso tempo mette in cantiere un provvedimento che si ritiene finanziariamente sostenibile.

In realtà, sul fronte economico la partita non è ancora chiusa. Al momento le coperture sono sufficienti a cancellare soltanto la prima rata dell’Imu: la soluzione finale per il saldo di dicembre, invece, arriverà con un secondo provvedimento da varare entro metà ottobre, o direttamente con la legge di stabilità. La promessa è di risolvere la questione senza alzare altre tasse. 

Intanto, per quanto riguarda l’acconto, i 2,4 miliardi necessari arriveranno dall’extragettito Iva legato all’anticipo di una nuova tranche da 10 miliardi di pagamenti arretrati della Pa, dai giochi (in particolare dalla sanatoria del contenzioso contabile sulle nuove slot machine) e da nuovi tagli alla spesa pubblica.
 
“Con l’introduzione della service tax vogliamo creare un meccanismo federale di responsabilità, con i comuni che non saranno solo esattori – ha commentato il premier, Enrico Letta –. La service tax è un’imposta federalista che fa scattare il meccanismo della responsabilità. I sindaci saranno protagonisti”.

Quanto alle finanze pubbliche, “non cambieremo i nostri impegni con l’Europa – ha aggiunto il Presidente del Consiglio –. Rimaniamo sotto il 3%” nel rapporto deficit-Pil”. Sul versante politico, invece, per Letta il decreto varato ieri è “una vittoria del Governo” e segna la fine dei dubbi sulla tenuta della maggioranza: “Non c’è più scadenza”.

Soddisfazione anche dal Pdl: “Una promessa realizzata – ha scritto Silvio Berlusconi in una nota –. Un punto cardinale pratico e simbolico, del programma che abbiamo voluto come scelta qualificante negli accordi che hanno portato alla formazione del governo di larghe intese. Il presidente Letta ha rispettato le intese con il Pdl. Gli effetti positivi vanno a beneficio di tutti i cittadini”.

Per il vicepremier Angelino Alfano, invece, con l’abolizione dell’Imu sulla prima casa “si è scelto di realizzare un punto cardine del patto fondativo di governo. I tg e i giornali porteranno nelle case degli italiani una bellissima notizia: dovevano pagare una tassa e non la pagheranno. E’ una misura fatta nel modo giusto, è tax free”.

Ma il decreto varato ieri dal governo non contiene solo il provvedimento sull’Imu. Ecco le altre misure del pacchetto.

CASSA INTEGRAZIONE RIFINANZIATA PER 0,5 MILIARDI

“Abbiamo rifinanziato la cassa integrazione per mezzo miliardo di euro – ha annunciato ancora Letta in conferenza stampa –. In questo momento l’emergenza lavoro ci pare un’emergenza significativa accanto ai provvedimenti per la crescita. E’ una prima risposta molto importante”. 

SOLUZIONE PER 6.500 ESODATI

“Con il provvedimento approvato oggi abbiamo individuato la categoria più disagiata dell’intero mondo degli esodati, i licenziati individuali – ha spiegato il Premier – prima dell’applicazione della riforma delle pensioni e che per l’allungamento dei tempi si trovano privi di stipendio e pensione. Sono 6.500 persone alle quali oggi diamo una risposta strutturale. Dopo tre interventi del governo Monti, questo e’ il quarto intervento per chiudere la vicenda degli esodati”.  In particolare, saranno stanziata una somma compresa fra i 700 milioni e il miliardo di euro per consentire a queste persone di andare in pensione con la normativa precedente alla riforma Fornero. 

ALTRI 10 MILIARDI DI PAGAMENTI DEI DEBITI DELLA PA

“Abbiamo deciso di immettere nel sistema nuovi 10 miliardi di crediti che le imprese vantano nei confronti delle amministrazioni pubbliche – ha continuato Letta –. Dieci miliardi di nuovi crediti che verranno subiti immessi nel sistema e serviranno a creare giro economico e occupazione. Naturalmente porteranno anche più entrate fiscali di Iva e serviranno a parziale copertura di questo provvedimento” sull’Imu.

Il ministro dell’economia Fabrizio Saccomanni ha sottolineato che “con altri 10 miliardi di rimborsi saliranno a 30 miliardi i debiti della pubblica amministrazione saldati dal governo verso le imprese”. Per quanto riguarda il capitolo casa, Saccomanni ha spiegato saranno esentate dall’Imu le case invendute e  la cedolare secca calerà dal 19 al 15%. 

LE REAZIONI DI MONTI E DEI 5 STELLE

L’ex premier Mario Monti ha criticato duramente la scelta di abolire l’Imu, definendola un “cedimento del Pd, di Enrico Letta e del ministro Saccomanni, di cui ho una grandissima stima, alle pressioni del Pdl. Tutti i cittadini finiranno a pagare tutto questo con piccoli aumenti a piccole tasse e con la crescita dei tassi d’interesse”.

Secondo i deputati del Movimento 5 Stelle, invece, “la pantomima sull’Imu è l’ultima puntata del teatrino dei larghi inciuci. La maggioranza sta andando in pezzi e oggi il governo mette una toppa a una situazione che precipita verso il baratro. La service tax promette di essere confusa, pasticciata, poco trasparente. E vedrà i cittadini nel solito ruolo di vittime destinate a risparmiare da un lato e a pagare di più dall’altro attraverso la Tares e i prelievi sui servizi cosiddetti indivisibili”.

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