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Imprese italiane: 47 mila protestate nel 2012, record storico

Il 2012 è stato davvero l’annus horribilis delle aziende italiane. Sono state ben 47 mila le imprese non individuali che hanno accusato almeno un protesto (ovvero l’atto pubblico che attesta la presentazione di una cambiale o di un assegno al debitore – il protestato – che si rifiuta di pagare o di accettare il titolo). L’incremento su base annua è dell’8,8%. Si tratta di un record storico, che batte il precedente picco di 45.425 registrato nel 2009 (+4,1%). Gravissima la situazione nel settore delle costruzioni, dove sono state oltre 11 mila le aziende protestate, per uno spaventoso aumento dell’80% rispetto ai livelli pre-crisi. I dati sono stati diffusi oggi dalla società di certificazione finanziaria Cerved Group.

La recessione che ha investito l’economia italiana a partire dalla seconda metà del 2011 – si legge nella nota di Cerved – sta producendo gravi conseguenze sulle condizioni economico-finanziarie delle imprese italiane: in molti settori e regioni la situazione dei mancati pagamenti e dei ritardi nella liquidazione delle fatture è peggiore rispetto al 2009, anno in cui il Pil italiano aveva fatto registrare la più drammatica caduta dal dopoguerra”.

Nell’ultimo trimestre del 2012 le società protestate hanno fatto segnare l’incrementopiù significativo: +16% rispetto allo stesso periodo del 2011. 

Quanto al settore delle costruzioni, “la diffusione del fenomeno ha raggiunto livelli allarmanti nella filiera: nel corso dell’anno si sono viste protestare almeno un assegno o una cambiale il 3,4% delle società del settore, un livello pari a circa il doppio di quello che si riscontra nell’industria e nei servizi”, spiega Stefano Matalucci, direttore marketing di Cerved Group.

A livello territoriale si è invece assistito a una corsa a due velocità: il numero di società protestate è aumentato del 12% nel Centro- Sud – area in cui i livelli negativi del 2009 sono stati abbondantemente superati (+12,5% nel Mezzogiorno e +7,4% nel Centro) -, ma solo del 2,6% nel Nord Ovest e dell’1,3% nel Nord Est.

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Tags: CrisiImprese