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Ilva, sindacati: “No ai licenziamenti” e cambiare il piano

Concluso l’incontro questa mattina al Ministero della Sviluppo Economico tra il Ministro Carlo Calenda il viceministro Teresa Bellanova, i commissari e i segreteri generali di Fim, Fiom, Uilm nazionali e territoriali e Cgil Cisl Uil dopo l’incontro di martedi` sulle decisioni assunte dai Commissari in merito alla loro valutazione dei Piani delle due cordate.

“Nel corso dell’incontro – fanno sapere i sindacati attraverso una nota – abbiamo chiesto di poter proseguire in modo piu` dettagliato il confronto sui contenuti di merito prima di procedere all’aggiudicazione. Il Governo ha dichiarato, che nel rispetto della procedura il confronto puo` proseguire solo dopo l’aggiudicazione. Il sindacato, unitariamente, ha espresso numerose criticita` sul piano industriale, confermando la propria indisponibilita` ad accettare licenziamenti”.

“Questo confronto – continua il comunicato – sara` determinante per ridefinire gli aspetti inaccettabili fino ad ora emersi, a partire dagli esuberi paventati e per tentare di arrivare ad un accordo sindacale con l’obbiettivo di modificare il piano industriale al fine di preservare l’attuale l’occupazione del Gruppo e dell’indotto, garantire la sostenibilita` ambientale, incrementare investimenti e livelli produttivi”.

Tra oggi e lunedi` sono state avviate mobilitazioni in tutti gli stabilimenti, a cui seguiranno assemblee informative e di confronto con tutti i lavoratori sui contenuti del piano e le nostre proposte di modifica.

Nel corso dell’incontro, il Ministro Calenda ha precisato che c’e` tutto l’impegno, per non lasciare nessuno dei lavoratori a casa. Il limite del tonnellaggio (6 mln fino al completamento del piano ambientale previsto per il 2023) ha delle implicazioni sull’occupazione sulla prima fase del Piano ma su questo abbiamo garanzie, se il piano ambientale venisse completato prima bisogna far intervenire il Ministero dell’Ambiente per rivedere il piano e tempi attraverso un intervento legislativo.

Per il Segretario generale della Fim Cisl Bentivogli “Deve essere interesse, non solo del Sindacato ma anche del Governo, comprendere compiutamente se questo investitore ha intenzione di rilancio o altro, in questi anni AM mentre chiudeva tutte le aree a caldo d’Europa continuava a partecipare a tante gare senza mai finalizzare proposte di acquisto. Per questo e` necessario capire se Am punta sul rilancio industriale dell’Ilva o sulle sue quote di mercato (peraltro in discesa)”.

“Le questioni di dettaglio che vanno chiarite sono ancora troppe – continua Bentivogli -, anche sugli impianti dei tubifici su cui oggi apprendiamo un investimento per 30 mln e una previsione di sole 440 mila tonnellate da produrre, ci sono poi da chiarire gli interventi sui treni nastri, l’utilizzo dei diversi Afo e l’anticipo del rifacimento dell’Afo5, agglomerato, cokerie, opere infrastrutturali. Il decreto ambientale, soprattutto per il clima con cui e` stato partorito, ha vincoli troppo stringenti e fuorvianti relativi al tonnellaggio (e non alle emissioni): e` necessario capire se il vincolo dei 6 mln di tonnellate, in caso di anticipo degli interventi sul piano ambientale, possa avere degli impegni normativi per poter sbloccare questo limite che dovrebbe basarsi sui limiti imposti alle emissioni altrimenti si carica tutta l’incertezza sui lavoratori”.

“Entro il 5-6 giugno – conclude il sindacalista – dovra` avvenire l’aggiudicazione per poter stare nei tempi della gara e di tutti i tempi tecnici necessari. Resta per noi vincolante il rispetto degli obiettivi di ambientalizzazione del Gruppo. Successivamente l’investitore ha 30 gg per presentare domanda in ottemperanza del piano ambientale, altri 30 gg per parere. Abbiamo per questo ritenuto necessario predisporre un documento da sottoporre al ministro con tutti gli aspetti che richiedono chiarimenti da parte di chi si aggiudichera` la gara. Entro il 30 settembre il processo deve essere concluso. Gli stessi termini valgono per la conclusione del negoziato vincolante con ArcelorMittal (a meno che quest’ultima non dichiari di non voler considerarla come clausola di sospensiva). Il tempo che passa e` un ulteriore problema del negoziato, tempo che rischia di far perdere terreno e spazio reale di rilancio e di conquista di competitivita` e mercato. La produzione del Gruppo Ilva e` scesa a 5,7Milioni di tonnellate”.

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