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Il peggioramento dell’economia previsto dalla Ue spegne l’effetto Obama e affossa le Borse

Una delle grandi sorelle del rating non poteva mancare l’appuntamento elettorale per mettere in guardia il rieletto presidente Obama. “Se la questione del fiscal cliff non verrà risolta, gli Stati Uniti rischiano di perdere il rating massimo di tripla A nel 2013 – fa sapere Fitch in una nota diffusa nel pomeriggio – ”la sfida è attuare un piano di riduzione del deficit credibile necessario per supportare la ripresa economica”. Se il tempismo come al solito è discutibile, è indubbio che i timori dei mercati in vista delle elezioni si concentravano proprio sul fiscal cliff: una vittoria di stretta misura di uno dei due candidati, che potrebbe portare alla formazione di un esecutivo debole e non in grado di affrontare “di petto” la delicatissima questione del “fiscal cliff”, meccanismo che porterebbe automaticamente a una serie di tagli di spesa e aumenti di imposte per 600 miliardi di dollari nel caso non si raggiungesse un accordo politico.

Per l’analista strategico Alessando Politi intervistato da Firstonline il problema più grosso che ha l’America in questo momento è il debito con la Cina. Proprio domani a Pechino è in agenda l’altro grande appuntamento atteso da mesi: il congresso del Partito Comunista.

Wall Street parte in calo e alla chiusura dell’Europa il Dow Jones cede ben il 2,39% e e il Nasdaq il 2,44%. Ma a piegare i listini europei , mentre ad Atene sé il giorno del voto in Parlamento sul pacchetto doi austeruty per gli aiuti, sono arrivati anche i nuovi segnali di difficoltà dell’economia che ormai, sancisce lo stesso Mario Draghi, riguardano anche la Germania. Piazza Affari lascia sul terreno il 2,50%, Francoforte l’1,96%, Parigi l’1,99% e Londra l’1,58%.

L’euro crolla così sul dollaro a 1,2760 (-0,43%), nonostante le rinnovate attese negli Usa per la continuazione della politica di quantitive easing di Bernanke favorita dalla rielezione di Obama. Torna a perdere terreno anche l’oro (-0,44%) a 1.707 dollari l’oncia e il petrolio Wti crolla a 85,28 dollari al barile (-3,87%).

In Germani a la produzione industriale è scesa dell’1,8% più delle attese e i 5 saggi, gli economisti di alto profilo che consigliano il governo, prevedono per il prossimo anno un aumento del Pil di solo lo 0,8%, come nel 2012, a causa delle ripercussioni della crisi del debito della zona euro. È la prima previsione dei 5 saggi sul 2013 ed è in assoluto la più pessimistica tra quelle fatte finora da enti o istituzioni. Anche le previsioni Ue, diffuse oggi, prevedono che la locomotiva europea rimanga ferma a +0,8%.

“L’economia della Germania inizia a risentire dell’impatto della crisi del debito in Europa”, ha dichiarato lo stesso Draghi rassicurando però sul fatto che i rischi di un collasso dell’eurozona sono rientrati e che molti Paesi hanno fatto progressi straordinari attuando le riforme necessarie per una crescita sostenibile. Per il presidente della Bce “il piano anti-spread (Omt)che prevede l’acquisto di titoli di Stato dei Paesi in difficoltà, “non genererà inflazione” o “maggiori rischi per i contribuenti tedeschi”.

Ma le fosche previsioni per l’Europa oggi non finiscono qui. La Commissione Ue ha rivisto al ribasso la previsione di crescita del Pil dell’Eurozona nel 2012, a -0,4% contro lo -0,3% di maggio, e lascia invariata la stima per il 2013 a +0,1. Più forte il ribasso per le previsioni della Ue-27: -0,3% nel 2012 (era 0,0%) e +0,4% nel 2013 contro il +1,3% previsto a primavera. La Ue e la zona euro dovranno aspettare fino al 2014 per una “più forte e anche meglio distribuita espansione” economica. 

Riviste al ribasso anche le previsioni sull’Italia:nel 2012 il Pil si contrarrà del 2,3%, nel 2013 dello 0,5% e ritornerà in territorio positivo con +0,8% solo nel 2014, assumendo che le politiche restino invariate. In peggioramento anche il debito al 126,5% nel 2012 e al 127,6% nel 2013. Lo spread Btp-bund è risalito a quota 352 dopo un picco a 356 punti e rendimento al 4,91%. Ed è allarme disoccupazione che sfiorerà il 12% nel 2013.

Lo spread Btp Bonos è in salita a 432 punti. Male anche i dati di Spagna e Grecia che sforano gli obiettivi di riduzione del deficit il periodo 2012-2014, al termine del quale doveva essere riportato sotto la soglia del 3%. I Paesi usciranno dalla recessione solo tra due anni per la Commissione Ue.

Intanto il Parlamento greco ha respinto a maggioranza nel primo pomeriggio una mozione di incostituzionalità sul pacchetto di austerity presentata da Syriza, il partito di sinistra radicale e da quello dei Greci Indipendenti. Il dibattito Il voto sul pacchetto è così slittato verso la mezzanotte. “Si può arrivare a una decisione politica all’Eurogruppo di lunedì sulla Grecia, visto il clima costruttivo delle discussioni con la Troika, ma tutti devono fare la loro parte”, ha detto il commissario Ue Olli Rehn. Intanto Charles Dallara, il direttore generale dell’Istituto di finanza internazionale (Ifi), è atteso martedì prossimo ad Atene, il giorno seguente, Dallara pronuncerà un discorso in cui illustrerà la strategia per consentire all’Europa e alla Grecia di uscire dalla crisi. Per Roubini rimane molto alto il rischio di un’uscita della Grecia da Eurolandia nei prossimi 6-9 mesi.

A Piazza Affari solo Autogrill resiste in territorio positivo +0,30%. In fondo al Ftse Mib crollano Fiat -6,65%, con il ribasso innescato dal sell di Deutsche bank e accelerato dai difficili dati economici dell’Europa. Per il broker tra i motivi del taglio la decisione del gruppo di focalizzarsi troppo sulla crescita piuttosto che sul taglio della capacità, in un contesto di diffusa sovra-produzione. Per quanto riguarda il comparto auto, uno dei più colpiti dalla crisi economica in Europa, domani il il commissario all’Industria Ue Antonio Tajani rivelerà i dettagli di un piano di rilancio del settore. Giù anche Stm del 6,30%. Débacle poi delle banche appesantite dalla risalita dello spread e dai timori sull’Eurozona: Bper -4,77%, Bpm -4,38% e Unicredit -4,33%. In un’intervista al Sole24Ore la libica Lia, azionista di peso di Piazza Cordusio, si è detta aperta alla possibilità di salire ancora, anche se è presto per una valutazione se salire o meno. Intesa -3,35% e Mps -1,49%. Lima le perdite il copmparto del lusso: Ferragamop -0,56% e Tod’s -0,59%.

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