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I robot ci ruberanno il lavoro, ma alcune professioni possono ancora salvarsi

Saremo sostituiti dai robot. McKinsey & Company, multinazionale americana attiva nel settore della consulenza di direzione ha pubblicato uno studio sull’impatto, per l’occupazione, derivante dall’automatizzazione del lavoro.

Secondo l’analisi degli esperti, basata su circa 750 professioni, il 45% di tutte le attività lavorative attualmente attive possono essere automatizzate attraverso tecnologie già esistenti. In altre parole, l’attività del lavoratore ha sempre meno incidenza rispetto a quella delle macchine e in futuro il divario non potrà fare altro che accentuarsi.

In base allo studio di McKinsey, il 60% delle occupazioni risulta essere a rischio automatizzazione per il 30% delle attività. Ma il colosso statunitense si è spinto ancora oltre, ideando uno strumento interattivo che consente di capire il pericolo che corrono i lavoratori in base al settore di professione. I dati si riferiscono al mercato del lavoro USA; ma possono estere estesi, a livello generale, alle economie avanzate di tutto il mondo, Europa compresa.

I risultati contenuti nel report pubblicato da McKinsey, confermano inoltre uno studio del Forum economico mondiale, secondo il quale 5 milioni di persone rischiano di essere sostituiti da automi governati da algoritmi. In questo caso i ricercatori hanno indagato tra i top manager delle 350 maggiori società a livello globale. In base all’analisi, la prossima rivoluzione industriale, già denominata “Industria 4.0” metterà a rischio 7 milioni di posti di lavoro. Da tenere in considerazione che oggi nei settori altamente automatizzati come ad esempio quello automobilistico, i robot svolgono quasi il 90 per cento delle mansioni e la tendenza da qui al 2020 non potrà fare altro che espandersi. In base a quanto si legge nel report del World Economic Forum le professioni più colpite saranno quelle impiegatizie, in particolare amministrazione, contabilità e finanza.

Ma c’è ancora chi può salvarsi: sono i lavoratori impiegati nei settori denominati Stem, acronimo di Science, Technology, Engineering, Mathematics (matematica, informatica, scienze naturali, tecnologia).

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