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I dazi non sono l’unica tegola caduta sull’Europa e sull’Italia: ci sono altre tre spine nel fianco nate dalla resa di von der Leyen a Trump

Imagoeconomica

L’aumento al 15% dei dazi sull’export del Made in Italy negli Stati Uniti, se unito alla svalutazione del dollaro, implica, secondo quanto ha calcolato uno studio dell’Ispi, un onere del 21% per le imprese italiane che esportano in America. Ma i dazi e il mini-dollaro non sono le uniche tegole cadute sulla testa dell’Europa e dell’Italia dopo l’indecorosa capitolazione scozzese della Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, alla prevedibilissima arroganza del capriccioso Presidente americano Donald Trump. Al di là dei dazi, sono le sciagurate e ambigue intese extra-tariffarie sottoscritte da von der Leyen nel resort scozzese di Trump a rappresentare vere e proprie spine nel fianco dell’Europa e dell’Italia e a rendere assai problematica la loro attuazione. Le intese extra-tariffarie, come hanno brillantemente spiegato Andrea Bonanni su “la Repubblica” e Federico Fubini sul “Corriere della Sera” di ieri, sono tre e riguardano: 1) l’impegno della Ue ad acquistare gas liquefatto e petrolio dagli americani per 750 miliardi di dollari in tre anni; 2) investimenti produttivi in America promessi dalla Ue per 600 miliardi di dollari; 3) l’acquisto da imprese della difesa americane di enormi quantitativi di armi.

Usa-Ue: i tre impegni extra-tariffari non sono meno insidiosi dei dazi

Quelli sottoscritti dalla Ue sono tre impegni che hanno poche possibilità di realizzarsi e, al contrario, molte probabilità di accendere nuove occasioni di conflittualità tra Usa ed Europa che possono offrire facilmente il destro a Trump di rimettere in discussione gli accordi per alzare oltre 15% i dazi, con buona pace dei suoi fan sovranisti in Italia e in tutto il Vecchio continente. Fubini si è preso la briga di verificare quali siano in concreto gli effetti sull’Italia degli impegni extra-tariffari assunti da von der Leyen e c’è, a dir poco, da mettersi le mani nel capelli.

Impegni extra-tariffari: quanto costano all’Italia

Partiamo dall’impegno ad acquistare dagli americani gas liquefatto e petrolio per 250 miliardi di dollari l’anno: per l’Italia vorrebbe dire spendere 30 miliardi l’anno malgrado abbiamo già contratti in essere con altri produttori come l’Algeria, l’Azerbaigian e la Norvegia, che dovremo onorare e pagare anche se non ritireremo il prodotto. Un’autentica follia. Quanto ai 600 miliardi di investimenti produttivi che gli europei dovrebbero investire negli States, per tener fede alle promesse “l’Italia dovrebbe raddoppiare il ritmo annuo degli investimenti esteri per concentrarli tutti in un solo Paese”. Altra follia. Il terzo punto riguarda la difesa e l’impegno europeo ad acquistare forti quantitativi di armi dalle imprese militari americane. La prima reazione della Borsa è stata di paura e lunedì i titoli delle principali aziende militari europee – dalla tedesca Rheinmetall all’italiana Leonardo e alla francese Thales – sono crollati, ma ieri è avvenuto il contrario e questo fa pensare che molto probabilmente gli acquisti europei di armi americane saranno meno rilevanti del previsto. In ogni caso un bel pasticcio che esporrà l’Europa e l’Italia all’incubo di continui ricatti del capriccioso Presidente americano. Bel risultato davvero, Presidente von der Leyen. Se poi sul piano macroeconomico gli effetti della resa a Trump saranno per l’Europa e per l’Italia il drastico calo della già modesta crescita economica o addirittura il ritorno alla recessione sapremo chi ringraziare e chissà che gli elettori non si sveglino e non finiscano finalmente per accorgersi di quello che sta realmente succedendo.

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Categories: Politica