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Grecia: oggi il governo di transizione, tra un mese elezioni. Le code alle banche per prelevare euro

I greci sembrano consapevoli di quello che comporterebbe un eventuale ritorno alla dracma. Negli ultimi giorni si è scatenata una corsa agli sportelli bancari per ritirare quanti più euro possibile e salvare i risparmi dall’eventuale svalutazione. Il Governatore della Banca centrale ellenica, George Provopoulos, ha fatto sapere che solo lunedì i greci hanno ritirato dalle banche 700 milioni di euro.

Lo ha rivelato Papoulias nel corso di uno degli ultimi incontri con i leader politici: “Secondo Provopoulos – ha detto – non c’è ancora il panico, ma c’è una grande paura che potrebbe trasformarsi in panico. I ritiri dai depositi e i trasferimenti all’estero superavano i 600 milioni di euro e hanno raggiunto 700 milioni di euro. Il Governatore si aspetta fuoriuscite per 800 milioni di euro, incluse le conversioni in Bund tedeschi”. Secondo fonti bancarie greche martedì il ritiro dei depositi ha toccato livelli analoghi. 

Intanto, aspettando le nuove elezioni, è necessario nominare un esecutivo di transizione che governi il Paese fino al giorno del voto, molto probabilmente il 17 giugno. Un mese di vuoto da riempire in qualche modo: per questa ragione oggi si terrà l’ennesimo incontro tra il presidente della Repubblica greca, Karolos Papoulias, e i leader dei principali partiti (Nuova Democrazia, Syriza e Pasok). Se ancora una volta non si troverà l’accordo, sarà il Capo dello Stato a incaricare un nuovo esecutivo.

Ma a livello politico i contrasti sembrano non finire mai. I conservatori di Nuova Democrazia e i socialisti del Pasok (rispettivamente primo e terzo partito alle elezioni di 10 giorni fa) puntano il dito contro Syriza. Il partito di sinistra radicale fin qui ha negato il proprio appoggio a qualsiasi coalizione di governo, dichiarando di non poter sostenere alcun esecutivo – tecnico e non – che intenda mettere in pratica le misure d’austerità concordate con Ue e Fmi in cambio degli aiuti internazionali da 130 miliardi di euro.  

I dirigenti di Syriza sono quindi accusati dagli avversari di aver messo in secondo piano l’interesse del Paese – che rischia l’uscita dall’eurozona e il default incontrollato – per mero tornaconto politico. Dopo aver ottenuto il secondo posto alle ultime elezioni, negli ultimi giorni il partito ha incrementato notevolmente i propri consensi e secondo gli ultimi sondaggi sarebbe ormai in testa alle preferenze dei greci. Naturale quindi che preferisca tornare alle urne il prima possibile.

 

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Categories: Finanza e Mercati