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Grecia: alle elezioni vincerà Cassandra o Pandora?

La tensione è alta. I mercati si preparano al peggio e le banche centrali dei principali Paesi del mondo elaborano una strategia congiunta per evitare catastrofi. A scatenare questo tumulto sono le elezioni del nuovo Parlamento e del nuovo governo greco, che si svolgeranno oggi dalle 6 alle 18. Un Paese con poco più di 11 milioni di abitanti, un Pil che pesa non più del 2% su quello europeo ma a cui in questi giorni è appeso il destino dell’Europa. E non solo.

Gli analisti della Bank of America Merryll Inch hanno semplificato in tre opzioni quello che potrà accadere: 1) maggiore probabilità: le elezioni saranno vinte da partiti pro-europei e la risposta delle autorità Ue sarà limitata 2) bassa probabilità: vincono partiti contrari all’Europa e le autorità Ue intervengono ingentemente 3) media probabilità: non vincono partiti favorevoli all’Ue ma comunque l’intervento delle autorità sarà limitato.

La catastrofe si avrebbe nel secondo scenario: l’uscita della Grecia dall’euro e il ritorno alla dracma comporterebbe, oltre all’enorme svalutazione del patrimonio dei Paesi dell’unione monetaria, una massiccia fuga di depositi dalle banche, un aumento della difficoltà di raccogliere credito e un’impennata degli spread con tutto quello che questo comporta. Nel terzo caso si assisterebbe a una rovina più limitata.

Anche per questo, l’elevata probabilità che BoA associa all’elezione di un governo europeista sembra assolutamente plausibile. D’altronde i due partiti favoriti non hanno nessuna intenzione di abbandonare l’Unione. Nuova Democrazia, la fazione conservatrice guidata da Antonis Samaras, invoca il rispetto degli accordi presi con l’Unione europea e, fino a poco tempo fa non escludeva un aumento delle misure di austerità. Mentre il partito radicale Syriza, guidato dal giovane Alexis Tsipras, non chiede l’uscita dall’euro bensì una revisione degli accordi di austerità imposti dalla Troika (Ue, Bce e Fmi). La domanda giusta da porsi dunque non è se vincerà un partito pro-Ue o meno, ma se i Paesi europei, in primis la Germania, saranno disposti ad accettare, nel caso di una sua vittoria, le richieste di Syriza.

Tutto comunque dipenderà dalla capacità del partito vincente di trovare gli alleati giusti. Infatti, per formare il governo, è necessario avere la maggioranza dei seggi in Parlamento. Grazie al bonus che riceve il partito vincente (50 seggi in più), per poter creare l’esecutivo è necessario ottenere tra il 36,2% e il 42,4% dei voti. Alle elezioni però si presenteranno 32 partiti: secondo i sondaggi solo sette di questi supereranno lo sbarramento al 3,6% e nessuno andrà oltre il 30% dei voti. Nuova Democrazia sa di poter contare sull’appoggio del Partito socialista (Pasok) di Evangelos Venizelos, che nelle ultime elezioni aveva ottenuto il 13%. Le alleanze di Syriza, nel caso fosse affidato a lui il compito di formare il governo, sono più incerte, e anche più radicali visto che comporterebbero quasi necessariamente un accordo con il partito comunista.

Eppure nell’ultimo mese la crisi in Grecia si è acutizzata e le posizioni dell’elettorato si sono radicalizzate: Samaras e Tsipras riflettono due stati d’animo opposti ma sintomatici della situazione della popolazione greca. Da una parte, la paura dell’ignoto e della perdita, di chi ancora ne ha, dei propri risparmi. Dall’altra la rabbia per l’impossibilità di avere il controllare su una situazione che porterà duri sacrifici nei prossimi anni.

Nuova Democrazia è il partito di Cassandra che prevede un futuro difficile ma sicuro, austerità ma nelle mani complete della Germania e della Bce che sapranno sicuramente fare qualcosa per salvare il Paese, perché nel loro stesso interesse.

Dall’altra parte c’è Tsipras, giovane dalle idee ambiziose che, superbo come Pandora, vuole aprire un vaso di politiche alternative e controcorrente. Ma le misure che propone puzzano di populismo e non si conosce l’entità di mali che potrebbero far uscire dal vaso, soprattutto se la Merkel continuerà a puntare i piedi. Molti greci però in questo momento sentono di non avere nulla da perdere e, come insegna Esiodo, alla fine Pandora fa uscire dal vaso anche la speranza, che è sempre l’ultima a morire.

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