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Governo 4 volte ko in Parlamento, Draghi s’infuria e striglia i partiti: “Così non si va avanti”

Imagoeconomica

Giovedì il governo è stato sconfessato dal Parlamento su quattro emendamenti al decreto Milleproroghe. I temi erano vari (Ilva, contante, sperimentazioni animali e graduatorie scolastiche), per cui l’incidente – andato in scena nelle commissioni riunite Affari Costituzionali e Bilancio della Camera, dov’è in discussione il decreto – non riguarda una questione in particolare, ma si connota come segnale politico di rottura.

La rabbia di Draghi

Abbastanza per fare innervosire il presidente del Consiglio, Mario Draghi, che prima sale al Quirinale per un colloquio con il Capo dello Stato, poi chiede spiegazioni in cabina di regia ai partiti. E li rimprovera, spiegando che “vanno garantiti i voti in Parlamento, oppure non si va avanti: cambiamo metodo, questo governo è stato voluto da Mattarella per fare le cose”.

Gli emendamenti sui cui il Governo è andato sotto

Il tetto al contante: centrodestra unito contro il governo

L’incidente più clamoroso riguarda l’approvazione dell’emendamento di Fratelli d’Italia (39 voti favorevoli contro 38 contrari) che mantiene il tetto ai contanti a 2mila euro, anziché farlo scendere a mille fino al primo gennaio dell’anno prossimo, come avrebbe voluto il governo. Insieme a Fdi votano anche Lega e Forza Italia: “È la vittoria del centrodestra unito”, commenta il segretario del Carroccio, Matteo Salvini. “Siete paladini della legalità a giorni alterni – gli risponde Giuseppe Conte, leader del M5S – Così si favorisce l’economia sommersa”.

L’ex Ilva di Taranto

Quanto all’emendamento sull’ex Ilva, tutti i partiti della maggioranza – tranne la Lega – hanno votato per abrogare l’articolo del Milleproroghe che spostava 575 milioni del miliardo sequestrato ai Riva (gli ex proprietari dell’acciaieria di Taranto) alla decarbonizzazione dell’attuale gestione anziché alla bonifica delle aree esterne alla fabbrica. A questo proposito, Conte ha pubblicato un tweet che sembra abbia fatto infuriare Draghi:

La sperimentazione animale

Il terzo emendamento su cui il governo è andato ko riguardava l’estensione fino al primo luglio 2025, anziché di soli sei mesi come voleva l’esecutivo, della sperimentazione animale negli studi sugli xenotrapianti d’organo e sulle sostanze d’abuso. La proposta di modifica era stata avanzata dal Pd, ma il M5S e Leu gli hanno sbarrato la strada.

Le graduatorie per le supplenze

Infine, l’aggiornamento delle graduatorie per le supplenze – chiesto da Forza Italia e appoggiato dal governo – è stato bocciato da tutti tranne che dalla Lega.

Insomma, il caos: quello andato in scena giovedì è stato un tutti contro tutti che pone una serie di dubbi sulle prospettive della maggioranza.

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Categories: Politica