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Giornata cruciale oggi per l’asta dei Bot ma anche per Fonsai e Impregilo. Milano inizia in ribasso

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TUTTI I RIFLETTORI SULL’ASTA BOT, ASIA IN FRENATA

IMPREGILO E FONSAI, IL GIORNO DELLA VERITA

Il neo ministro dell’Economia Vittorio Grilli festeggia oggi la sua nomina con la sua prima (per modo di dire, vista la sua permanenza negli uffici di via XX settembre) asta Bot: 7,5 miliardi di euro di Bot a un anno, un appuntamento importante che aiuterà a capire quale sia l’atteggiamento degli investitori nei confronti dell’Italia dopo lo scivolone di metà giugno, quando i rendimenti giunsero ad un soffio da quota 4%. A giudicare dai prezzi segnati sul mercato secondario, i rendimenti dovrebbero attestarsi attorno al 3%. Merito della minor tensione sui mercati (ieri, comunque, il decennale tedesco è stato assegnato all’1,27%, ai minimi di sempre) ma soprattutto alla mossa di Mario Draghi di azzerare gli interessi sui depositi presso la Bce, cosa che induce le tesorerie a rivolgersi ad altri impieghi a breve/medio.

La conferma arriva da altri dati: il Btp decennale rende il 5,78%. Spread a 451 punti base., ma il recupero dei titoli di stato italiani è stata più ampia sulla scadenze a breve, il Btp a 2 anni è sceso di 25 punti base a 361 punti base.

L’euro non si è quasi mosso. Tra le altre variabili macroeconomiche, è da segnalare il rialzo delle derrate agricole, causato dall’aggravarsi della siccità negli Stati Uniti. Le autorità hanno ridotto le stime sul raccolto del mais del 2012.

Nuovi, pesanti segnali d’allarme in arrivo dall’Asia. A Tokyo l’indice Nikkei arretra del 1,25%, fa peggio l’Hang Seng di Hong Kong –1,48% ma l’indice specializzato nelle industrie cinesi perde quasi il 2%.

La crisi spaventa le economie emergenti: ieri, a sorpresa, la banca centrale centrale coreana ha abbassato i tassi. Lo stesso ha fatto il Brasile (ottavo taglio in meno di un anno). Invariato il costo del denaro giapponese (del resto già fissato tra lo 0 e lo 0,1%) ma la Boj ha aumentato il piano di acquisti di bond per reflazionare l’economia. Da Pechino arrivano dati allarmanti dai conti delle aziende dell’auto. I futures sullo S&P, infine, sono trattati in ribasso.

La Federal Reserve potrebbe prendere in considerazione nuove misure per sostenere il mercato del lavoro e l’economia, ma una parte dei membri del direttorio ritiene che questo dovrebbe avvenire solo se la ripresa perde slancio o l’inflazione cala in modo visibile. Dalla lettura dei verbali dell’ultima riunione della Fed emerge che i banchieri centrali sono divisi in merito a nuove operazioni di sostegno all’economia.”’Alcuni membri – si legge – pensano che ulteriore easing sarebbe necessario per promuovere la crescita dell’occupazione e mantenere l’inflazione all’interno dei range ottimali’.

Wall Street ha imboccato la via del ribasso dopo la pubblicazione dei verbali. Gli indici chiudono così in terreno negativo per il quinto giorno di fila: Dow Jones -0,38%, Nasdaq – 0,49%. Quasi invariato lo Standard & Poor’s -0,02%.

La seduta delle Borse europee era stata condizionata dal rinvio delle decisioni della Corte Costituzionale tedesca sui ricorsi contro l’Esm e dalla dura manovra anti-deficit di Madrid (65 miliardi tra nuove tasse e tagli) che già sta suscitando violente reazioni di piazza ma che è stato ben accolto dalla Borsa +1,1%, la migliore della giornata.

Seduta di ribassi per le tlc, per le banche e per le utility, in calo le società del lusso e dell’automotive.

Peggiore blue chip a Milano è Ferragamo -6,5%, ma forti ribassi anche per Tod’s: il settore del lusso è stato messo in ginocchio dal debole andamento dei ricavi dell’inglese Burberry. Su tutti pesa la frenata dell’economia asiatica, il primo cliente del settore.

Male gli industriali le società della manifattura. Fiat Industrial -4,4%, Fiat -1,2%, Pirelli -2%, Prysmian -2%, Stm -2,3%, Finmeccanica -2,7%.

Mediaset ha perso il 3,2%, per effetto del sell scagliato stamattina da Société Générale.

Positive le banche maggiori, deboli le altre. Unicredit +2,2%.

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