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Germania, le elezioni si avvicinano e la Merkel sembra favorita. Ma è davvero così?

Angela Merkel trascorre gli ultimi scampoli della campagna elettorale concedendo interviste; prima alla televisione pubblica ARD, poi alle emittenti Deutschlandfunk e Phoenix. Tranquilla e disinvolta, la Cancelliera sa di avere tutti i numeri dalla sua parte. Eppure non pecca di tracotanza. Si comporta come al solito: risponde alle domande, scherza quando necessario, rimane impassibile di fronte ad allusioni e trabocchetti dei giornalisti. Come già accaduto nella campagna del 2009, la signora Merkel è ben conscia di essere amata dalla stragrande maggioranza dei tedeschi. Per tutto il corso della legislatura è stata il politico più popolare della Repubblica federale tedesca. Persino nei blocchi avversari c’è chi la stima. Un recente sondaggio Forsa, realizzato in collaborazione con il quotidiano economico Handelsblatt, mette in luce come ben il 45 percento degli elettori dei Verdi si auguri che la Cancelliera resti in carica per altri quattro anni. Elevate sono anche le percentuali di sostegno per categoria: il 63 percento degli impiegati pubblici, il 62 percento dei lavoratori autonomi e il 59 percento dei lavoratori dipendenti auspica un terzo gabinetto Merkel. Sono cifre da record. Il suo sfidante, il socialdemocratico Peer Steinbrück, non supera mai il 30 percento nel gradimento degli elettori, quale che sia la base di riferimento scelta. Insomma, la partita pare già vinta in partenza.

In realtà, le cose sono più complicate. Se da un lato è infatti alquanto scontato che la signora Merkel continuerà a rivestire il ruolo di Cancelliera della Repubblica federale anche nella prossima legislatura, dall’altro è ancora incerto il colore della coalizione che guiderà. Benché nelle ultime settimane i numeri per una riedizione dell’alleanza cristiano-liberale sembrano essersi nuovamente materializzati, i margini paiono ancora piuttosto stretti. Secondo l’ultima rilevazione demoscopica di Ferragosto, la CDU/CSU della Cancelliera naviga a quota 42 percento, SPD e Verdi insieme raggiungono appena il 37 percento (25 e 12), i liberali della FDP lambiscono la soglia di sbarramento del 5 percento e l’estrema sinistra supera quota 8 percento. Qualora i liberali non dovessero riuscire a schierare deputati al Bundestag, le ipotesi di coalizione per la signora Merkel si ridurrebbero a due: una grande coalizione con gli sconfitti socialdemocratici o un’inedita alleanza con gli ecologisti, per ora sperimentata soltanto a livello locale o regionale. La CDU/CSU è disponibile a trattare. I più restii all’unione con i cristianodemocratici restano i verdi, fortemente divisi tra l’ala riformista e quella massimalista. Anche i socialdemocratici, d’altro canto, non sembrano così ben disposti nei confronti di un’ipotesi di Große Koalition, dal momento che rischiano una nuova cannibalizzazione ad opera della Cancelliera, alla stregua di quanto avvenuto nella legislatura 2005-2009. Se insomma i liberali dovessero rimanere fuori dai giochi, il quadro si complicherebbe e i partiti rappresentati al Bundestag entrerebbero in una fase serrata di trattative destinate a durare almeno tutto il mese di ottobre. Ad avere il coltello dalla parte del manico, forte di un risultato comunque eccezionale per i democristiani, sarà ovviamente la Cancelliera.

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