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Gaza, al via la prima operazione militare di terra nel centro della Striscia. Ennesima strage nelle ultime 24 ore: oltre 100 morti

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L’esercito israeliano (Idf) ha emesso un avviso di evacuazione per i palestinesi residenti nella zona sud-occidentale di Deir al-Balah, nella Striscia di Gaza centrale, mentre si prepara ad iniziare le operazioni di terra nella città per la prima volta dall’inizio della guerra. Lo riporta il Times of Israel. “L’Idf continua ad operare con grande forza per distruggere le capacità del nemico e le infrastrutture del terrore nella zona, mentre espande le sue attività in un’area in cui non ha mai operato prima”, ha affermato su X il portavoce dell’Idf in lingua araba, Avichay Adraee.

Oltre 100 palestinesi uccisi in 24 ore

Complessivamente sono oltre un centinaio i morti in diversi vari raid nelle ultime 24 ore, mentre si riducono le speranze di arrivare ad una tregua fra Israele e Hamas.

Secondo al Jazeera, 38 dei 116 palestinesi uccisi ieri a Gaza sono morti mentre erano in fila davanti ai centri della Gaza Humanitarian Foundation, l’organizzazione americana che distribuisce il cibo sulla base di un piano formulato da Israele e Usa dopo lo stop all’accesso delle organizzazioni Onu nella Striscia per portare aiuto alla popolazione civile stremata dalla guerra e dalla fame. Ci sarebbero anche 100 feriti.

La Ghf ha fatto sapere che non ci sono stati incidenti “presso o vicino” ai loro siti, ma che ci sono state “attività delle Forze di Difesa Israeliane” ore prima dell’apertura dei loro siti. Fonti palestinesi che accusano l’esercito israeliano di aver aperto il fuoco vicino ad ai centri di distribuzione di aiuti.

Come purtroppo accaduto molte altre volte nel recente passato, l’Idf ha spiegato che si è trattato di “colpi di avvertimento“, aggiungendo che l’accaduto è “sotto esame”. 

Le sparatorie – stando ai numerosi racconti di testimoni e non solo – sono avvenute nelle prime ore dell’alba vicino a due siti di aiuti umanitari. Funzionari palestinesi hanno puntato il dito contro l’esercito dello Stato ebraico, accusandolo di aver aperto il fuoco proprio su diversi palestinesi che stavano cercando di procurarsi del cibo. Una dinamica che oramai si ripete da tempo nella Striscia. Da parte sua l’Idf ha affermato di essere a conoscenza delle segnalazioni di vittime dopo che le truppe avevano individuato durante la notte persone ritenute “sospette” che si stavano avvicinando alle forze israeliane nella zona di Rafah, in una modalità definita dai militari come “minacciosa”. I soldati, a quel punto, “hanno intimato loro di allontanarsi” ma al loro rifiuto hanno sparato “colpi di avvertimento”. 

Parolin: “Legittimo dubitare che il raid sulla chiesa a Gaza sia un errore”

“Per quanto riguarda questo episodio, è uno sviluppo drammatico, diamo tempo, quello che è necessario, perché ci dicano che cosa è effettivamente successo, se è stato veramente un errore, cosa di cui si può legittimamente dubitare, o se c’è stata una volontà di colpire una chiesa cristiana sapendo quanto i cristiani sono un elemento di moderazione nel Medio Oriente”. Lo ha detto il segretario di stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin, in un’intervista al Tg2 rilanciata da media vaticani.

Parlando della telefonata di Benjamin Netanyahu al Papa, Parolin ha spiegato: “Credo che sia stata opportuna, non si poteva non spiegare al Papa, non informare direttamente il Papa di quanto è successo, che è di una gravità assoluta. Quindi trovo la telefonata positiva, trovo la volontà del primo ministro israeliano di parlare direttamente con Papa Leone positiva”, ha detto. 

“Adesso, credo – ha aggiunto – ci sono tre cose da attendersi a mio parere da questa telefonata a Papa Leone o dopo questa telefonata: prima di tutto che veramente si facciano conoscere i risultati reali dell’inchiesta che è stata promessa. Perché la prima interpretazione che è stata data è quella di un errore, però è stato assicurato che ci sarebbe stata una indagine al riguardo: quindi che veramente si faccia questa indagine con tutta serietà e che si conoscano, si portino a conoscenza i risultati”. “E poi – ha continuato -, dopo tante parole, finalmente si dia spazio ai fatti. Io spero davvero che quanto detto dal primo ministro possa realizzarsi nel più breve tempo possibile perché la situazione di Gaza è davvero insostenibile”. “È una guerra senza limiti – aggiunge – da quello che si è potuto vedere: come si può distruggere e affamare una popolazione come quella di Gaza? Già molti limiti erano stati superati. D’altra parte lo abbiamo detto sin dall’inizio come diplomazia della Santa Sede: la famosa questione della proporzionalità”.

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