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Gas in rubli: Putin chiede il pagamento da aprile. Il no del G7: “Inaccettabile”

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Il gas russo dovrà essere pagato in rubli. Il presidente russo Vladimir Putin lo aveva annunciato e lo ribadisce fissando una data, quella del 31 marzo. Putin si aspetta entro il 31 marzo un rapporto dal Gabinetto dei ministri, dalla Banca Centrale russa e da Gazprom sull’attuazione del cambio valuta in rubli per il pagamento delle forniture di gas e non in euro o dollari come avvenuto finora. Ma la risposta dei paesi del G7 non ha tardato ad arrivare, sostenendo che la richiesta di Mosca è “inaccettabile” e “una chiara violazione unilaterale dei contratti esistenti. Se per molti Putin “ha le spalle al muro” per altri è evidente che la richiesta del capo del Cremlino celi non solo il tentativo di aumentare il valore della moneta russa, ormai ai minimi storici, ma anche di sterilizzare ulteriormente l’impatto delle sanzioni economiche imposte dall’Occidente, sia quelle in essere sia quelle future.

La Russia vuole il gas in rubli? Il no dell’Occidente

Se da un lato la Russia perde terreno sul campo (con la città di Irpin liberata nelle ultime ore) dall’altra avanza sui mercati finanziari. A 5 giorni dall’annuncio il rublo ha recuperato circa il 27% sia verso il dollaro sia verso l’euro dai picchi negativi del 7 marzo. E se i Paesi che acquistano la moneta russa sono tanti, ovviamente il suo valore crescerà ancora. Con questa mossa Putin intende costringere i Paesi ostili a sostenere la moneta russa e riportare ossigeno e liquidità nelle casse della Federazione. Proprio quei Paesi che hanno contribuito a farla crollare.

Ma non finisce qui. In questo modo la Russia mantiene il controllo sul gas. Se il prezzo sale, questo significa che ci saranno maggiori profitti e maggiori risorse per finanziare la sua guerra in Ucraina (quella stessa che l’Occidente condanna ma si ritrova a finanziare data la sua dipendenza dal gas russo). Sempre a poche ore dal suo annuncio, il prezzo del gas è aumentato vertiginosamente.

Ovviamente la contromossa di Putin per arginare le sanzioni non è piaciuta ai Paesi occidentali che hanno subito condannato la decisione. L’opzione è “una violazione unilaterale e chiara dei trattati esistenti», «il tentativo di Putin di dividerci è evidente”, ha detto il ministro tedesco dell’Economia e del clima Robert Habeck ma “non saremo divisi e la risposta dei Paesi del G7 è chiara: i contratti saranno rispettati”, ha detto il ministro tedesco il cui paese detiene quest’anno la presidenza del G7 (Stati Uniti, Francia, Gran Bretagna, Canada, Giappone, Germania e Italia).

Ma anche i privati si oppongono. La replica immediata dell’amministratore delegato di Eni Claudio Descalzi toglie ogni dubbio: “L’Eni non pagherà il gas russo in rubli”. Lo ha detto in un panel a Dubai, secondo quanto riporta Bloomberg. “Eni non ha rubli; i contratti prevedono il pagamento del carburante in euro e i contratti dovrebbero essere modificati per cambiare i termini”, ha poi affermato sottolineando che “l’Europa dovrebbe guardare all’Africa per avere più forniture di gas”. 

La posizione è chiara, ma il problema sussiste, specie nel breve termine. Tanto che, sempre Descalzi, ha aggiunto che: “La richiesta della Russia di ricevere il pagamento del gas in rubli è un problema per i mercati energetici perché sta causando volatilità nei prezzi”, secondo quanto riportato da Bloomberg, e che: “L’Europa non ha proprie risorse energetiche e non ha sufficiente capacità di rigassificazione del gas liquefatto per soddisfare la richiesta. L’Europa – ha concluso, Descalzi – è una scatola vuota quando si tratta di energia”.

La risposta di Mosca: “Non faremo beneficenza”

“L’Europa non vuole pagare il gas in rubli? Certamente la Russia non distribuirà gratis il proprio gas, non faremo beneficenza”. Lo ha garantito il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov secondo la Tass. Peskov non si è sbilanciato sulle contromisure che Mosca potrebbe adottare al diniego occidentale sul pagamento delle forniture in rubli “ma di sicuro non forniremo gas gratuitamente, questo è certo”, ha ribadito Peskov.

“Anche se la Russia non ha ancora introdotto pienamente le sue misure di risposta” alle sanzioni economiche occidentali, “i prezzi dell’energia e del cibo nei Paesi europei sono già aumentati”, ha detto poi il segretario del Consiglio di sicurezza russo, Nikolaj Patrushev, citato da Interfax. “Molte compagnie stanno riducendo le loro operazioni, una circostanza che sta seriamente complicando la situazione socioeconomica nel Vecchio mondo, sullo sfondo dei crescenti flussi migratori”, ha aggiunto Patrushev.

La Russia vuole vietare l’ingresso ai cittadini dei “Paesi ostili”

Non solo il pagamento di gas in rubli, la Russia studia nuove contromisure alle sanzioni del Vecchio Mondo. “Le autorità di Mosca stanno lavorando a misure per limitare la concessione di visti per la Russia ai cittadini dei Paesi coinvolti in “attività ostili da parte di alcuni Paesi stranieri”. Lo ha detto il ministro degli Esteri Serghei Lavrov citato da Interfax. Nella lista ci sarebbero gli Stati Uniti, il Regno Unito e tutti i Paesi dell’Unione Europea, Italia compresa.

Già nelle scorse settimane, Mosca aveva annunviato il divieto di ingresso nel Paese a diversi esponendi dell’amministrazione statunitense e canadese, come il presidente americano Joe Biden, il il primo ministro canadese, Justin Trudeau, il segretario di Stato statunitense, Antony Blinken, il segretario alla Difesa Austin e altre personalità politiche, come l’ex segretaria di Stato e first lady, Hillary Clinton.

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