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Gas, Gazprom: nuovo stop alla fornitura per “circostanze straordinarie”. Ue pronta al razionamento, sale l’allarme

FIRSTonline

Gazprom annuncia un nuovo stop al gas russo in Europa per il prossimo inverno. Il colosso dell’energia russo, in una lettera datata 14 luglio e rivelata dall’agenzia Reuters, avrebbe avvisato i propri clienti europei di non poter adempiere ai propri obblighi di fornitura – attraverso il gasdotto Nord Stream 1 che conduce alla Germania e da lì ad altri Paesi europei – “a causa di circostanze straordinarie al di fuori del suo controllo”. Un modo per mettersi al riparo da eventuali controversie legali qualora i clienti europei dovessero impugnare i contratti per lo stop alle forniture. Il gas scambia sulla soglia dei 157 euro a megawattora, ma le decisioni di Mosca potrebbero portare altre tensioni sulle quotazioni del metano.

Le forniture attraverso il gasdotto Nord Stream erano già state sospese, dall’11 al 21 luglio, per la manutenzione ordinaria che viene effettuata ogni anno in questo periodo di richieste minime e che avrebbe dovuto concludersi appunto giovedì. Date le circostanze però, sale l’allarme di uno stop da parte di Mosca con gravi conseguenze per l’Europa e la prossima stagione invernale.

Gazprom: nuovo stop al gas russo e il mistero della turbina in Canada

Nella lettera Gazprom afferma di aver potuto adempiere ai propri obblighi di fornitura “a causa di forza maggiore”, impossibilità entrata in vigore in maniera retroattiva dalle consegne a partire dal 14 giugno – quando aveva ridotto la capacità del gasdotto al 40% – e giustificata con il ritardo di una turbina mantenuta in Canada dal fornitore di apparecchiature Siemens Energy, per via delle sanzioni occidentali. In realtà, il Canada avrebbe inviato la turbina e il materiale necessario il 17 luglio, dopo i lavori di riparazione. Ci vorranno altri cinque o sette giorni prima che la turbina raggiunga la Russia, e altrettanti per la procedura di installazione. Ma nella questione ci sono delle profonde zone d’ombra. Secondo fonti tedesche il pezzo di ricambio doveva essere utilizzato solo da settembre 2022, e quindi non poteva essere il motivo dello stop al Nord Stream 1 prima della manutenzione. Il tutto fa pensare a un pretesto del Cremlino per fare pressioni sull’Ue affinché riduca le sue sanzioni verso Mosca.

L’Europa a caccia di gas, Mosca fa affari con la Cina

Putin sa bene che il gas è la sua arma più potente nei confronti del Vecchio Continente. L’Europa da parte sua ha avviato un piano pluriennale per affrancarsi dalle forniture russe. Con Draghi in Algeria, Von der Leyen in Azerbaigian e Macron negli Emirati: tutti cercano altre vie per non affrontare un inverno “buio e freddo”. Ma potrebbe non bastare. Il nodo resta quello dei tempi. Se davvero Putin decidesse di chiudere i rubinetti di gas partirebbe il “sistema di solidarietà” europeo che potrebbe portare alcuni paesi con maggiori riserve di gas – come l’Italia – a cedere quote di metano agli Stati in maggior difficoltà: in questo caso la Germania.

Nel frattempo, Mosca rivolge lo sguardo verso l’oriente: se le forniture di gas russo all’Europa sono diminuite da alcuni mesi, sono aumentate a livello record quelle verso la Cina, con un balzo del 63,4% nel primo semestre 2022.

Eni: nuovo contratto in Algeria

Il nostro Paese si è mosso velocemente per sganciarsi dalla Russia dallo scoppio della guerra in Ucraina. Eni ha firmato oggi, martedì 19 luglio, con Sonatrach, Oxy e TotalEnergies un nuovo “Production Sharing Contract” per i blocchi 404 e 208 in Algeria. Questi blocchi sono localizzati onshore, nel prolifico bacino del Berkine (Algeria orientale), zona in cui Eni è presente da oltre 40 anni. “Il contratto, firmato ai sensi della nuova legge algerina sugli idrocarburi del 2019, consentirà ai partner di potenziare gli investimenti, aumentando le riserve di idrocarburi dei giacimenti e prolungandone la vita produttiva per ulteriori 25 anni”, spiega in una nota il Cane a sei zampe, aggiungendo che “consentirà anche la futura valorizzazione di quantità significative di gas associato che potrebbero diventare disponibili per l’esportazione, contribuendo alla diversificazione delle forniture di gas all’Europa”. Il piano concordato include anche nuove tecnologie per migliorare il fattore di recupero delle riserve e ridurre le emissioni di CO2 attraverso progetti di efficienza energetica e decarbonizzazione.

“Con questo nuovo contratto saranno messi a disposizione per l’export e per il mercato domestico ulteriori volumi di gas, coerentemente con l’impegno di Eni per la transizione energetica”, ha sottolineato l’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi.

Bruxelles sullo stop al gas russo:“Tagliare immediatamente il consumo di gas”

Domani 20 luglio, la Commissione europea presenterà il suo piano di emergenza per affrontare la possibile crisi energetica in caso di blocco da parte di Mosca. Resta lontano il tetto al prezzo del gas, tanto chiesto dall’Italia.

Bruxelles, invece, si starebbe preparando a dire ai membri dell’Ue di “tagliare immediatamente il consumo di gas, avvertendo che senza un maggiore risparmio il continente rischia di rimanerne a secco questo inverno mentre la Russia limita le forniture”. L’indiscrezione arriva dal Financial Times che afferma di aver visto un documento redatto dalla stessa Commissione.

“La prossima settimana la Commissione europea fornirà ai membri obiettivi di riduzione volontaria del gas, secondo una bozza di documento vista dal quotidiano inglese, che avverte che gli obiettivi saranno resi obbligatori in caso di grave interruzione delle forniture. Agire insieme ora sarà meno dirompente e costoso, facilitando la solidarietà ed evitando la necessità di azioni non pianificate e non coordinate in una possibile situazione di crisi con le riserve di gas in esaurimento“, si legge nell’articolo.

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