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Frenano Cina e auto tedesca, stime italiane riviste al ribasso ma l’iPhone incoraggia Piazza Affari

CONTRO LA RECESSIONE SCENDE IN CAMPO L’IPHONE

FRENA ANCHE L’AUTO TEDESCA. DELUDE MEDIOBANCA

La recessione s’aggira sui mercati. Non solo in Cina, ove si moltiplicano i segnali di un rallentamento dell’economia ma anche in Europa, ove impressiona la busca frenata dell’auto tedesca. E, soprattutto, in Italia che affida ormai la speranza di rivedere un pil con il segno positivo al 2014. Nel frattempo i dati dicono: -2,4% per il 2012, -0,2% per il 2013, meglio di quanto suggerito, in un primo momento, dal ministro Vittorio Grilli, più propenso ad un cauto -0,6%. In ogni caso, la linea del Piave per evitare l’aumento dell’Iva e centrare gli obiettivi concordati in sede Ue passa da dismissioni pari all’1% del pil, ovvero 18 miliardi di cessioni.

L’Asia chiude in rialzo una settimana contrastata. Tokyo sale dello 0,65%, Hong Kong dello 0,76%.

Secondo Yuan Gangming, economista di punta dell’Accademia Cinese delle Scienze Sociali, la frenata del pil di Pechino sarà più marcata del previsto. Nel quarto trimestre il tasso di crescita dell’economia scenderà sotto il 7%.

L’arma antirecessione si chiama iPhone 5 in vendita da oggi in Giappone, Hong Kong, Singapore, Australia ma anche Francia, Germania e Regno Unito oltre a Usa e Canada (l’Italia seguirà il 28 settembre). Ieri sera (ora italiana) hanno aperto i battenti per primi gli Apple store d’Australia, seguiti dai negozi asiatici. Apple prevede di vendere dieci milioni di pezzi nel week end.

Si avvantaggiano i fornitori di Apple, compresa la nemica Samsung +1,2% che realizza il 9 per cento del fatturato con le forniture al gruppo Usa.

Wall Street ha assorbito nel finale i dati deludenti sull’occupazione Usa: Dow Jones +0,14%, S&P -0,05%, Nasdaq -0,21%. Dopo la chiusura sono stati diffusi i dati, deludenti, del gigante del software Oracle: nel trimestre il fatturato è stato di 8.21 miliardi contro una previsione di 8.43 miliardi.

L’oro riprende la corsa, a conferma del trend rialzista: 1774 dollari l’oncia +0,23%. E’ ripartito stamane anche il petrolio dopo quattro sedute consecutive in calo: Wti stamane a 93,17 dollari +0,81%.

L’euro tratta a 1,2994 contro il dollaro.

Un’altra seduta negativa per le Borse europee, anche se nel finale si è assistito a un miglioramento che ha permesso ai listini di chiudere ben sopra i minimi della giornata.

A Milano l’indice FtseMib è sceso dell’1,6%: fra le blue chip italiane le perdite maggiori sono delle banche.

La Borsa di Londra è scesa dello 0,5%, Parigi -0,6%, Francoforte ha chiuso invariata.

La giornata ha registrato un lieve peggioramento del Btp, con il rendimento salito al 4,96% e lo spread in crescita a quota 339 (+11 punti base).

A Milano i titoli bancari sono stati penalizzati dall’incertezza su se e quando la Spagna deciderà di presentare una richiesta di aiuti, mossa che consentirebbe alla Banca centrale europea di intervenire sul mercato del debito per tenere a freno gli alti tassi di finanziamento di Madrid. Unicredit è scesa del 3,1%, Intesa -3,3%, Banco Popolare -4,3%, MontePaschi -5,3%, Popolare Emilia -4,3%.

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Dopo la diffusione dei risultati, Mediobanca è caduta in ribasso del 3,5%. L’istituto di Piazzetta Cuccia ha chiuso l’esercizio 2011-2012 (al 30 giugno scorso) con un utile netto di 80,9 milioni di euro, in calo del 78% rispetto all’esercizio precedente. Il consensus medio degli analisti era di 95 milioni. Ai soci andrà un dividendo di 0,05 euro per azione, dai 0,17 euro dello scorso esercizio. Mediobanca ha chiuso il quarto trimestre fiscale con una perdita netta di 24 milioni di euro dai -50,3 milioni dell’anno precedente nello stesso periodo.

Il core tier 1 ratio a fine giugno era all’11,5% da 11,2% dell’anno prima.

In ribasso Generali -2,9%, mentre Fondiaria-Sai ha chiuso in rialzo dell’1,5.

Note negative per l’auto, nell’antivigilia dell’atteso incontro a palazzo Chigi tra la delegazione Fiat e Mario Monti, accompagnato da Elsa Fornero (“non sarà un monologo Fiat”, ha detto) e Corrado Passera (“la Fiat ci dovrà spiegare perché gli altri guadagnano”). Nell’attesa Fiat ha perso il 2,3%, in compagnia di Pirelli -3,2%, declassata da Citigroup. Ma la frenata non dipende dalle polemiche nostrane, semmai dal brusco stop dei Big tedeschi, condizionati sia dalle pessime condizioni del mercato europeo che dal calo dell’economia cinese. E’ il caso in particolare di Daimler -2%, dopo che il Ceo Dieter Zetsche ha rivisto al ribasso le stime di utile del marchio Mercedes-Benz per il secondo semestre 2012, dicendo che realizzerà profitti inferiori a quelli del primo semestre. A luglio Zetsche aveva previsto utili della seconda metà dell’anno in linea con quelli dei primi sei mesi.Bmw ha perso il 2,8%.

La ripresa del greggio non ha avuto affetti positivi sulle quotazioni dei titoli petroliferi: Eni è scesa dell’1%, Saipem -1,4%. A Parigi Total ha chiuso in calo del 1,5%.

Fra le mid cap sono salite Reno De Medici +1,9% e Risanamento +0,8%.

Prelios è caduta in ribasso del 4,4%.

Rcs, dopo l’ormai consueta sospensione, è scesa a 1,54 euro, in ribasso del 14%. Oggi si terrà la riunione del patto cui non parteciperà il rappresentante Fonsai: la compagnia di assicurazione ha il 5,4% di Rcs ed era rappresentata da Massimo Pini, scomparso da poco.

In forte calo anche Telecom Italia Media -7,9%. In gara per l’emittente La 7, dopo il ritiro di Sky, restano Cairo, il fondo Clessidra e 3 .

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